Antartide, la scoperta è sconvolgente. Tutti andranno lì a raccoglierla
L’Antartide era l’unico continente, in cui non era ancora stata rinvenuta dell’ambra. Ma come hanno fatto a trovarne dei frammenti?
La geologia e la storia, si intrecciano profondamente, offrendo una chiave unica per la comprensione, sia delle trasformazioni naturali del pianeta, che l’evoluzione delle civiltà umane. Difatti, analizzando, per esempio, rocce, sedimenti e fossili, i geologi tracciano le tappe della storia della Terra, a dimostrazione di eventi che hanno modellato il nostro mondo (da miliardi di anni, a questa parte). Informazioni che, allo stesso tempo, conformano il giusto contesto, per interpretare lo sviluppo delle società umane.
Molti dei grandi eventi storici succedutisi, come le migrazioni di massa, la fioritura di civiltà, e, persino, i crolli economici, sono stati influenzati da fenomeni geologici. Non a caso, si presume che l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., non solo abbia sepolto Pompei e Ercolano, ma anche lasciato una testimonianza di vita quotidiana, nel mondo antico (preservata, tuttavia, da cenere e lapilli vulcanici).
Anche le risorse naturali, come minerali, metalli, e combustibili fossili, giocano un ruolo cruciale, nella storia terrestre. La scoperta e lo sfruttamento dei giacimenti di carbone e ferro, hanno alimentato la rivoluzione industriale, segnando un’epoca di trasformazioni economiche e sociali. e ogni innovazione tecnologica, possiamo dire sia stata plasmata, in parte, dalle risorse che la geologia ha reso disponibili.
Studiare siffatta materia, attraverso la lente storica, non solo incrementa la comprensione del passato, ma ci aiuta anche a prevedere, e affrontare, le sfide future. Alla stregua dei cambiamenti climatici, fino alla gestione delle risorse le quali si possiedono.
Una scoperta impressionante
Per la prima volta è stata scoperta ambra in Antartide, l’unico continente, invero, ove non se ne era ancora trovata. Frammenti quasi impercettibili, che risalgono al Cretaceo medio, in un periodo fra i 92 e gli 83 milioni, di anni fa. Che hanno, all’incirca, 1 millimetro di diametro, e non contengono insetti, o DNA di dinosauro, ma mettono a disposizione preziosissime informazioni sull’habitat che dominava l’Antartide, in quel periodo. Importante scoperta che colma, quindi, una lacuna scientifica, spalancando nuove prospettive sul passato geologico e climatico del continente in questione.
Il ritrovamento, nello specifico, è opera di un team guidato da scienziati tedeschi, provenienti dall’Alfred-Wegener-Institut, e della TU Bergakademie Freiberg; con la collaborazione di vari altri istituti. I frammenti sono, comunque, stati reperiti nel 2017, durante una spedizione a bordo della nave da ricerca Polarstern. Con l’aiuto di un congegno di perforazione, sottomarino. L’ambra è stata chiamata “ambra di Pine Island” (poiché recuperata vicino all’isola omonima), dove è situato anche un considerevole ghiacciaio antartico.
L’ambiente dell’Antartide
La scoperta conferma, ufficialmente, che l’Antartide era, un tempo, un ambiente caldo e umido, ricco di foreste di conifere simili a quelle della Nuova Zelanda che conosciamo oggi. Durante il Cretaceo, il continente, situato più a nord, era collegato all’Australia, la quale aveva già restituito frammenti di ambra fossile. E tutto questo, ci suggerisce che questi ritrovamenti, era possibile farli anche al Polo Sud.
Secondo i ricercatori, quest’ambra permette di analizzare le condizioni ambientali passate. E sebbene le dimensioni dei frammenti, potessero rendere un po’ impossibili, appunto, scoperte sensazionali, questa pietra dalle tonalità e qualità elevate, gettando, in questo caso, nuova luce sulla storia geologica dell’Antartide.