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18 maggio 1980, cosa ci ha insegnato l’eruzione del Monte Saint Helens

Eruzione del Monte Saint Helens

L'evento eruttivo del 1980 (Western Washington University foto) - www.sciencecue.it

Un evento senza pari nella storia vulcanologica del Nord America. Quali sono stati i mutamenti che hanno coinvolto il mondo geologico a seguito dell’eruzione?

Il 18 maggio 1980 lo Stato di Washington, a nord-ovest degli USA, visse attimi di assoluto dramma a seguito di un’esplosione estremamente violenta, proveniente dal cratere del Monte Saint Helens, uno dei vulcani nordamericani maggiormente noti per la sua attività. Parliamo di un evento che viene indicato dai geologhi e vulcanologhi del mondo intero come uno spartiacque nel mondo della vulcanologia contemporanea.

Il vulcanologo dell’INGV Tullio Ricci ha spiegato come questa eruzione abbia significato la prima attività esplosiva direttamente testimoniata dagli esperti in tempi moderni, poiché osservata in tempo reale dagli stessi. Innanzitutto c’è da specificare che, nonostante la sua attività fosse già nota, il Monte Saint Helens non prevedeva una rete di monitoraggio estremamente accurata.

Erano le 8:32 del mattino quando l’evento squarciò la tranquilla quotidianità dello Stato boschivo. La prima stazione sismica a rinvenire l’evento si trovava addirittura a decine di chilometri di distanza rispetto all’epicentro. Eppure le avvisaglie avevano già avuto dimostrazione nei mesi precedenti, a partire dalla comparsa di sismicità verificatasi nel marzo 1980.

L’effettiva eruzione fu preceduta, nei giorni immediatamente antecedenti, da una fase che gli studiosi descriverebbero come ‘unrest‘, ossia di agitazione e agitazione sismica, che stando alle conoscenze che si possiedono oggi avrebbe potuto permettere di individuare l’accumulo di magma che stava avvenendo sotto la superficie.

Il processo che ha condotto all’esplosione

Lo sforzo di monitoraggio e nell’implementazione del sistema di sorveglianza del vulcano vennero effettivamente messi in pratica dallo USGS (United States Geological Survey), ma la criticità fu rappresentata dall’esperienza degli studiosi statunitensi concentrata prevalentemente nel campo dei vulcani effusivi, al contrario di rappresentazioni esplosive come nel caso del Saint Helens, eventi con cui non avevano mai avuto a che fare. Come si è articolato l’effettivo avvenimento? Innanzitutto attraverso una potente scossa di terremoto, con magnitudo pari a 5.2 sotto le pendici del vulcano, che ha generato una frana; la conseguenza diretta di questo fenomeno è stata la depressurizzazione del sistema vulcanico, originando l’esplosione laterale sul rigonfiamento del Saint Helens.

Il suo fianco settentrionale, infatti, aveva già da tempo cominciato a gonfiarsi, di circa 2 metri in più ogni giorno trascorso. La velocità massima raggiunta dall’esplosione è stata capace di superare i 1.000 km/h, devastando circa 600 km quadrati del territorio circostante, dando origine ad un’eruzione che sarebbe proseguita per gli undici anni successivi, senza mai produrre, però, effetti di portata neanche lontanamente avvicinabile al Monte Saint Helens.

Monte Saint Helens
Monte Saint Helens oggi (University of California foto) – www.sciencecue.it

Il mondo della geo-vulcanologia dopo l’evento

A seguito dell’eruzione del Saint Helens l’intero ambito mondiale geologico e vulcanologico ha subito un drastico mutamento. E’ da questo evento che derivano le basi per il settore odierno, rappresentando una profittevole occasione per gli studiosi di approfondire manifestazioni fino ad allora poco esplorate, data anche la rarità di simili fenomeni nel continente nordamericano. Un determinante spartiacque a seguito del quale lo sviluppo tecnologico e i nuovi sistemi messi in campo hanno subito un’impennata particolarmente rilevante.

Nel corso quadriennio intercorso tra il 2004 e il 2008 ha avuto luogo l’ultima fase eruttiva documentata del Monte Saint Helens, dando origine a manifestazioni eruttive dalla portata decisamente inferiore rispetto al tremendo evento del 1980. Al giorno d’oggi si presenta come un vulcano quiescente, mantenuto sotto monitoraggio da parte dello United States Geological Survey, grazie al Cascades Volcano Observatory a Vancouver, cittadina a cavallo tra il Washington e l’Oregon.