Dolore, percezione e pensiero: come scoprire se un animale è cosciente

Piccola scimmia (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Un nuovo metodo scientifico potrebbe aiutare a identificare la coscienza negli animali, rivelando somiglianze con l’esperienza umana.
Gli animali pensano? Provano dolore allo stesso modo degli esseri umani? E soprattutto, sono coscienti? Sono domande che l’uomo si pone da secoli e che hanno acceso dibattiti tra filosofi e scienziati. Capire se una creatura non umana abbia una forma di coscienza simile alla nostra è una sfida enorme, perché non possiamo semplicemente chiederglielo. Serve un metodo più raffinato, basato su indizi misurabili e osservazioni scientifiche.
Da Bentham a Darwin, molti studiosi hanno cercato di rispondere a questa domanda. Bentham, ad esempio, sosteneva che il criterio fondamentale fosse la capacità di soffrire, mentre Darwin ipotizzava che la coscienza fosse un fenomeno distribuito lungo il percorso evolutivo, con differenze più quantitative che qualitative tra le specie. Eppure, ancora oggi, non esiste un accordo unanime: alcuni animali mostrano comportamenti complessi che suggeriscono una vita interiore ricca, mentre per altri è più difficile trovare prove convincenti.
Uno dei problemi principali è che la coscienza è soggettiva. Noi possiamo descrivere a parole cosa proviamo, ma gli animali? Senza un linguaggio condiviso, i ricercatori devono affidarsi ad altri segnali: il comportamento, la struttura del cervello, la risposta a stimoli particolari. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che certi animali sembrano riconoscersi allo specchio o prendere decisioni complesse, ma quanto di tutto ciò è davvero frutto di un’esperienza consapevole?
Negli ultimi anni, però, gli scienziati stanno cercando di superare queste difficoltà con nuovi approcci. L’idea non è più solo quella di trovare analogie con il comportamento umano, ma di individuare indicatori chiari che possano suggerire la presenza di coscienza nelle varie specie. Se questo metodo funziona, potremmo finalmente scoprire fino a che punto condividiamo il nostro mondo interiore con gli altri esseri viventi.
Un nuovo modo di studiare la coscienza negli animali
Un team di ricercatori ha pubblicato un saggio sulla rivista Science in cui propone un metodo innovativo per capire quali animali sono coscienti. Lo chiamano “marker method” e si basa su un’idea piuttosto semplice: se certi comportamenti o strutture cerebrali negli umani sono legati alla coscienza, allora la loro presenza negli animali potrebbe essere un segnale di coscienza anche per loro. Se un animale si comporta in un modo che, negli esseri umani, può essere spiegato solo con un’esperienza soggettiva, allora potrebbe significare che prova qualcosa di simile.
Gli autori dello studio sono Kristin Andrews (York University), Jonathan Birch (London School of Economics and Political Science) e Jeff Sebo (New York University). Il loro lavoro arriva dopo la “New York Declaration on Animal Consciousness”, un documento firmato da oltre 500 esperti che riconosce la possibilità di coscienza in tutti i vertebrati e in molti invertebrati. Tuttavia, i ricercatori avvertono che nessun singolo indizio può essere considerato una prova definitiva: serve un insieme di evidenze per poter dire con certezza che un animale è cosciente.

Cosa cambia e quali sono i limiti di questa teoria
Secondo lo studio, la coscienza potrebbe avere diversi livelli, e per capirla meglio servono nuove ricerche, possibilmente con tecniche non invasive. Gli scienziati suggeriscono di ampliare l’analisi a fenomeni più complessi oltre alla semplice esperienza del dolore, esplorando la percezione e il pensiero in maniera più approfondita.
Ma la questione è tutt’altro che chiusa. Dimostrare la coscienza non è semplice e il rischio di interpretare male i dati è sempre presente. Alcuni animali potrebbero avere comportamenti che sembrano coscienti, ma che in realtà sono frutto di meccanismi automatici. Tuttavia, questa ricerca potrebbe avere implicazioni enormi, non solo dal punto di vista scientifico, ma anche etico: se un giorno scoprissimo che molti animali sono coscienti, dovremmo ripensare completamente il nostro modo di trattarli.