Primo piano

Aviaria e rischio pandemia, il virus h5n1 ha già infettato decine di persone

Si rischia una nuova pandemia con l’aviaria. Il virus h5n1 sta già infettando decine di persone: quanto è reale l’ultimo rischio per la salute.

Negli ultimi decenni, l’influenza aviaria ha colpito duramente gli allevamenti di pollame in tutto il mondo, ma oggi il virus sta facendo passi inquietanti verso la trasmissione umana. Il primo caso mortale negli Stati Uniti ha acceso i riflettori sulla necessità di una maggiore preparazione per affrontare un possibile scenario pandemico.

La storia di un adolescente in Canada ha suscitato allarme tra gli esperti. A novembre, un ragazzo della Fraser Valley, in British Columbia, si è rivolto ai medici per una semplice congiuntivite e tosse. Sei giorni dopo, era in terapia intensiva, attaccato a un ventilatore. La causa? Un’infezione da H5N1, il ceppo di influenza aviaria che da tempo preoccupa la comunità scientifica.

Questo virus non è nuovo. Ha fatto la sua comparsa nel 1997 a Hong Kong, devastando gli allevamenti di pollame e uccidendo quasi il 100% dei polli infetti. Nel corso degli anni, si è diffuso in tutto il mondo, trasportato dagli uccelli migratori, e ha fatto salire il livello di preoccupazione ogni volta che ha infettato un mammifero. L’episodio più allarmante si è verificato nel 2022 in Argentina, quando ha sterminato migliaia di elefanti marini con un tasso di mortalità del 97%.

Se fino ad allora il contagio avveniva solo attraverso il contatto diretto con gli uccelli, l’infezione tra mammiferi ha segnato un cambiamento preoccupante. Lo scorso giugno, gli scienziati hanno confermato la trasmissione del virus tra gli elefanti marini. Poco dopo, negli Stati Uniti, H5N1 ha iniziato a diffondersi tra le mandrie di bovini da latte, superando la soglia delle 800 infezioni in 16 stati. Il primo caso mortale negli Stati Uniti è stato confermato a gennaio, alimentando le preoccupazioni degli esperti.

Nuovo rischio aviaria, cosa sappiamo sul virus: come si trasmette

Ad oggi non ci sono prove che il virus abbia acquisito la capacità di trasmettersi da persona a persona. Ma ogni nuovo contagio umano aumenta il rischio di un’evoluzione in questa direzione. La possibilità di una pandemia non è un’ipotesi remota: il virus sta accumulando mutazioni, e la comunità scientifica mette in guardia su due potenziali scenari che potrebbero accelerare questo processo.

Tra tutti gli animali da allevamento, i suini rappresentano la minaccia più concreta per l’evoluzione di un ceppo di H5N1 capace di infettare gli esseri umani. I maiali hanno una caratteristica unica: possono essere infettati sia dai virus dell’influenza aviaria che da quelli dell’influenza umana. Questo li rende un “laboratorio vivente” dove i virus possono mescolarsi e generare nuove varianti.

Qual è la situazione del virus h5n1 nel mondo – sciencecue.it (Deposit Photo)

Come i maiali rischiano di diffondere il nuovo virus: la loro funzione

L’influenza è causata da virus a RNA, che non hanno un meccanismo di correzione degli errori durante la replicazione. Ciò significa che ogni volta che si moltiplicano, possono accumulare mutazioni casuali. Inoltre quando un maiale è infettato da due virus influenzali contemporaneamente, può avvenire un fenomeno chiamato “riassortimento genetico”. In pratica, i due virus si scambiano segmenti del loro materiale genetico, dando vita a una nuova combinazione virale.

È esattamente ciò che è accaduto con la pandemia di influenza H1N1 del 2009, che ha avuto origine nei suini in Messico. Gli scienziati temono che possa accadere di nuovo con H5N1. Già nell’ottobre 2023, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha rilevato il virus in due maiali in Oregon, infettati da uccelli selvatici. Sebbene non ci siano prove che il virus si stia diffondendo tra i suini da allevamento, l’evento ha dimostrato che i maiali possono essere infettati, aumentando il rischio di nuove varianti.

Published by
Loris Porciello