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Piante che crescono al buio: l’impatto inaspettato del turismo nelle grotte sacre

La flora è germogliata spontanea, anche in assenza di luce dall’esterno. E’ quanto successo in una grotta (e tesoro Maya) situata in America Centrale

All’interno della grotta Actun Tunichil Muknal, in Belize si è assistito alla crescita inaspettata di piccoli germogli che puntano ad espandersi lungo l’interezza delle pareti calcaree della cavità. L’elemento che rende davvero questo avvenimento così inspiegabile, è la rarità di penetrazione nella grotta della luce solare, rendendo decisamente impegnativa la crescita floristica.

In merito sono state avanzate differenti spiegazioni. In particolare, anche le guardie turistiche che frequentano quotidianamente l’area si sono espresse a riguardo, ipotizzando che i fari possano in qualche modo sostituire l’azione illuminante della luce solare, consentendo la crescita della lampenflora, costituita da alghe, muschi, licheni e microbi.

Nonostante siano molti i turisti che visitano la grotta a cadenza giornaliera, appare difficile pensare che l’utilizzo delle lampade possedute dagli stessi nel corso dell’escursione si riveli efficace a tal punto da favorire lo sviluppo di specie animali, data anche la sporadicità della luce che viene rivolta verso i germogli.

Un’ulteriore probabilità, invece, è quella sostenuta dai ricercatori, che puntano il dito sulla possibilità di trasporto dei semi da cui i germogli si sono generati, direttamente dagli animali o dall’azione dell’acqua fin dentro la grotta. E’ stato piegato anche come, per esempio, il guano di pipistrelli – una delle specie maggiormente presenti all’interno della cavità – possa fungere da fertilizzante naturale in modo molto efficace.

Gli effetti della lampenflora sull’ecosistema

Tuttavia, il discorso cambia diametralmente quando le grotte presentano al loro interno luce artificiale, ossia lampade permanenti montate all’interno della cavità, capaci di generare, come detto in precedenza, una straordinaria proliferazione di muschi ed alghe, provocando un drastico rimodellamento nella flora degli antri terreni. Benjamin Tobin, direttore del National Cave and Karst Research Institute, ha utilizzato due esempi – le grotte di Stiffe in Italia e le Lehman Caves in Nevada -, nei quali i visitatori hanno la possibilità di osservare le piante cresciute all’interno, grazie proprio all’energia fornita dalle luci permanenti.

Non è da escludere la possibilità che la lampenflora sia in grado di produrre effetti negativi, provocando gravi turbamenti nell’equilibrio faunistico degli ecosistemi sotterranei, probabilità avanzata anche dal biologo e ricercatore nostrano Giuseppe Nicolosi. Inoltre, è stato evidenziato come la proliferazione di batteri sia direttamente collegata alle azioni, seppur involontarie, dell’uomo. Che sia una confezione di plastica lasciata a terra o l’inevitabile perdita di cellule morte e microplastiche presenti nella nostra pelle, l’alterazione e l’impatto generati sull’ecosistema della grotta devono essere presi in considerazione.

Flora e fauna all’interno della caverna (Belize.com foto) – www.sciencecue.it

L’influenza antropica e le misure per minimizzare l’impatto

Anche la presenza di anidride carbonica all’interno dell’ambiente e l’accrescimento della sua quantità sono da imputare all’uomo. Non è un caso che grotte fondamentali per il patrimonio artistico preistorico, ricche di pitture rupestri come a Lascaux in Francia e ad Altamira in Spagna, siano state chiuse al pubblico a causa della condizione di danneggiamento a cui le opere stavano andando incontro. La grotta belisiana di Actun Tunichil Muknal non è da meno, in quanto custodisce una concreta impronta della storia Maya nel Centro America. Anche per questo il governo del Belize ha deciso di introdurre misure più restrittive, che i visitatori dovranno obbligatoriamente osservare per cercare di generare il minor impatto possibile sulla cavità.

Rientrano in questo piano il divieto dell’uso di telefonini e macchine fotografiche, nonché la riduzione dei gruppi d’escursione da otto a sei persone, già introdotta a partire dallo scorso gennaio. Il biologo Nicolosi resta irremovibile sulla sua posizione, affermando come alle luci artificiali bisognerebbe preferire l’uso della lampada frontale, in modo da impedire la crescita di una flora che, sul lungo termine, può rivelarsi altamente deleteria per la conservazione dell’ecosistema e delle sue biodiversità.

Published by
Flavio Forlini