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Temperature minime e precipitazioni alterano il comportamento dei pipistrelli

Uno studio di lunga durata ha evidenziato molteplici cambiamenti nel comportamento dei pipistrelli in base al variare del clima.

Negli ultimi decenni, il clima è cambiato in modo evidente, e con lui anche il comportamento di tanti animali. Tra i più sensibili a queste variazioni ci sono i pipistrelli, creature notturne che regolano la loro vita in base alla temperatura e alle precipitazioni. Il problema? Il cambiamento climatico sta scombussolando i loro ritmi, con effetti che potrebbero essere più profondi di quanto pensiamo.

Le foreste montane, con le loro stagioni ben definite, sono ambienti in cui questi animali hanno sempre trovato il loro equilibrio. Tuttavia, quando le temperature minime si abbassano troppo o le piogge diventano irregolari, le loro abitudini iniziano a cambiare. Letargo, migrazione, accoppiamento: tutto dipende dal clima. Se questi fattori vengono alterati, le conseguenze possono essere imprevedibili.

Studiare questi cambiamenti non è semplice. I pipistrelli si spostano, si nascondono in cavità difficili da raggiungere e, in generale, non è facile tenerne traccia. Eppure, grazie a programmi di monitoraggio a lungo termine, i ricercatori stanno iniziando a capire meglio come le condizioni meteorologiche influenzino le loro vite. Un elemento chiave è la competizione tra specie, che potrebbe diventare più intensa se alcune popolazioni iniziano a soffrire più di altre.

Un aspetto curioso riguarda proprio la convivenza tra specie diverse. In alcuni casi, più pipistrelli che condividono lo stesso rifugio possono trarre vantaggio dal calore comune, specialmente in inverno. Ma cosa succede se il clima cambia a tal punto da favorire una specie a scapito di un’altra? Questo è uno dei grandi interrogativi a cui gli scienziati stanno cercando di rispondere.

30 anni di osservazioni tra i boschi dell’Appennino

Per capire meglio come il clima sta influenzando questi animali, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio durato tre decenni nei boschi dell’Appennino. Attraverso il monitoraggio di tre specie (Nyctalus noctula, N. leisleri e N. lasiopterus), hanno osservato da vicino come le loro abitudini siano cambiate nel tempo. I risultati? Un generale aumento delle popolazioni, ma con notevoli oscillazioni legate alla quantità di pioggia caduta ogni anno.

In particolare, si è visto che le precipitazioni influenzano il numero di pipistrelli presenti, ma non solo: N. leisleri sembra risentire molto anche delle temperature minime. Inoltre, un aspetto interessante riguarda la distribuzione stagionale dei maschi e delle femmine. I maschi di questa specie arrivano sempre prima, addirittura a febbraio, mentre le femmine si fanno vedere sempre più tardi, in estate avanzata o addirittura in autunno. Questo significa che la loro sovrapposizione stagionale si sta riducendo, con possibili conseguenze sulla riproduzione.

Schema dello studio (Science Direct foto) – www.sciencecue.it

Equilibri tra specie e possibili conseguenze

Un altro aspetto emerso riguarda il modo in cui le diverse specie interagiscono tra loro. Ad esempio, è stato notato che N. lasiopterus tende a comparire in zone dove è presente anche N. noctula, suggerendo una sorta di associazione positiva tra le due specie. Al contrario, N. leisleri sembra spostarsi quando la presenza di N. lasiopterus aumenta, probabilmente a causa di una competizione per i rifugi o le aree di caccia.

Questa ricerca dimostra che il cambiamento climatico sta riscrivendo le regole per i pipistrelli delle foreste italiane. Ogni specie reagisce in modo diverso, e alcune potrebbero trovarsi in difficoltà nel lungo periodo. La riduzione del contatto tra maschi e femmine di N. leisleri, ad esempio, potrebbe avere effetti sulla riproduzione, compromettendo la stabilità della popolazione. Per questo, il monitoraggio costante è fondamentale: capire questi cambiamenti oggi potrebbe aiutarci a proteggere queste specie prima che sia troppo tardi.

Published by
Furio Lucchesi