Aviaria, torna l’allarme per l’umanità | Basta poco perché torni ad infettarci: le conseguenze sarebbero catastrofiche
Torna l’allarme dell’aviaria di cui spesso si è sentito parlare. Cosa c’è da sapere e cosa dobbiamo aspettarci.
L’aviaria, conosciuta anche come influenza aviaria, è una malattia virale che colpisce principalmente gli uccelli, ma che in alcuni casi può essere trasmessa anche agli esseri umani.
Questo virus, appartenente alla famiglia degli Orthomyxoviridae, può essere molto pericoloso per gli allevamenti di pollame e per la fauna selvatica, ma, fortunatamente, le epidemie tra gli esseri umani sono rare e spesso limitate.
La diffusione dell’aviaria è avvenuta principalmente attraverso il contatto tra gli uccelli infetti e quelli sani. La malattia si trasmette facilmente tra gli uccelli, sia selvatici che domestici, tramite le loro secrezioni respiratorie, feci e il contatto diretto.
Gli allevamenti industriali, dove il pollame è confinato in spazi ristretti, sono particolarmente vulnerabili. Tuttavia, anche gli uccelli migratori, che attraversano lunghe distanze, possono essere veicoli di trasmissione, diffondendo il virus su ampie aree geografiche.
Il rischio per l’uomo
Il rischio maggiore per l’uomo è rappresentato dalla trasmissione diretta del virus attraverso il contatto con uccelli infetti o i loro escrementi. Sebbene l’infezione tra gli esseri umani sia rara, il timore è che il virus possa mutare portando a una pandemia globale. L’aviaria H5N1, una delle varianti più temute, ha suscitato allarme mondiale nel 2005.
La maggior parte dei casi umani si è verificata in persone che avevano avuto un contatto diretto con uccelli malati, ma la possibilità che il virus si adatti e diventi una minaccia per la salute globale è stata monitorata con molta attenzione dalle autorità sanitarie internazionali. Le misure di prevenzione sono fondamentali per limitare la diffusione del virus. Tra le principali strategie adottate, vi sono la sorveglianza sanitaria degli allevamenti, l’isolamento del pollame infetto, la vaccinazione di animali a rischio o l’abbattimento di animali contaminati.
Cosa sta accadendo in questo periodo
Attualmente, è fondamentale precisare che non si è verificato un nuovo salto di specie che abbia coinvolto l’essere umano. Questo significa che il virus dell’influenza aviaria A (H5N1) non è ancora riuscito a sviluppare una capacità tale da infettare l’uomo in modo efficiente. Nonostante ciò, la preoccupazione rimane alta, soprattutto in considerazione del fatto che, negli ultimi tempi, il virus ha mostrato una crescente capacità di contagiare diverse specie di mammiferi.
Tra queste, sono stati segnalati casi di infezione anche tra i bovini da latte negli allevamenti degli Stati Uniti. Inoltre, sono emersi alcuni casi isolati di infezione nell’uomo in diversi Paesi, in particolare negli Stati Uniti, il che continua a tenere alta l’attenzione sul virus e sulle sue potenziali evoluzioni. Questi sviluppi alimentano i timori di una possibile mutazione del virus che potrebbe renderlo più facilmente trasmissibile.