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Cambiamento climatico, la foresta amazzonica muterà drasticamente nei prossimi anni

Illustrazione di un piccolo angolo della Foresta Amazzonica (Depositphotos)

Illustrazione di un piccolo angolo della Foresta Amazzonica (Depositphotos FOTO) - www.sciencecue.it

La foresta amazzonica potrebbe cambiare drasticamente nei prossimi anni “grazie” ai cambiamenti climatici, in modo considerevole.

L’aumento delle temperature sta, purtroppo, scombussolando il nostro pianeta, sia dal punto di vista biologico che dal punto di vista geologico, e quest’aumento sta influenzando la foresta amazzonica. I ricercatori hanno svolto uno studio prendendo come soggetto il “fiume bollente” Shanay-Timpishka, in Perù. Questo fiume è come una sorta di laboratorio naturale e ci offre un’idea di cosa potrebbe succedere alla biodiversità amazzonica a causa del riscaldamento globale. 

Immaginate un fiume che raggiunge temperature pazzesche, fino a 200°F (circa 93°C)! La cosa interessante è che queste temperature estreme sono dovute a fratture nella crosta terrestre, quindi intuite come mai sia chiamato “il fiume bollente”. E non solo le acque sono calde, ma anche l’aria qui supera spesso i 110°F (43°C). Insomma, stiamo parlando di un ambiente davvero estremo!

I ricercatori hanno iniziato a studiare questo fiume nel 2021, rendendosi conto che era il posto perfetto per osservare come il calore influisce sulla vegetazione tropicale. Nel 2022, sono tornati per mappare la vegetazione lungo un miglio di fiume, da zone fresche a quelle più calde. Hanno utilizzato sensori di temperatura per monitorare costantemente le condizioni climatiche

E i risultati? Beh, i dati sono sorprendenti e un po’ preoccupanti. La biodiversità sta diminuendo, e non di poco. Ogni grado di aumento della temperatura media annuale sembra portare a una riduzione dell’11% della diversità arborea. Questo è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.

Una finestra sul futuro dell’Amazzonia

Il fiume Shanay-Timpishka non è solo un fiume caldo; è un vero e proprio laboratorio naturale. Situato nella parte orientale del Perù centrale, questo piccolo affluente del Rio delle Amazzoni offre una prospettiva unica su come le temperature in aumento stiano cambiando la composizione delle foreste. Le sue acque, che raggiungono temperature incredibili, rappresentano un ambiente estremo dove solo alcune piante possono sopravvivere. Durante la prima visita del team di ricerca nel 2021, hanno identificato il fiume come un luogo ideale per studiare l’impatto del calore sulla vegetazione tropicale. E il ritorno nel 2022 ha portato a un lavoro dettagliato: hanno mappato piante e alberi in 70 località lungo il fiume per circa 1 chilometro e mezzo, osservando le differenze dalle zone più fresche a quelle più calde.

Hanno impiegato sensori di temperatura per tenere d’occhio come cambiavano le condizioni climatiche. I risultati sono stati chiari e preoccupanti: c’è stata una riduzione dell’11% della diversità arborea per ogni grado di aumento della temperatura. Nelle aree più calde, la vegetazione è diventata più uniforme e meno diversificata. Solo le piante adattate a climi tropicali estremamente caldi riescono a prosperare vicino al fiume bollente. E non finisce qui. Lungo tutto il gradiente termico, la diversità arborea è diminuita del 33,5%, con una riduzione media del 3,6% per ogni grado di aumento della temperatura massima. È un cambiamento rapido e allarmante che potrebbe avere impatti devastanti sulla biodiversità dell’Amazzonia.

Illustrazione del Shanay-Timpishka (Wikipedia ANIMAL TUBE)
Illustrazione del Shanay-Timpishka (Wikipedia ANIMAL TUBE FOTO) – www.sciencecue.it

Implicazioni per il futuro

Ora che abbiamo visto cosa sta succedendo nel fiume Shanay-Timpishka, è importante riflettere sulle implicazioni per il futuro della foresta amazzonica. I cambiamenti osservati nella composizione delle foreste sono rapidi e chiari. In particolare, le zone più calde mostrano vegetazione più secca, con rampicanti e arbusti che sostituiscono gli alberi più grandi. Insomma, la vegetazione sta cambiando drasticamente su brevi distanze. Le aree più calde cominciano a somigliare a ecosistemi di transizione, quasi come una savana, con alberi più piccoli e meno diversificati. Questo fenomeno, noto come termofilizzazione, significa che nelle zone più calde ci sono sempre più specie termofile, quelle già adattate a temperature elevate. È un segnale di cambiamento che non possiamo ignorare.

Le previsioni per l’Amazzonia non sono affatto confortanti. L’aumento delle temperature potrebbe portare a estinzioni locali e a una significativa riduzione della biodiversità vegetale. Questo potrebbe favorire una transizione da foreste pluviali a ecosistemi più aridi, simili alla savana. Pensa a quanto potrebbe cambiare il paesaggio che conosciamo e amiamo! E non è tutto. I cambiamenti nei regimi delle precipitazioni e le siccità più intense stanno già alterando la composizione delle specie e i tassi di sequestro del carbonio. La deforestazione e la perdita di habitat aggravano ulteriormente il problema, contribuendo alla riduzione della biodiversità. E c’è di più: molte specie amazzoniche sono già vicine ai loro limiti termici, e il ritmo attuale del riscaldamento è troppo rapido per permettere l’adattamento evolutivo.