E’ stata trovata quella che potrebbe essere la pianta vivente più antica mai trovata, ma ci sono alcuni aspetti importanti da analizzare.
Quando si pensa alla natura, spesso immaginiamo il susseguirsi delle stagioni, i fiori che sbocciano e gli alberi che svettano verso il cielo. Ma c’è un aspetto meno noto e altrettanto affascinante: la longevità delle piante. A differenza degli animali, alcune piante sembrano quasi sfidare il tempo, vivendo non solo per secoli, ma addirittura per millenni. Questo è il caso di un ginepro scoperto recentemente in Europa, che ha sconvolto i ricercatori per la sua età incredibile: 1647 anni.
Eppure, nonostante la loro impressionante resistenza, molte specie vegetali antiche hanno rischiato di scomparire, soprattutto a causa dell’intervento umano. La nostra fame di legname e la costante necessità di terreni agricoli hanno messo a dura prova l’ecosistema. Tuttavia, ci sono ancora esemplari che sono sopravvissuti a secoli di cambiamenti climatici e attività umane. Tra questi, spicca proprio il ginepro in questione, ritrovato nella fredda Lapponia finlandese.
Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Ecology, non è solo una curiosità scientifica, ma un vero e proprio tuffo nel passato. Non è un gigante: è una pianta modesta, sia nelle dimensioni che nell’aspetto, ma con una storia che lascia a bocca aperta. Probabilmente quella potrebbe non essere la sua vera “età”.
Gli scienziati che l’hanno individuata non stavano cercando record di longevità, bensì studiavano le risposte delle piante ai cambiamenti climatici. E proprio esaminando i suoi anelli di crescita, importantissimi per datare alcune specie botaniche, hanno scoperto che il piccolo ginepro era uno degli esseri viventi più longevi del continente.
1647 anni è un’età incredibile per una pianta. Quando questa pianta ha iniziato la sua vita, il Medioevo non era ancora iniziato, e l’Impero Romano era ancora in piedi. Come è riuscita a sopravvivere a tutto questo? La risposta sta nel suo habitat e nella sua adattabilità. Il ginepro è una delle piante più diffuse al mondo, ma non è esattamente una specie “vistosa”. Non è maestoso come una sequoia, e sicuramente non è famoso per i suoi fiori spettacolari. Eppure, è molto resistente al freddo estremo della tundra, cresce in terreni poveri e affronta condizioni che farebbero desistere la maggior parte delle altre piante.
Questa particolare pianta è stata trovata in Lapponia, un luogo che già di per sé evoca immagini di fiabe e leggende, ma la realtà è ancora più affascinante: in quelle foreste gelide, i ricercatori stavano cercando di capire come le piante rispondono ai cambiamenti climatici. E invece si sono imbattuti in un “testimone silenzioso” di quasi due millenni di storia. Esaminare la pianta non è stato semplice. Gli scienziati hanno dovuto analizzare i suoi anelli di crescita, quei cerchi concentrici che si formano anno dopo anno e che raccontano ogni dettaglio della sua vita. Piogge abbondanti, inverni rigidi, periodi di siccità: tutto è scritto lì.
Già nel 2020 erano stati fatti degli studi preliminari, provando a perforare una piccola porzione del tronco dell’albero, catturando così 2465 anni senza arrivare però al nucleo dell’albero. Questo non ha permesso di conteggiare tutti gli anelli ed è per questo che il team ha usato un modello che ha permesso di simulare la traiettoria della crescita dell’albero fino a 10.000 volte, arrivando a una stima di circa 5400 anni. Tuttavia, il risultato non ha convinto, in quanto in questi casi è meglio utilizzare la dendrocronologia classica, cioè la conta fisica degli anelli di accrescimento.
Diciamo che la stima, anche se arrivata a 1647 anni, non convince tutti, ma i risultati in generale sono incoraggianti. Questo perché, dal punto di vista ecologico, le specie legnose longeve come i ginepri in genere non subiscono molto la pressione della deforestazione o del cambiamento del suolo, a differenza delle altre foreste secolari in giro per il pianeta. Pertanto, con i cambiamenti climatici che avanzano, i ginepri potrebbero farci comprendere come si “muove” un ecosistema verso le zone più fredde e come i ginepri stessi modificano la tundra. Intanto, aspettiamo una datazione un po’ più precisa della pianta studiata.