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Ingegneria genetica: nati i primi topi lanosi, esperimento chiave per il ritorno del mammut

Illustrazione di un topo lanoso (Nature Colossal Biosciences FOTO) - www.sciencecue.it

Illustrazione di un topo lanoso (Nature Colossal Biosciences FOTO) - www.sciencecue.it

Sono nati i primi topi lanosi, che potranno servire, in un modo o nell’altro, a “riportare in vita” i mammut. 

Se ti dicessero che stiamo facendo passi avanti per riportare in vita il mammut lanoso, cosa penseresti? Fantascienza? Una sorta di Jurassic Park in versione artica? Eppure, gli scienziati di Colossal Biosciences stanno lavorando proprio su questo, e il loro ultimo esperimento ha prodotto qualcosa di davvero curioso: un topo con il pelo lanoso. Sì, un topo che sembra un mini-mammut.

L’idea di “de-estinguere” i mammut non è nuova, ma fino a ora sembrava più un sogno da romanzo che un progetto reale. Gli scienziati vogliono prendere gli elefanti asiatici, i parenti viventi più vicini ai mammut, e modificarne il DNA per renderli più resistenti al freddo. Ma testare questo tipo di ingegneria genetica su un elefante non è esattamente pratico, soprattutto perché ci vogliono quasi due anni per la gestazione. Così, hanno deciso di iniziare con qualcosa di più…piccolo.

Il primo esperimento su topi geneticamente modificati ha dato risultati promettenti. I roditori nati da questa ricerca presentano un pelo più lungo, arruffato e dorato, caratteristiche che potrebbero essere essenziali per resistere alle temperature glaciali

Ma tutto questo ha senso? Le implicazioni etiche sono tantissime, ma anche quelle scientifiche non sono da sottovalutare. Non tutta la comunità scientifica approva questa tipologia di studio e di approccio.

Un topo lanoso come prova generale

Creare un mammut da zero è un’impresa titanica. Non basta impiantare qualche gene di mammut in un elefante e sperare che il gioco sia fatto. Per questo, il team di Colossal ha deciso di testare il processo su animali più piccoli e facili da manipolare geneticamente. I topi, con il loro ciclo di vita breve e la facilità con cui si possono allevare in laboratorio, sono diventati i candidati perfetti. Gli scienziati hanno individuato una serie di geni responsabili del colore, della texture e della lunghezza del pelo nei mammut, e hanno provato a modificarli nei topi.

Il risultato? Alcuni topi sono nati con un pelo soffice, riccio e dorato, simile a quello che si pensa avesse il mammut lanoso. Hanno anche modificato un gene legato al metabolismo dei grassi, che potrebbe essere cruciale per sopravvivere alle basse temperature. Non tutto è andato liscio, ovviamente. Molti esperimenti non hanno portato alla nascita di cuccioli vivi, e non è ancora chiaro se questi topi siano effettivamente più resistenti al freddo. 

Illustrazione di alcuni topi lanosi (Nature Colossal Biosciences FOTO) - www.sciencecue.it
Illustrazione di alcuni topi lanosi (Nature Colossal Biosciences FOTO) – www.sciencecue.it

Alcuni dubbi su quest’approccio

Ora, il dibattito è aperto: ha senso dedicare tempo e risorse per far tornare in vita un animale estinto da migliaia di anni? Alcuni scienziati sono entusiasti, sostenendo che riportare i mammut potrebbe aiutare a ripristinare gli ecosistemi della tundra artica, riducendo le emissioni di gas serra e migliorando il sequestro del carbonio nel suolo. Altri, invece, sono più scettici. Uno dei problemi principali è che non basta che un animale “somigli” a un mammut: deve anche comportarsi come uno. E nessuno sa esattamente quali modifiche genetiche servirebbero per ottenere non solo il pelo lanoso e la resistenza al freddo, ma anche il comportamento sociale e il modo di interagire con l’ambiente.

Questo è un aspetto molto importante perché il comportamento non è codificato solo dai geni, ma anche dalle esperienze acquisite, tramandate dai genitori (o dal gruppo) alle generazioni successive. pertanto, si creerebbe al massimo un individuo privo di esperienza e di conoscenze utili alla sopravvivenza, alla riproduzione e a tantissimi altri aspetti. Senza contare le implicazioni etiche: ha senso “creare” un nuovo animale quando ci sono specie attuali che rischiano di scomparire per sempre? Per ora, Colossal Biosciences ha le idee chiare: il primo cucciolo di “mammut moderno” potrebbe nascere entro il 2028