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Meloni chiude i Pronto Soccorso di tutta Italia: “I pazienti restano nelle ambulanze” | Paghi o finisci al cimitero

Ospedale

Ospedale (PIXABAY FOTO) - www.sciencecue.it

La sanità pubblica in crisi: pronto soccorso saturi, pazienti in attesa e personale sotto pressione, ecco la situazione.

La situazione dei pronto soccorso italiani è sempre più critica, con segnalazioni di sovraffollamento, lunghe attese e pazienti bloccati sulle ambulanze in diverse città. Sebbene le cause possano essere molteplici, una delle emergenze più gravi e meno raccontate che sta minando la sanità pubblica è la drammatica carenza di infermieri, un’emorragia silenziosa che rischia di compromettere radicalmente l’accesso alle cure per i cittadini.

La mancanza di personale infermieristico non è solo una questione di numeri: si traduce concretamente in una riduzione della qualità dell’assistenza, in un aumento dei tempi di attesa, in un maggiore rischio di errori e in un sistema sanitario sempre più vicino al collasso.

La carenza di infermieri impatta su ogni aspetto del sistema sanitario, dai reparti ospedalieri all’assistenza domiciliare, dalle RSA al territorio. Il risultato è un’assistenza frammentata, superficiale e spesso inadeguata, che costringe i pazienti ad affrontare lunghe sofferenze e le famiglie a farsi carico di un peso assistenziale sempre più insostenibile.

Quali sono le cause di questa grave carenza di infermieri? Come si manifesta concretamente nei pronto soccorso e negli altri setting assistenziali? E quali sono le possibili soluzioni per arginare questa emergenza che mette a rischio la salute di tutti i cittadini?

Pronto soccorso al collasso: la mancanza di infermieri paralizza l’emergenza

La fotografia che emerge dalla fonte sulla situazione dei pronto soccorso italiani è allarmante. La carenza di infermieri si manifesta come un vero e proprio collo di bottiglia che impedisce il normale flusso dei pazienti e mette a dura prova la tenuta del sistema dell’emergenza-urgenza. L’esempio del pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, costretto a chiudere temporaneamente l’accesso per sovraffollamento nel 2023, è emblematico.

Decine di ambulanze sono rimaste ferme all’esterno con pazienti a bordo, impossibilitate a scaricare i malati a causa della mancanza di personale infermieristico in grado di prenderli in carico. Senza un numero adeguato di infermieri, anche le operazioni di triage, fondamentali per valutare la gravità dei pazienti e stabilire le priorità di intervento, subiscono rallentamenti significativi.

Ospedale
Ospedale (PIXABAY FOTO) – www.sciencecue.it

Una carenza strutturale: i numeri impietosi e le cause profonde

La fonte evidenzia come la carenza di infermieri in Italia sia un problema strutturale e di vaste dimensioni. Si stima che manchino almeno 65mila infermieri a livello nazionale, un numero che da solo dà la misura della gravità della situazione.

Questo deficit è aggravato da un rapporto infermieri/abitanti tra i più bassi d’Europa: in Italia ci sono solo 5,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro gli 11 della Germania. Inoltre, più del 40% degli infermieri italiani ha superato i 50 anni, il che fa presagire un’ulteriore riduzione del personale nei prossimi anni a causa dei pensionamenti, senza un adeguato ricambio generazionale. Un dato che sembra favorire in tutti i modi l’avvento dei privati anche in campo sanitario e che rischia di vedere replicato il caso del Cardarelli.