“Devi lasciare il posto di lavoro”: da oggi non puoi sgarrare nemmeno di 1 minuto | Non ti lasciano nemmeno i soldi per il pane
Licenziamento (Depositphotos foto) - www.sciencecue.it
Da piccoli ritardi a gravi conseguenze: ora basta pochissimo per rischiare parecchio, presta attenzione alle accortezze sul lavoro.
Essere puntuali è sempre stato importante, ok, ma diciamoci la verità: chi non ha mai fatto tardi di cinque minuti, magari per un autobus perso o una sveglia che non suona? Fino a poco tempo fa, queste cose passavano inosservate. O al massimo ti beccavi uno sguardo storto e fine lì. Ma adesso la musica sembra cambiata — e pure parecchio.
In certi ambienti lavorativi, non si chiude più un occhio. Anzi, sembra che anche il più piccolo ritardo venga visto come un segnale di scarsa affidabilità. Non conta più quanto lavori bene, se arrivi in tempo è tutto ok, ma se fai tardi… beh, potresti finire sotto la lente. La fiducia si misura col cronometro, in pratica.
Questa nuova rigidità fa un pò impressione. Perché in fondo, non si tratta solo di orari, ma di un modo diverso di intendere il rapporto tra azienda e dipendente. Non sei più solo una persona che lavora, sei uno che deve dimostrare ogni giorno di essere “degno” di fiducia. Sennò scatta la sanzione. O peggio.
E poi c’è un altro aspetto da non sottovalutare: non tutti i ruoli pesano allo stesso modo. Se un tecnico arriva tardi e blocca una produzione intera, è un conto. Se arriva in ritardo chi si occupa delle piante in ufficio (con tutto il rispetto), forse l’impatto non è lo stesso. Però pare che anche queste differenze inizino a sfumare…
Quando il ritardo diventa un problema serio (anche per il portafoglio)
Secondo La Legge per Tutti, il datore non può licenziare così, di punto in bianco, per un ritardo singolo. Ma attenzione perché ha diverse armi disciplinari da usare prima. Si parte da un richiamo verbale (che a volte è solo una chiacchierata), poi si passa all’ammonizione scritta, fino ad arrivare a sanzioni economiche vere e proprie.
E qui iniziano i dolori. Perché una delle sanzioni più toste — ma che ti fa comunque tenere il posto — è la sospensione dalla retribuzione. In pratica: ti presenti in ritardo, e il capo può decidere di non pagarti per uno o più giorni. Fino a dieci, per la precisione. Non male, per essersi dimenticati di puntare la sveglia. Ma anche per quanto riguarda il licenziamento ci sono delle possibilità.
Le possibilità peggiori
La cosa diventa ancora più seria se il ritardo è una (brutta) abitudine. Ripeti l’errore, ti becchi una sanzione. La ripeti di nuovo, e alla fine può scattare anche il licenziamento per giusta causa. Ma solo se il datore ti ha già fatto notare ufficialmente i tuoi ritardi. Insomma, non può farti fuori al primo colpo… ma se continui, la porta è quella.
In tutto questo, la vera “punizione” che colpisce per prima è proprio la sospensione dello stipendio. E, in tempi come questi, anche perdere pochi giorni di paga può fare male — molto più di un rimprovero. Ecco perché è bene evitare ritardi, per quanto possibile.