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Sopravvivere senza sesso: il “mistero” genetico degli acari oribatidi

Gli acari a livello medico possono provocarci alcuni problemi, ma dal punto di vista evoluzionistico sono molto interessanti.

Parliamo di un argomento davvero affascinante: gli acari oribatidi! Questi piccoli esseri viventi si sono riprodotti per 20 milioni di anni in modo asessuato, lasciando inizialmente qualche dubbio sulla loro biologia.

Secondo la teoria più accreditata, la riproduzione sessuale è fondamentale per generare variabilità genetica e adattarsi agli ambienti in continuo cambiamento. Ma come fanno questi acari a sopravvivere senza sesso? È un vero rompicapo!

Un team di ricercatori dell’Università di Colonia ha deciso di indagare su questo “mistero”. L’obiettivo era analizzare il genoma dell’acaro oribatide Platynothrus peltifer per scoprire quali meccanismi gli permettano di prosperare senza la necessità di un partner.

È incredibile pensare che, in un mondo dove la riproduzione sessuale è considerata la norma, almeno per gli esseri umani, ci siano organismi che si riproducono in modo diverso da come siamo abituati a pensare. Esistono tanti modi per riprodursi, non solo quello “classico”.

Lo studio in breve

Il team di ricerca ha messo in atto un piano ben preciso. Volevano non solo analizzare il genoma di questi acari, ma anche verificare l’efficacia della riproduzione partenogenetica nel mantenere la diversità genetica. Hanno condotto uno studio in collaborazione con istituzioni internazionali, utilizzando il sequenziamento genomico su singoli individui per analizzare le differenze tra le due copie cromosomiche. Hanno raccolto dati da popolazioni globali di Platynothrus peltifer, il che è davvero impressionante!

I risultati sono stati sorprendenti. Hanno scoperto che le due copie dei cromosomi evolvono in modo indipendente, un fenomeno noto come Effetto Meselson. Questo porta alla generazione di varianti genetiche e alla preservazione di informazioni chiave per la sopravvivenza. Inoltre, alcuni geni vengono attivati più di altri in risposta ai cambiamenti ambientali, offrendo un vantaggio selettivo. È come se questi acari avessero un piano di emergenza sempre pronto!

Illustrazione di un individuo di Platynothrus peltifer (data.nhm.ac.uk FOTO) – www.sciencecue.it

Le implicazioni dal punto di vista evoluzionistico

Ma non finisce qui! Gli acari oribatidi non solo dimostrano che la riproduzione sessuale non è sempre necessaria per la diversità genetica, ma ci offrono anche nuove prospettive sull’evoluzione senza sesso. Hanno anche scoperto che questi acari possono acquisire geni da altre specie attraverso un processo chiamato trasferimento genico orizzontale (HGT), ampliando le loro capacità metaboliche. Ad esempio, possono digerire pareti cellulari complesse, il che è piuttosto utile!

Inoltre, gli elementi trasponibili, o “jumping genes”, contribuiscono alla diversità genetica e all’adattabilità. Queste sequenze di DNA si spostano all’interno del genoma, rendendo gli acari ancora più resilienti. Il team di ricerca ha in programma di continuare a esplorare ulteriori meccanismi genetici che favoriscono la persistenza degli organismi asessuati. È un campo di studio che potrebbe cambiare radicalmente la nostra comprensione dell’evoluzione!

Published by
Mattia Papàro