“È una pratica illegale”: sale l’allerta negli Oceani internazionali | I pescatori devono subito mettere via le loro reti

Sempre più allarmante la situazione negli oceani (pixabay.com) - www.sciencecue.it
Sempre più allarmante la situazione negli oceani, a causa di una pratica illegale e rischiosa per l’ambiente. Cosa sta succedendo?
Come brillantemente sottolineato anche dal portale la Legge per Tutti, l’uomo col suo comportamento scellerato contribuisce alla scomparsa degli habitat e delle specie marine, mettendo in pericolo anche i pesci e l’intero ecosistema.
Senza contare che anche i piccoli pescatori sono involontari responsabili di tale scempio. I grandi pescherecci dal canto loro solcano i mari, distruggendo le risorse a scapito dei piccoli pescherecci e dei pescatori artigianali, che stanno lentamente perdendo le loro piccole barche.
Per farla breve, un assoluto disastro nel disastro. Questo è la pesca indiscriminata e sconsiderata, con tecniche dannose e senza rispetto per i tempi di riproduzione delle risorse ittiche.
La situazione negli oceani internazionali sta diventando sempre più allarmante, e a lanciare un grido d’allerta tramite comunicato stampa è Sea Shepherd, l’organizzazione che da anni si impegna per la salvaguardia della fauna marina.
Il fulcro del problema
Focalizzandosi sulla protezione della vaquita, una focena straordinariamente rara che abita l’Alto Golfo di California, in Messico, Sea Shepherd sottolinea il rischio imminente di estinzione di questa specie, minacciata dalle reti da pesca illegali. La lotta per salvarla si sviluppa su più fronti.
Durante l’ultima riunione della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES) a Ginevra, Nina Young, direttrice degli Affari Internazionali di Sea Shepherd, ha condiviso i progressi ottenuti grazie alla collaborazione con il governo messicano.
In particolare, ha messo in evidenza una riduzione del 90% della pesca illegale nella Zero Tolerance Area, un’area cruciale per la sopravvivenza della vaquita. Tuttavia, non basta, e per questo la Young ha sollecitato un impegno internazionale più deciso per mantenere queste acque libere dalle reti da posta derivanti, che rappresentano una minaccia mortale per la vaquita.

Un piano collettivo
Sea Shepherd ha presentato anche un piano per ampliare il monitoraggio acustico e visivo, con l’obiettivo di localizzare le vaquitas rimanenti e proteggere il loro habitat. CITES ha accolto con favore questa richiesta, esprimendo la volontà di collaborare con il Messico per rafforzare le misure contro la pesca illegale in quest’area. Questo supporto internazionale costituisce un passo fondamentale per garantire un futuro alla vaquita.
La gravità della situazione è messa in luce da dati allarmanti: solo nel gennaio 2025, gli equipaggi di Sea Shepherd hanno recuperato oltre 1000 metri di reti illegali in un solo giorno. Da oltre dieci anni, l’organizzazione opera nel Golfo di California con un approccio innovativo volto a combattere la pesca illegale, che integra l’applicazione delle leggi, un monitoraggio costante in mare e l’utilizzo di tecnologie avanzate per dissuadere i pescatori di frodo.