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Giappone, un arcipelago scolpito dalla subduzione: il ruolo dei solfuri massivi

Il Giappone è uno stato molto attivo a livello geologico, nato da un processo di subduzione. La sua storia è molto particolare. 

Il Giappone, un arcipelago situato in una zona geologicamente attiva, vanta una storia geologica complessa e affascinante. La sua formazione è stata plasmata da eventi tettonici significativi, come la subduzione di placche oceaniche sotto la placca continentale. Tuttavia, la datazione precisa di questi eventi è spesso ostacolata dalla scarsa conservazione dei microfossili, distrutti dal calore del metamorfismo.

La geocronologia isotopica, un metodo di datazione basato sull’analisi del decadimento radioattivo di elementi specifici, offre una soluzione promettente per superare questa sfida. Uno studio condotto dalla Waseda University, si è concentrato sull’utilizzo della geocronologia isotopica Re-Os per datare depositi di solfuri massivi vulcanogenici (VMS) di tipo Besshi, presenti in Giappone.

Questi depositi, associati a dorsali medio-oceaniche coperte da sedimenti, rappresentano un’opportunità unica per tracciare l’evoluzione geologica del Giappone. La loro formazione è legata a processi vulcanici sottomarini e fornisce preziosi marcatori temporali per la subduzione delle dorsali.

Lo studio, guidato da Tatsuo Nozaki e il suo team, ha analizzato due depositi VMS, Makimine nella prefettura di Miyazaki e Shimokawa nella prefettura di Hokkaido, applicando la datazione Re-Os per determinare la loro età. I risultati ottenuti hanno fornito informazioni cruciali sulla storia geologica del Giappone e sull’evoluzione dei processi tettonici che hanno plasmato l’arcipelago.

La datazione dei depositi

L’analisi dei depositi VMS di Makimine e Shimokawa ha rivelato che si sono formati rispettivamente 89,4 ± 1,2 milioni di anni e 48,2 ± 0,9 milioni di anni fa. Queste età sono significative perché indicano che i depositi si sono formati prima della subduzione della dorsale Izanagi-Pacifico sotto il Giappone.

L’età dei depositi VMS è coerente con le rocce sedimentarie circostanti e con la presenza di greenstone (basalto metamorfico in situ) e l’assenza di chert, elementi che supportano l’ipotesi che i depositi si siano formati in un ambiente di dorsale medio-oceanica. Inoltre, l’analisi degli isotopi di piombo radiogenico e la variabilità negli isotopi di zolfo (δ³⁴S) forniscono ulteriori evidenze a sostegno di questa interpretazione.

Illustrazione di un fenomeno di subduzione (Depositphotos FOTO) – www.sciencecue.it

Nuove prospettive e il futuro della ricerca

La datazione precisa dei depositi VMS ha importanti implicazioni per la ricerca mineraria e per la comprensione dell’evoluzione geologica del Giappone. Questi depositi possono essere considerati marcatori temporali cruciali per datare la subduzione delle dorsali e per ricostruire la storia tettonica del Giappone.

Inoltre, la conoscenza precisa dell’età dei depositi VMS può favorire la ricerca di nuovi depositi minerari legati a processi tettonici simili, sia in Giappone che nel resto del mondo. Lo studio fornisce nuove informazioni sull’evoluzione geologica del Giappone e contribuisce alla comprensione dei processi tettonici che hanno plasmato l’arcipelago.

Published by
Mattia Papàro