Illustrazione di un'eruzione vulcanica (Pixabay FOTO) - www.sciencecue.it
I vulcani possono essere sia affascinanti che distruttivi, eppure non eruttano tutti allo stesso modo. Le eruzioni possono essere diverse!
Quando si parla di vulcani, la prima cosa che viene in mente è la loro forma, ma anche il tipo di eruzione che possono fare. Queste due cose sono strettamente legate! La forma del vulcano e il tipo di eruzione dipendono da un sacco di fattori, come la composizione della lava, la sua viscosità, la temperatura a cui viene emessa e la presenza di gas. È un po’ come una ricetta, dove ogni ingrediente influisce sul risultato finale.
Esistono, però, almeno otto tipi principali di eruzioni vulcaniche, anche se un singolo vulcano può cambiare stile eruttivo nel corso della sua vita, per via di una serie di eventi geologici (e non solo!) . Facciamo un po’ di ordine e dividiamo le eruzioni in base alle caratteristiche della lava e al meccanismo di emissione.
I vulcani sono un po’ come le persone: possono” cambiare carattere nel tempo”. È difficile classificarli in modo preciso, perché possono manifestare stili eruttivi diversi in momenti diversi. Ma le diverse classificazioni ci aiutano a comprendere l’intensità e l’impatto delle eruzioni, come un po’ di “istruzioni per l’uso” di questi giganti di fuoco. Conoscere la storia eruttiva di un vulcano e le diverse tipologie di eruzione, può fare la differenza nelle situazioni d’emergenza.
Per esempio, tra i dieci vulcani attivi in Italia (si parla solo di quelli superficiali e non di quelli che si trovano sotto l’acqua), sappiamo che lo Stromboli è caratterizzato da un’eruzione di tipo stromboliano (da cui prende il nome), mentre il Vesuvio da una di tipo pliniana.
Immagina un vulcano che erutta da una lunga fessura nella crosta terrestre. La lava è basica, fluida, e fuoriesce in modo tranquillo, come un fiume di fuoco. Queste eruzioni possono creare dei veri e propri altopiani basaltici, come l’eruzione lineare del vulcano Bárðarbunga in Islanda. Le eruzioni di tipo hawaiiano sono un po’ più “pacifiche”. La lava basica fuoriesce da vulcani a scudo, con emissioni di gas tranquille, senza esplosioni violente. Si possono formare dei laghi di lava nel cratere, con occasionali fontane di lava, come nel caso del vulcano Kilauea. Qui la lava è abbastanza fluida, ma tende a ristagnare nel cratere. Ogni tanto si verificano delle piccole esplosioni, come zampilli di lava, dovuti all’accumulo di gas. Un esempio classico? Le eruzioni a Stromboli, appunto!
In questo caso la lava è andesitica, più viscosa. Si forma un tappo solido che intrappola i gas, creando una pressione che alla fine esplode con violenza. Fuoriesce una grande quantità di materiale piroclastico e colate viscose che formano gli strato-vulcani, come il vulcano nelle Eolie. La lava si polverizza, formando grandi nuvole di polveri e ceneri. La lava è mediamente acida e forma un tappo che esplode dopo un lungo periodo di quiescenza. Si formano nuvole di ceneri e lapilli a forma di “pino rovesciato” con frammenti di pomice, come nell’eruzione di Pompei. La lava è acida, viscosa e non molto calda, si solidifica nel condotto e viene spinta fuori dalla pressione dei gas sotto forma di “spina”.
Ci sono, poi, delle eruzioni un po’ più “speciali”. Avvengono quando l’acqua di una falda entra in contatto con magma o rocce riscaldate. L’acqua evapora rapidamente, generando una violenta esplosione che espelle vapore, frammenti di rocce e lava finemente polverizzata. Si formano onde di gas e frammenti che si espandono radialmente, come nell’eruzione del vulcano Guagua Pichincha, in Ecuador.
I geologi, come i cuochi, hanno diverse ricette per classificare le eruzioni. Si possono distinguere le eruzioni magmatiche in freatiche (dovute al vapore) e freatomagmatiche (dovute all’interazione tra magma e acqua), oppure utilizzando una scala che misura la magnitudo e l’intensità delle eruzioni in base al volume eruttato l’altezza della colonna eruttiva. In quest’ultimo caso possiamo dividere le eruzioni di tipo hawaiiano, islandese, surtseiano, peleano, pliniano, ecc.