Primo piano

Meno Campylobacter nel pollo: un nuovo additivo potrebbe prevenire infezioni alimentari

Un nuovo additivo naturale potrebbe ridurre drasticamente la presenza di Campylobacter nei polli allevati all’aperto.

Il Campylobacter è un batterio piuttosto insidioso, responsabile di migliaia di casi di infezioni alimentari ogni anno. Lo si trova spesso nei polli, in particolare nell’intestino, e può finire nella carne che consumiamo. Se questa non viene cotta a dovere o maneggiata con cura, il rischio di contaminazione è elevato. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti nel contenere il problema, ma tenerlo sotto controllo negli allevamenti resta una bella sfida.

Le cose si complicano ancora di più negli allevamenti all’aperto e biologici. Qui i polli hanno libero accesso a spazi esterni, il che è ottimo per il loro benessere, ma significa anche che possono entrare in contatto con il batterio più facilmente. A differenza degli allevamenti intensivi, dove le condizioni sono più controllate, in questi ambienti è più difficile limitare la diffusione del Campylobacter, e trovare una soluzione efficace non è affatto semplice.

Finora, molti esperimenti si sono svolti in laboratorio, con risultati promettenti che però spesso non si replicano negli allevamenti reali. Ad esempio, si è provato ad aggiungere acidi organici nell’acqua dei polli, ottenendo una riduzione del batterio nelle prime settimane di vita.

Peccato che l’effetto tendesse a svanire con l’avvicinarsi della macellazione. Inoltre, negli allevamenti biologici le regole sono più rigide e non tutto ciò che funziona nei sistemi convenzionali può essere utilizzato. Insomma, serviva un’alternativa efficace, naturale e soprattutto praticabile in tutte le tipologie di allevamento. E sembra che un team di ricercatori danesi abbia trovato qualcosa di davvero interessante.

Biochar: un ingrediente segreto contro il campylobacter

Un gruppo di scienziati del DTU National Food Institute ha condotto un esperimento su un allevamento di polli all’aperto in Danimarca e ha ottenuto risultati sorprendenti: aggiungendo biochar al mangime, sono riusciti a ridurre la presenza del Campylobacter dell’80%. E la cosa più interessante? Nessun effetto collaterale sulla salute dei polli.

Ma cos’è esattamente il biochar? Si tratta di una sostanza ottenuta dalla pirolisi di materiali organici, come il legno. Oltre a sembrare efficace nel limitare la diffusione del Campylobacter, ha anche altri vantaggi: potrebbe aiutare a ridurre le emissioni di CO2 e contribuire a un sistema produttivo più sostenibile. Un aspetto fondamentale è che il biochar si adatta bene anche agli allevamenti biologici, rispettando le loro normative più restrittive.

Sperimentazione di intervento alimentare (www.sciencedirect.com foto) – www.sciencecue.it

Una soluzione che potrebbe rivoluzionare il settore

Nello studio sono stati testati anche acidi organici nell’acqua, che hanno portato a una riduzione del batterio del 76% quando i polli avevano circa 36 giorni. Però, col passare del tempo, il loro effetto è diminuito, rendendo questa strategia meno affidabile a lungo termine. Il biochar, invece, ha mantenuto la sua efficacia, dimostrandosi una soluzione più stabile.

Il progetto SafeChicken, che andrà avanti anche nel 2025, vuole capire esattamente come il biochar riesca a ridurre il Campylobacter nel microbioma intestinale dei polli. Se i ricercatori scopriranno il meccanismo preciso, questa tecnica potrebbe essere applicata anche agli allevamenti convenzionali e, magari, persino ad altri tipi di bestiame. Un piccolo cambiamento nel mangime, ma con un potenziale enorme per la sicurezza alimentare.

Published by
Furio Lucchesi