A quest’ora non riesci proprio a sorridere: non è per niente casuale | Alla base una spiegazione scientifica
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Illustrazione di un signore triste (Pixabay FOTO) - www.sciencecue.it
Proprio a quell’ora, non si riesce a sorridere. Questo si verifica in una determinata situazione, decisamente inaspettata.
Sorridere sembra la cosa più naturale del mondo, ma per alcuni può essere incredibilmente difficile. A volte è la timidezza, altre volte la stanchezza, lo stress o semplicemente un periodo no.
Per molte persone, il problema è più profondo. Ansia, depressione o insicurezze possono rendere complicato anche solo accennare un sorriso.
Poi c’è chi, per abitudine o carattere, sorride poco e viene subito etichettato come “freddo” o “antipatico”. Ma non è sempre così. Non tutti esprimono felicità nello stesso modo, e non significa che chi sorride meno sia meno felice degli altri.
Alla fine, il sorriso non dovrebbe mai essere un obbligo. Quando è spontaneo, è bellissimo. Ma quando non viene, va bene lo stesso. Ognuno ha il suo tempo e il suo modo di esprimersi, e forzare le emozioni non ha mai aiutato nessuno.
Un legame particolare
Ci sono momenti in cui ci sentiamo leggeri, motivati, pieni di energia. Altri in cui tutto sembra più pesante, come se il mondo ci crollasse addosso. Spesso diamo la colpa a fattori esterni: una giornata stressante, il tempo brutto, problemi personali. Ma e se fosse anche una questione di orario?
Sì, perché il nostro umore non è stabile durante la giornata, cambia senza che ce ne rendiamo conto. E ora la scienza lo conferma: c’è un momento della giornata in cui siamo più felici e uno in cui, al contrario, siamo più vulnerabili a tristezza e ansia. Un team di ricercatori dell’University College London (UCL) ha studiato proprio questo fenomeno, analizzando per anni i cambiamenti emotivi di migliaia di persone. E i risultati sono decisamente interessanti.
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Cosa dice lo studio
Lo studio, che ha coinvolto più di 50.000 persone per due anni consecutivi, ha rilevato che il mattino è il momento migliore per il nostro umore. Al risveglio, siamo più positivi, probabilmente perché la giornata deve ancora iniziare e la mente è più riposata. Con il passare delle ore, però, l’energia cala e lo stress accumulato inizia a farsi sentire. E quando arriva la mezzanotte, secondo i ricercatori, tocca il punto più basso. A fine giornata, tra stanchezza e pensieri irrisolti, la nostra percezione della vita peggiora drasticamente.
Ma non è solo una questione di orario: anche il giorno della settimana ha il suo peso. Sorprendentemente, i dati mostrano che il lunedì e il martedì non sono poi così terribili, mentre il venerdì porta con sé una carica positiva grazie all’attesa del weekend. Il vero giorno “nero”, però, è la domenica. Sembra che l’idea di tornare alla routine lavorativa renda tutti più malinconici. E le cause di queste oscillazioni? Probabilmente un mix tra fattori biologici e psicologici, tra cui il ciclo ormonale che regola il nostro stato d’animo.