Home » Fake news: le persone sanno riconoscerle, ma dubitano anche delle notizie vere

Fake news: le persone sanno riconoscerle, ma dubitano anche delle notizie vere

Fake news (Depositphotos foto)

Fake news (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Più che la piaga delle fake news, c’è un altro grande problema che sta prendendo piede: la diffidenza verso le notizie vere.

Siamo bombardati da informazioni ogni giorno. Tra social, siti di news e messaggi inoltrati su WhatsApp, distinguere il vero dal falso sembra sempre più complicato. Da un lato c’è il rischio di credere a fake news, dall’altro c’è quello di diffidare anche delle notizie reali. Il risultato? Un cortocircuito dell’informazione in cui non si sa più di chi fidarsi.

Negli ultimi anni, gli esperti hanno provato a capire quanto siamo davvero bravi a distinguere tra notizie vere e bufale. I risultati? Un po’ sorprendenti. La gente, in generale, è abbastanza brava a riconoscere le fake news. Ma c’è un problema: si sbaglia di più quando si tratta di notizie vere. Questo significa che, invece di essere troppo ingenui, siamo diventati fin troppo scettici. E il dubbio costante ci porta a rifiutare anche informazioni affidabili.

Un altro fattore interessante è il peso delle idee politiche. Spesso pensiamo che chi crede alle fake news lo faccia solo perché vuole sentirsi dire ciò che già pensa. In realtà, secondo gli studi, il vero problema non è tanto credere a notizie false, quanto non credere a quelle vere se non ci piacciono. Insomma, non è solo una questione di ingenuità, ma anche di rifiuto selettivo: se una notizia conferma quello che pensiamo, la accettiamo; se va contro le nostre idee, la mettiamo in discussione.

E poi c’è il modo in cui le notizie ci vengono presentate. I social hanno cambiato il modo in cui percepiamo la credibilità delle informazioni. Un titolo sensazionalistico, una foto troppo accattivante, un formato simile a quello di una pubblicità… tutto questo fa scattare l’allarme della diffidenza, anche quando la notizia è reale. Il problema, quindi, non è solo la disinformazione, ma anche un clima di sospetto che finisce per danneggiare anche le fonti affidabili.

Siamo bravi a smascherare le bufale, ma diffidiamo troppo dell’informazione affidabile

Un’enorme ricerca pubblicata su Nature Human Behaviour ha analizzato 67 studi condotti in 40 paesi, coinvolgendo quasi 200mila persone. I risultati confermano che, in media, le persone sanno distinguere le notizie vere da quelle false. Ma ecco il dettaglio interessante: siamo più bravi a smascherare una bufala che a riconoscere una notizia vera. In pratica, quando sbagliamo, tendiamo a rifiutare un’informazione corretta piuttosto che credere a una falsa.

Lo studio ha anche dimostrato che, nonostante le preoccupazioni, l’orientamento politico non influisce sulla capacità di discernere tra vero e falso. Quello che cambia, però, è la reazione: siamo molto più scettici nei confronti delle notizie che vanno contro le nostre convinzioni. Quindi il problema non è tanto che le persone credano a tutto, ma che rifiutino informazioni vere solo perché non coincidono con la loro visione del mondo.

Notizie vere e notizie false (Depositphotos foto)
Notizie vere e notizie false (Depositphotos foto) – www.sciencecue.it

La vera sfida? Far accettare le notizie affidabili senza alimentare lo scetticismo

Questo significa che, per combattere la disinformazione, non basta smascherare le fake news. Bisogna anche lavorare sulla fiducia nell’informazione affidabile. Se diventiamo troppo diffidenti, finiamo per ignorare anche dati reali e verificati, e questo è un problema enorme. In un mondo dove tutti gridano al complotto, anche i fact-checker rischiano di non essere più ascoltati.

Un altro aspetto interessante riguarda il contesto in cui leggiamo le notizie. Le informazioni lette sui social vengono percepite come meno affidabili rispetto a quelle trovate su giornali tradizionali. Colpa dell’algoritmo? Della grafica accattivante? Della pubblicità onnipresente? Forse un po’ di tutto. Ma il risultato è chiaro: stiamo sviluppando una diffidenza cronica, e questo, paradossalmente, ci rende ancora più vulnerabili. Perché se non ci fidiamo più di nulla, finiamo per non credere nemmeno a ciò che potrebbe aiutarci a capire davvero come stanno le cose.