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“Dammi subito il cellulare” | TikTok, attenzione alle abitudini dei più piccoli: saranno segnati a vita dalla malattia

Bambini e smartphone (Depositphotos foto)

Bambini e smartphone (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

TikTok e i più piccoli: quello che sembra un gioco potrebbe lasciare segni profondi in loro, ecco in che modo. 

Oggi sembra quasi impossibile pensare a un pomeriggio senza smartphone. Per tanti ragazzini (e non solo) passare da un video all’altro è ormai la normalità. TikTok, in particolare, si è preso un posto speciale nelle giornate dei più giovani, diventando molto più di un passatempo. È un rifugio, una valvola di sfogo, un modo per non pensare a niente… forse troppo.

Le app continuano a cambiare, a migliorarsi — o almeno così dicono. Ogni nuova funzione sembra studiata apposta per renderle ancora più difficili da mollare. Video brevi, suoni accattivanti, sfide virali: tutto sembra progettato per tenerci lì, incollati allo schermo, senza darci neanche il tempo di chiederci se ne abbiamo davvero bisogno.

Eppure, nonostante tutto il divertimento, chi osserva da fuori — genitori, educatori, psicologi — comincia a farsi delle domande serie. Quanto ci cambia usare un social da così piccoli? Come incide sul nostro modo di pensare, di stare con gli altri, di crescere? Sempre più ricerche cercano di dare risposte a queste domande, e purtroppo le notizie non sono esattamente rincuoranti.

TikTok è uno di quei posti virtuali dove si entra per caso e si resta ore. Nessun grande mistero: algoritmi potentissimi ti servono contenuti sempre su misura, anticipano quello che ti piacerà ancora prima che tu lo sappia. Una cosa che, a prima vista, sembra quasi magica. Però dietro a tutto questo “magico” c’è qualcosa che inizia a preoccupare davvero.

Non è solo un problema americano

Se pensi che sia solo un problema degli Stati Uniti… ehm, purtroppo no. Anche in Italia TikTok sta spopolando. Secondo il report Digital 2024 di We Are Social e Meltwater, ci sono più di 21 milioni di utenti attivi, e il 60% di loro ha tra i 16 e i 24 anni. E gli italiani passano su TikTok più di 32 ore al mese, più che su qualunque altro social.

Pure da noi i dati raccontano una storia che fa pensare: secondo l’Istat, l’85% dei ragazzi tra 11 e 19 anni ha almeno un profilo social. E non parliamo solo di perdere tempo. Ci sono ormai problemi che riguardano anche i nostri figli, fratelli, amici. L’“economia dell’attenzione” funziona ovunque: ti prende con un video, ti tiene per ore, ti porta a volerne sempre di più. E così, poco a poco, si rischia di perdere qualcosa di molto più importante di un like o di una visualizzazione.

Ragazzi con smartphone (Pexels foto)
Ragazzi con smartphone (Pexels foto) – www.sciencecue.it

Quando lo svago diventa una prigione

A quanto pare, non sono solo ipotesi da adulti allarmisti. Alcuni documenti interni di TikTok, venuti fuori dopo una denuncia di 14 Stati americani, parlano chiaro: l’uso smodato dell’app è collegato a perdita di memoria, difficoltà a parlare in modo profondo, meno empatia e un botto di ansia in più, come riporta anche Pro vita e famiglia. Non è una questione da poco, soprattutto pensando che negli USA il 95% dei teenager ha in tasca uno smartphone e metà di loro non lo molla praticamente mai.

La cosa peggiore? I numeri sono impressionanti: depressione e ansia tra i giovani sono più che raddoppiati rispetto al 2010. Senza contare gli accessi in pronto soccorso per atti autolesionistici e i dati sui suicidi, che fanno davvero paura. TikTok (e altri social) hanno centrato il loro obiettivo: tenerci sempre collegati. Ma a che prezzo? Anche i capi della piattaforma, in alcune mail trapelate, si chiedono preoccupati cosa stiano sacrificando i ragazzi: “dormire, muoversi nella stanza, guardare negli occhi qualcuno”.