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La prima ruota creata dall’uomo potrebbe avere 6000 anni

Geometria della ruota ricreata computazionalmente (Alacoque et al., 2024)

Geometria della ruota ricreata computazionalmente (Alacoque et al., 2024 FOTO) - www.sciencecue.it

La ruota è forse la più grande invenzione da parte dell’uomo, e probabilmente la prima ruota potrebbe avere almeno 6000 anni.

La ruota, simbolo di progresso e ingegno umano, è una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia, ma le sue origini sono ancora avvolte nel mistero.

Un recente studio pubblicato su Royal Society Open Science propone che la prima ruota sia stata sviluppata circa 6.000 anni fa dai minatori del Neolitico nella catena montuosa dei Carpazi, nell’Europa orientale.

Questa scoperta è eccezionale perché ci permette in primis in quale periodo avvenne l’invenzione della ruota, e in secondo luogo capire quali sono state le pressioni ambientali che hanno permesso una creazione del genere. In questo caso la necessità di trasportare materiale da un luogo ad un altro.

Questa ipotesi, supportata da tecniche avanzate di meccanica computazionale, offre nuove prospettive sulla nascita di questa tecnologia fondamentale e sul ruolo cruciale dell’ambiente nel suo sviluppo.

L’origine della ruota e il contesto archeologico

Le prime tracce della ruota risalgono all’Età del Rame, un periodo compreso tra il 5.000 e il 3.000 a.C., quando questa tecnologia si diffuse rapidamente in Europa, Asia e Nord Africa. Tuttavia, il luogo e il momento esatto della sua invenzione rimangono oggetto di dibattito. Tra le principali ipotesi, vi è quella che colloca l’origine della ruota in Mesopotamia intorno al 4.000 a.C., con una successiva diffusione verso l’Europa. Altre teorie sostengono che questa invenzione abbia avuto origine in Turchia settentrionale, lungo la costa del Ponto, circa due secoli dopo. Una proposta più recente suggerisce invece che la ruota sia stata sviluppata nei Carpazi, tra il 4.000 e il 3.500 a.C., dai minatori che necessitavano di nuovi strumenti per trasportare il rame estratto.

Questa ultima ipotesi si basa su uno studio che ha analizzato reperti archeologici e ricostruzioni meccaniche. L’ambiente minerario delle montagne dei Carpazi, con percorsi chiusi e terreni accidentati, avrebbe favorito il passaggio da sistemi rudimentali, come i rulli di legno, a una tecnologia più complessa come la ruota-asse. Le condizioni locali avrebbero rappresentato una sorta di pressione selettiva, simile a quella osservata nei processi evolutivi biologici, spingendo verso soluzioni sempre più efficienti.

Illustrazione di queste prime proto-ruote ((Alacoque et al., 2024)
Illustrazione di queste prime proto-ruote (Alacoque et al., 2024 FOTO) – www.sciencecue.it

L’evoluzione della ruota e il ruolo dell’ambiente

L’evoluzione della ruota nei Carpazi fu il risultato di una sequenza di innovazioni che trasformarono un semplice sistema di trasporto in una tecnologia rivoluzionaria. I primi rulli di legno vennero modificati con scanalature per stabilizzare i carichi, rendendo il trasporto meno laborioso. Successivamente, si sviluppò la ruota fissata a un asse, che permetteva ai veicoli di superare gli ostacoli presenti nelle miniere, come rocce e detriti. Infine, si arrivò a un design in cui le ruote potevano muoversi indipendentemente dall’asse, migliorando notevolmente la manovrabilità e rendendo questi veicoli adatti anche a percorsi più complessi.

Le analisi computazionali rivelano che questa evoluzione non fu guidata unicamente dal desiderio di migliorare l’efficienza energetica, ma anche dalle specifiche esigenze imposte dal contesto minerario. I percorsi angusti e irregolari delle miniere dei Carpazi richiedevano soluzioni tecniche che potessero adattarsi all’ambiente, rendendo più agevole il trasporto del rame. La ruota-asse rappresentava una risposta pratica e innovativa a queste sfide, trasformando progressivamente il modo in cui l’umanità affrontava il problema del trasporto.