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In piedi per casa: da oggi non ti tolgono l’accompagnamento se ti beccano così | Ti tocca anche se non sei bloccato a letto

Anziano in casa (Depositphotos foto)

Anziano in casa (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it

Se ti muovi in casa ma non riesci a fare questo, potresti comunque avere diritto all’indennità: ecco cosa ha stabilito la Cassazione.

Non sempre le cose sono come sembrano. C’è chi riesce a muoversi in casa, magari si alza, va in cucina, prepara il caffè… ma poi tutto cambia quando deve fare altro. Non si può ridurre tutto a una definizione secca come “autosufficiente” o “non autosufficiente”. La realtà è fatta di sfumature, e quando si parla di difficoltà quotidiane, quelle sfumature contano eccome.

Certe persone, soprattutto anziani o chi vive in contesti poco accessibili, affrontano ogni giorno situazioni che magari non sembrano gravi agli occhi di tutti, ma che lo sono. E non parliamo solo di malattie o disabilità evidenti. Ci sono casi in cui la vera limitazione non è dentro casa.

La legge spesso fatica a tenere il passo con la vita reale. Però a volte, succede che qualcosa si muove. Quando le istituzioni – come l’INPS o la magistratura – iniziano a vedere oltre i moduli da compilare, succede qualcosa di buono. Ecco, questo è uno di quei casi.

Quando ci si rende conto che non basta vedere se uno riesce a cucinare o a lavarsi i denti, ma bisogna anche chiedersi altro. Perché, alla fine, non è solo una questione di salute. È una questione di dignità, di libertà personale. Ed è proprio qui che entra in gioco un’interpretazione che può cambiare parecchio.

Quando il limite non è dentro casa

Parliamo dell’indennità di accompagnamento, quella misura economica dell’INPS pensata per chi ha gravi difficoltà motorie o non riesce a gestire da solo le azioni quotidiane. Ma – e qui arriva il punto interessante – la Corte di Cassazione, già nel 2004, ha aperto a una visione un pò diversa, meno rigida.

Con la sentenza n. 8060, la Suprema Corte ha chiarito che l’indennità può spettare anche a chi, pur riuscendo a gestirsi in casa, non è in grado di affrontare il “fuori”. In sostanza: non serve essere allettati o completamente dipendenti per avere diritto al sostegno. Se non puoi uscire da solo, magari per scale troppo ripide o perché il fisico non regge più… allora lo Stato può – anzi, deve – darti una mano. Ed ecco perché.

Persona anziana (Pixabay foto)
Persona anziana (Pixabay foto) – www.sciencecue.it

L’importanza del contesto nella valutazione

L’INPS, nel suo sito, lo spiega chiaramente: è tutto nelle mani della commissione medica. Spetta a loro valutare, caso per caso, se la persona può realmente vivere senza assistenza, anche fuori dalle quattro mura. E in certi casi, anche se uno riesce a fare la doccia o a prepararsi da mangiare, può comunque trovarsi bloccato in casa senza nessuno che lo aiuti.

Ecco perché la Corte ha detto che il requisito dell’“impossibilità di deambulare” può valere anche per chi è prigioniero del proprio appartamento. Non è una scappatoia, non è un’eccezione: è un’integrazione di buon senso.