La tigre dai denti a sciabola sarebbe imparentata con il gatto: il nuovo studio
Le “tigri dai denti a sciabola”, considerati volgarmente dei “gatti giganti”, questa volta potrebbero essere davvero imparentate con i gatti.
La tigre dai denti a sciabola, caratterizzata da zanne superiori allungate che assomigliano, appunto, a delle sciabole, è stata per lungo tempo un simbolo del Pleistocene.
Uno studio relativamente recente e pubblicato su Current Biology, ha approfondito le dinamiche evolutive che hanno portato alla comparsa e alla scomparsa di questi abnormi canini, rivelando inattese connessioni tra i felidi preistorici e le specie moderne, come i gatti domestici.
Un’analisi dettagliata delle caratteristiche morfologiche ha permesso di riconsiderare la distinzione tra i felidi dotati di denti a sciabola e quelli con denti più “convenzionali”, suggerendo una sorta di continuità evolutiva.
Da un’antica specie, un antenato comune, si sarebbero originati il lignaggio delle tigri dai denti a sciabola (felidi) e quello dei gatti, con quest’ultimi che sono risultati essere meno vulnerabili ai cambiamenti climatici, a differenza dei grandi felidi che non riuscirono più a cacciare le loro abituali prede.
Una questione di convergenza evolutiva
I denti a sciabola sono un esempio lampante di convergenza evolutiva, un fenomeno in cui tratti simili si sviluppano in specie non strettamente imparentate. Questo adattamento, osservato sia nei felidi che nei nimravidi, conferiva vantaggi significativi nella predazione di grandi prede, in quanto permettevano di infliggere ferite letali con un singolo morso. L’analisi dei crani e delle mandibole rivela, però, una notevole disparità morfologica tra i diversi gruppi di “carnivori a denti a sciabola” (con questo termine, in genere, non si considerano solo i felidi in senso stretto ma tutti gli animali caratterizzati da questi lunghi canini), sottolineando l’esistenza di strategie predatorie distinte. Lo studio ha utilizzato modelli 3D di circa 200 specie, estinte e viventi, per analizzare le variazioni morfologiche e i tassi evolutivi. I risultati suggeriscono che l’evoluzione dei denti a sciabola è stata favorita da una ridotta integrazione tra le diverse parti del cranio e della mandibola, un fattore che ha permesso una maggiore flessibilità dal punto di vista evolutivo.
Questa plasticità ha contribuito alla comparsa ripetuta di morfologie simili in contesti ecologici differenti, ma ha anche esposto le specie a rischi legati all’iper-specializzazione. Felidi e nimravidi hanno condiviso un’evoluzione parallela, con alcune specie che hanno sviluppato morfologie simili nonostante l’assenza di un legame diretto. I nimravidi, noti come “falsi gatti”, rappresentano un gruppo estinto che ha preceduto i felidi, mostrando una gamma di adattamenti cranio-mandibolari più estremi. L’analisi delle strutture craniali suggerisce che le somiglianze non erano soltanto estetiche. La competizione tra i due gruppi è stata probabilmente mitigata da una distribuzione ecologica e temporale ben strutturata, riducendo il rischio di sovrapposizioni dirette.
Le dinamiche evolutive e le cause dell’estinzione
Le specie a denti a sciabola hanno sperimentato un’evoluzione accelerata nelle fasi iniziali della loro diversificazione, ma questa rapida “accelerata” (la comparsa di nuove morfologie in pochissimo tempo) ha avuto un costo. Come evidenziato dal paleobiologo Davide Tamagnini, l’adattamento ai denti a sciabola, sebbene vantaggioso nel breve termine, ha esposto queste specie a una maggiore vulnerabilità nel lungo periodo. La loro sopravvivenza dipendeva dalla presenza di prede di grandi dimensioni, il che le rendeva particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici e agli sconvolgimenti ecologici, come quelli verificatisi durante il Pleistocene. Questo fenomeno rappresenta una sorta di ciclo in cui una maggiore specializzazione porta a una maggiore dipendenza da un ambiente stabile, riducendo la flessibilità necessaria per sopravvivere a cambiamenti repentini.
I risultati dello studio dimostrano che, nonostante una diversità iniziale significativa, i felidi e i nimravidi a denti a sciabola hanno subito lo stesso destino: l’estinzione. A causa dell’incapacità di cacciare prede diverse a cui erano abituati. Un altro risultato interessante di questa ricerca riguarda i felidi moderni. L’analisi morfologica ha rivelato, infatti, una continuità del tutto inattesa tra le specie a denti a sciabola e i piccoli felidi moderni, come i gatti domestici. Sebbene apparentemente distanti, entrambe le categorie mostrano tratti craniali riconducibili a un’antenata comune, Proailurus lemanensis.