Ora sappiamo cosa è successo all’Osservatorio di Arecibo
Ci sono stati dei guasti direttamente ai cavi dell’Osservatorio di Arecibo: ecco che cosa è successo quattro anni fa.
L’Osservatorio di Arecibo era un radiotelescopio situato a Puerto Rico ed era noto per le sue importanti dimensioni. Proprio per questo, dal 1963 al 2016 si è considerato come lo strumento scientifico radio più grande del mondo.
Le dimensioni appena citate si riferiscono in particolar modo al riflettore sferico che raggiungeva un diametro di 305 metri. È stato proprio questo che gli ha permesso di detenere il titolo per circa mezzo secolo.
Tuttavia, qualcosa è cambiato nel 2020. Nello specifico, il grande riflettore è crollato rovinosamente a causa dei cavi di supporto che si sono spezzati irrimediabilmente.
Questo evento ha sancito senza dubbio la messa fuori uso di uno degli strumenti più prestigiosi, una risorsa fondamentale nella scienza spaziale.
La causa del crollo irreparabile dei cavi di supporto
Chiaramente, subito dopo il crollo che ha portato alla messa fuori uso del radiotelescopio, la National Science Foundation e l’Università della Florida Centrale sono voluti andare a fondo alla questione. Quali sono state le cause che hanno portato all’evento? Ormai sono passati quattro anni e hanno raggiunto un punto di svolta che ci riporterebbe alle conclusioni tratte. Sembra che la causa principale del crollo del radiotelescopio sia stato il deterioramento progressivo per usura. Infatti, lo zinco – usato come parte del sistema di connessione – ha perso efficacia nel mantenere la tensione necessaria nei cavi.
Oltre a ciò è stato reso noto il fatto che il deterioramento in questione abbia avuto inizio già tre anni prima durante un uragano. In questo caso, i cavi di supporti erano già stati messi a dura prova dalla potenza dall’evento estremo. Una volta terminato il violento uragano, sono state fatte partire delle operazioni di controllo circa la sicurezza della struttura. Ciononostante, non sono emersi danni che potessero mettere in allarme su un probabile cedimento.
I primi cedimenti prima del crollo definitivo
Prima che si verificasse il crollo definitivo del radiotelescopio a dicembre, ci sono stati dei primi cedimenti nei mesi di agosto e settembre. Nello specifico, si tratta di un cavo ausiliario e uno principale. Il tutto si è concluso con il crollo di altri cavi che hanno portato ad un punto di non ritorno: l’Osservatorio di Arecibo non è più utilizzabile. Le analisi al riguardo spiegano nello specifico che il graduale deterioramento ha portato all’inevitabile epilogo. Dunque l’accelerazione improvvisa e il successivo cedimento strutturale sono le conseguenze riportate dallo scorrimento dello zinco nelle prese dei cavi. Tutto ciò non è emerso dai controlli effettuati a seguito dell’uragano del 2017. Quindi non era stata presa in considerazione la possibilità di una precipitazione degli eventi, o almeno non si pensava accadesse in tempi così ravvicinati.
Una volta riportate alla luce in maniera definita le cause che hanno determinato la fine del radiotelescopio più grande del mondo, l’Osservatorio è ora destinato a diventare un centro educativo. Anche se l’Osservatorio non esiste più, è sicuro che ha avuto un grande impatto per gli astronomi riguardo alle scoperte e agli studi che sono riusciti a compiere. In questo modo ha lasciato un bagaglio di viaggio anche per le nuove generazioni che potranno ispirarsi.