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Allarme Acrillamide, potenziale cancerogeno | Lo trovi dovunque: occhio a quello che compri già cotto

Donna giovane mangia uno snack

Snack, sono tutti sani come promettono (Shutterstock Foto) - www.sciencecue.it

Quando ci concediamo uno snack, lo facciamo spesso senza pensarci troppo. Forse, ci preoccupiamo principalmente delle calorie che contengono!

Patatine, tortillas e altri snack sembrano innocenti, ma nascondono più di quanto immaginiamo. Questi alimenti, così comodi e veloci, non sono sempre così sicuri come pensiamo.

La cottura ad alte temperature, per esempio, è una pratica comune per ottenere la croccantezza che tanto amiamo. Ma questo processo, oltre a dare il sapore desiderato, può anche generare sostanze che, seppur presenti in piccole quantità, potrebbero essere dannose per la nostra salute.

In un mondo dove tutto sembra consumato in un lampo, è facile dimenticarsi che ciò che mangiamo ha un impatto. Dietro un pacchetto di patatine c’è una reazione chimica che avviene durante la frittura, e il risultato potrebbe non essere proprio salutare come pensiamo.

Fortunatamente, non tutto è perduto. Conoscere meglio cosa c’è nei nostri snack può aiutarci a fare scelte più consapevoli, riducendo il rischio di esporci a sostanze dannose. Scopriamo insieme cosa succede quando cuciniamo alcuni degli snack più comuni.

Il pericolo invisibile

Quando cuociamo cibi come patatine o tortillas ad alte temperature, un composto chiamato acrilammide si forma naturalmente. Si tratta di una sostanza che nasce dalla reazione tra zuccheri e un amminoacido chiamato asparagina, che è presente in molti alimenti. La frittura, la tostatura o la cottura al forno, a temperature superiori ai 120°C, favoriscono questa reazione. L’acrilammide è stata classificata come “probabile cancerogeno” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Anche se non esiste una dose sicura stabilita, l’Unione Europea ha stabilito delle linee guida per cercare di limitare la sua presenza nei prodotti alimentari. Tuttavia, queste linee guida sono purtroppo non vincolanti e non impongono obblighi alle aziende alimentari. Ciò significa che, nonostante la consapevolezza crescente riguardo ai rischi, non ci sono leggi obbligatorie che costringano le aziende a ridurre questa sostanza nei loro prodotti. Alcune aziende, tuttavia, sono riuscite a limitare la presenza di acrilammide, adottando tecniche di cottura più sicure e scegliendo ingredienti migliori.

Una giovane donna mangia uno snack
Snack, potrebbero contenere questa sostanza tossica (Shutterstock Foto) – www.sciencecue.it

Come possiamo fare scelte più sicure?

Essere consumatori consapevoli è il primo passo per proteggersi. Scegliere snack con meno acrilammide è possibile, specialmente quando si preferiscono prodotti che utilizzano tecniche di cottura meno rischiose. Inoltre, selezionare marche che lavorano per ridurre i livelli di acrilammide può fare la differenza.

È importante che le istituzioni fissino limiti legali definitivi per l’acrilammide, obbligando le aziende a rispettarli. Questo sarebbe un passo fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e proteggere la salute dei consumatori.