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Elettricità, in Italia costa di più: la burocrazia e il gas ne determinano il prezzo

Il prezzo dell’energia elettrica continua ad aumentare. Come si attesta la situazione attuale in Italia e in Europa?

L’Europa resta profondamente caratterizzata da prezzi al costante rialzo nell’ambito dell’elettricità. Il che si riflette direttamente sulla situazione che riguarda il nostro paese; le principali motivazioni che incidono in maniera così drastica, andando a gravare tremendamente sui costi, sono l’inefficienza burocratica e la dipendenza, progressivamente in calo ma non ancora definitivamente superata, dai combustibili fossili.

Non è un caso che il processo produttivo che sfrutta le energie rinnovabili debba costantemente fare i conti con iter autorizzativi interminabili, che arrivano a durare addirittura un lustro. I vincoli vigenti in determinate aree della nostra Nazione comportano, dunque, un inevitabile rallentamento nella diffusione delle fonti rinnovabili. A risentire particolarmente di questa situazione sono, inoltre, i costi, considerando che nel prezzo totale di un investimento il 20% è dato dalla burocrazia.

Sull’argomento si è espresso anche Marco Carta, l’amministratore delegato di AGICI, società di consulenza specializzata nel settore delle energie rinnovabili. La volontà congiunta è quella di trovare una definitiva risoluzione al problema costi relativi all’elettricità, di gran lunga maggiori rispetto agli altri concorrenti europei.

Carta ha, in particolare, evidenziato come la situazione vissuta dalla Germania, che sta progressivamente abbandonando lo sfruttamento dell’energia nucleare, avviando un processo di progressiva decarbonizzazione, sia la più analoga a quella vissuta in Italia. Di riflesso, tra gli altri territori europei si distinguono gli Stati del Nord, che hanno garantito una posizione prioritaria verso le fonti rinnovabili, strizzando in particolare l’occhio all’idroelettrico, mentre la Francia sia ancora particolarmente ancorata al nucleare.

Gli interventi necessari a mutare il trend

I costi nell’intero continente restano comunque elevati, data soprattutto la forte importanza che molti Stati designano ancora allo sfruttamento dei combustibili fossili, che spesso devono necessariamente essere importati dall’estero e sui quali, specie nelle ultime stagioni, hanno influito anche motivazioni geopolitiche, su tutte il conflitto Russo-Ucraino, che ha comportato un inevitabile aumento dei prezzi. Allo stato attuale il nostro Paese si distingue ancora per costi comunque maggiori rispetto alla competizione offerta dagli altri Stati e non è un caso che l’altro lato della medaglia, sempre restando in ambito europeo, sia rappresentato da Nazioni capaci di investire in fonti di energia rinnovabili e i cui cittadini sono chiamati al pagamento di bollette energetiche nettamente più al ribasso.

Carta ha proposto un modello mediante cui intervenire, che prevederebbe la riduzione della perpetua burocrazia, prestando maggiore attenzione all‘indipendenza energetica, raggiungibile mediante investimento mirati e una progressiva diminuzione delle importazioni estere. Tecnologie con costi variabili zero, è questo il cardine della proposta di Carta per il raggiungimento dell’autoproduzione.

Il confronto di prezzi con l'Europa (Depositphotos)
Il confronto di prezzi con l’Europa (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

I valori medi nelle altre Nazioni europee

Secondo dati riportati da GME, nel mese di dicembre 2024 l’Italia riferiva un prezzo medio all’ingrosso relativo all’elettricità pari a 135 euro al MWh. In tutti gli altri Stati Europei presi in considerazione, la situazione complessiva risulta essere maggiormente sostenibile in termini di costi; in Germania, al esempio, il costo è di 108 euro, in Spagna di 111 euro e in Francia addirittura di 98 euro.

I valori nella media del nostro Paese hanno sempre mantenuto una distanza al rialzo rispetto agli altri territori del Vecchio Continente. Lo stesso è avvenuto, ad esempio, anche nel 2022, nota per essere stata la principale annata che ha portato ad una crisi energetica globale; nel corso del medesimo anno il valore annuo riguardante l’Italia ha raggiunto i 304 euro al MWh. Circa 70 in meno rispetto alla Germania, con i suoi 235 euro e quasi 200 prendendo in riferimento i paesi della Scandinavia, con un valore cristallizzato pari a 136 euro a MWh.