Illustrazione di un leopardo delle nevi (Wikipedia Eric Kilby FOTO) - www.sciencecue.it
Questa straordinaria creatura visse in un periodo incerto dal punto di vista climatico ed ambientale, eppure il suo areale era molto esteso.
Ci sono animali che sembrano appartenere a mondi lontani, creature quasi leggendarie che abitano luoghi inaccessibili. Tra questi, il leopardo delle nevi (Panthera uncia), un felide maestoso che per secoli abbiamo associato esclusivamente alle gelide vette dell’Himalaya. Ma ecco il colpo di scena: un nuovo studio ha svelato che, durante le ultime Ere Glaciali, questi felidi hanno conquistato territori ben più vasti, spingendosi fino all’Europa!
Un team di scienziati ha identificato per la prima volta fossili di leopardi delle nevi in luoghi inaspettati come la Francia e il Portogallo. La scoperta, pubblicata su Science Advances, mostra che questi felidi non erano affatto limitati alle altitudini estreme, ma piuttosto preferivano ambienti rocciosi e freddi, indipendentemente dall’altitudine.
A guidare lo studio sono stati Qigao Jiangzuo dell’Università di Pechino e Joan Madurell Malapeira dell’Universitat Autònoma de Barcelona. La loro ricerca ha dimostrato che il leopardo delle nevi non è sempre stato confinato sulle montagne dell’Asia centrale, ma ha vissuto e prosperato in diverse parti dell’Eurasia per oltre un milione di anni.
E allora, come hanno fatto questi felidi a viaggiare così lontano? E cosa ci raccontano questi fossili sulle loro abitudini e sulla loro capacità di adattarsi?
Quando pensiamo ai leopardi delle nevi, ce li immaginiamo a oltre 2.000 metri d’altezza, nascosti tra le vette innevate dell’Asia. Ma la realtà è ben più sorprendente! Fino a poco tempo fa, si pensava che non esistessero fossili di questa specie al di fuori del Tibet e delle aree limitrofe. Tuttavia, analizzando campioni precedentemente attribuiti ai leopardi comuni (Panthera pardus), i ricercatori hanno trovato prove inconfutabili della presenza dei leopardi delle nevi in Cina, Francia e Portogallo.
Il fossile più sorprendente? Un cranio quasi intatto ritrovato in una grotta a Porto de Mós, in Portogallo, noto come il “leopardo di Algar da Manga Larga”. Questo esemplare, risalente a circa 900.000 anni fa, dimostra che il leopardo delle nevi si era adattato a vivere anche nell’Europa occidentale! Una scoperta che cambia completamente la nostra visione sulla loro distribuzione geografica. Ma come hanno fatto a spingersi così lontano?
Il leopardo delle nevi non è solo un cacciatore formidabile, ma è anche un vero maestro dell’adattamento. Gli scienziati hanno scoperto che la sua evoluzione è stata plasmata dalle difficili condizioni ambientali, sviluppando caratteristiche uniche rispetto ai suoi cugini più “forestali” come il leopardo comune. Le principali differenze? I leopardi delle nevi hanno denti più grandi, un cranio più bombato e mascelle più robuste, perfette per abbattere prede potenti come i montoni e le capre di montagna. Ma non è tutto: il loro corpo è specializzato per affrontare terreni impervi, con arti potenti in grado di assorbire l’impatto dei salti su superfici rocciose, una lunga coda per mantenere l’equilibrio e un udito finissimo per individuare prede anche a grande distanza.
Questi adattamenti non sono solo legati all’altitudine, come si pensava in passato, ma piuttosto alle caratteristiche del terreno e del clima. Infatti, il nuovo studio suggerisce che il vero fattore chiave per la distribuzione del leopardo delle nevi non è stata la neve, ma la presenza di ambienti aperti e scoscesi, dove potesse muoversi agilmente e trovare cibo. E questo cosa significa per la loro conservazione oggi? Con il cambiamento climatico in corso, la loro capacità di adattarsi potrebbe giocare un ruolo fondamentale per la loro sopravvivenza. Se è vero che non hanno bisogno necessariamente di altitudini elevate, potrebbero trovare nuovi habitat in zone montuose diverse da quelle attuali. Un segnale di speranza per una specie che oggi conta solo circa 4.000 esemplari in natura.