Agenzia delle Entrate, controlla subito la data sull’ultima cartella esattoriale: se leggi questo numero puoi tritarle subito

Illustrazione di alcuni dati bancari (Pixabay FOTO) - www.sciencecue.it
Basta controllare la data, e la situazione si capovolge inaspettatamente. Vedi cosa c’è scritto sulle cartelle esattoriali!
Le cartelle esattoriali sono comunicazioni ufficiali con cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ti informa di un debito non pagato verso lo Stato o altri enti. Possono riguardare tasse, multe o contributi non versati e vanno prese sul serio, perché ignorarle può portare a pignoramenti o fermi amministrativi.
Quando ricevi una cartella, la prima cosa da guardare è l’importo dovuto e la scadenza per il pagamento. Di solito, c’è anche il dettaglio di cosa riguarda il debito: può essere un’imposta non pagata, una multa stradale o contributi previdenziali arretrati.
Sulla lettera trovi anche il codice identificativo della cartella e le modalità per pagarla o contestarla. Se pensi che ci sia un errore, puoi fare ricorso entro i termini indicati. Meglio controllare subito, perché certi ricorsi hanno scadenze molto strette.
Infine, ci sono i contatti dell’ente che ha emesso la cartella e quelli dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Se hai dubbi o non puoi pagare subito, puoi chiedere una rateizzazione.
Quando arriva la cartella esattoriale… e ti viene un colpo
Ci siamo passati tutti, almeno una volta: arriva quella busta con il logo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, e il cuore fa un salto. Apri, leggi, e scopri che devi dei soldi allo Stato. Magari una vecchia multa dimenticata, un bollo auto non pagato, o qualche tassa arretrata che non sapevi nemmeno di dover versare. La cartella esattoriale è una sorta di “sveglia fiscale” che ti impone di saldare il debito entro un certo termine, altrimenti scatta l’esecuzione forzata. Insomma, non è proprio una di quelle lettere che apri con piacere.
Ma c’è un dettaglio che molti non sanno: se il Fisco non rispetta certe tempistiche, potresti non dover pagare nulla. Già, perché oltre alla prescrizione dei debiti (che varia da tributo a tributo), c’è anche una regola meno conosciuta che prevede che, se dopo la notifica della cartella passa più di un anno senza che parta l’azione esecutiva, il procedimento si blocca. In pratica, se il Fisco si “dimentica” di te per troppo tempo, prima di pignorarti qualcosa deve inviarti un’altra intimazione di pagamento e darti almeno 5 giorni per saldare. Interessante, vero?

Quando e perché una cartella diventa carta straccia
Ok, andiamo con ordine. Le cartelle esattoriali seguono regole ben precise e i tempi sono fondamentali. Se ricevi una cartella, hai 60 giorni per pagarla o per fare opposizione. Ma ecco il punto chiave: se dopo un anno dalla notifica non hanno fatto nulla, non possono più agire direttamente. Devono prima mandarti un nuovo avviso e solo dopo 5 giorni possono procedere con il recupero forzato (art. 50 del D.P.R. n. 602 del 1973).
E poi c’è la prescrizione. Dopo un certo periodo, i debiti si “cancellano” automaticamente, a meno che nel frattempo non sia arrivata un’altra notifica che interrompe il termine. Per esempio, il bollo auto si prescrive in 3 anni, le tasse locali in 5, e le imposte statali come Irpef e Iva addirittura in 10. Se hai ricevuto una cartella tanto tempo fa e nessuno ti ha più contattato, potresti non dover pagare nulla.