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L’acqua terrestre potrebbe essere stata creata grazie al Sole

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L’acqua che tutti noi vediamo oggi e che riempie in nostri mari trae origine dal Sole, grazie ai venti solari che quest’ultimo emette. Secondo le ultime ricerche, l’acqua potrebbe essere stata creata non solo da una componete rocciosa ma daiventi solari e dalle particelle emesse dalla nostra stella.

Il Sole potrebbe aver generato le nostre acque

Queste nuove nozioni sono state apprese da un team di ricercatori dell’ Università di Glasgow, capitanato da Luke Daly, che grazie all’analisi dei campioni prelevati dalla sonda Hayabusa è stato in grado di risalire all’origine della nostra acqua. Lo studio, infatti, è basato sullo screening atomico che è stato operato sui reperti appartenenti all’ asteroide Itokawa e che la sonda ha riportato sulla Terra nel 2010.

Secondo gli scienziati le particelle emesse dal Sole, in sostanza costituite prevalentemente da ioni di idrogeno, sono state in grado di formare molecole d’acqua durante il loro contatto con la povere di asteroide presente nel pianeta. Agli inizi, infatti, la Terra è stata probabilmente “invasa” da corpi celesti intrisi di silicati che poi, a contatto con l’idrogeno, hanno potuto portare alla formazione di monossido di diidrogeno.

Le diverse teorie sull’origine dell’acqua dal Sole e il significato di vento solare

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Illustrazione rappresentativa del vento solare. Credits: NASA

Sebbene le ultime ricerche siano molto valide, gli scienziati hanno inanellato diverse teorie negli anni sulla genesi dell’acqua terrestre. Una di queste, acquisisce il merito alla nascita del monossido di diidrogeno ad alcuni asteroidi di origine carbonica. Tuttavia, gli studi hanno evidenziato come l’ “impronta chimica” di questi corpi celesti non si possa perfettamente sovrapporre a quella dell’acqua.
Infatti, secondo Phillip Bland, il direttore dello Space Science and Technology Centre (Sstc) della Curtin University in Australia, ciò “significa che c’è almeno un’altra fonte mancante”.

Ad oggi sappiamo che ogni giorno i pianeti vengono esposti ai venti solari a alle particelle che la grande stella emette. Ovviamente, queste masse infinitesime erodono la superficie degli altri corpi celesti sino a consumare lo strato roccioso superiore della Luna, di Mercurio e anche di Marte. Infatti come spiega anche Friedrich Aumayr della TU Wien “il vento solare consiste di particelle cariche, principalmente ioni di idrogeno ed elio, ma giocano un ruolo anche atomi più pesanti fino al ferro”.

I danni dei venti solari

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Vento solare e atmosfera terrestre. Credits: NASA

Il vento solare è in realtà la corrente formata dalla parte esterna dell’atmosfera solare ed è composto da protoni ed elettroni che contengono tracce di elio. Secondo gli ultimi studi, il nostro Sole emetterebbe questa corrente ad una velocità che va tra i 200 e i 900 chilometri al secondo con temperature che andrebbero a sfiorare il milione di gradi centigradi. I venti solari, dunque, sono molto caldi e veloci, e sono formati da una massa di un milione di tonnellate di particelle al secondo. Proprio per questo motivo, i venti solari hanno anche un “potere distruttivo”.

Secondo le ultime ricerche, infatti, l’attuale atmosfera presente su Marte è da imputare proprio a questo fenomeno e, secondo i ricercatori, il pianeta rosso perde gas proprio a causa della corrente formata dal Sole. I ricercatori infatti, grazie ai dati raccolti dalla missione MAVEN, Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN, hanno attestato come questa “fuoriuscita” sia attualmente pari a 100 grammi al secondo. La perdita di gas sembrerebbe essere stata addirittura superiore di questo quantitativo miliardi di anni fa, e questo cambiamento avrebbe impedito irrimediabilmente a Marte di ospitare la vita.

L’acqua generata da rocce e Sole

Fortuitamente, sulla Terra non si è verificato il grande potere distruttore dei venti solari, giacché il nostro pianeta può contare sulla protezione dell’atmosfera terreste e sul suo campo magnetico. Secondo i ricercatori i meteoriti presenti sulla Terra, detti condriti carbonacee, hanno la stessa composizione dei planetesismi, ovvero di quegli oggetti rocciosi che formano i pianeti del sistema solare e che contengono tutti gli ingredienti necessari per dare luce alla vita.

Dalle analisi emerge che l’acqua ha potuto avere origine grazie agli ioni di idrogeno provenienti dal Sole, che sono riusciti ad “incastonarsi” alle rocce dei meteoriti riuscendo così a fare in modo che il monossido di diidrogeno “rimanesse incontaminato”. Il planetologo Phil Bland della Curtin University in Australia ha infatti dichiarato: “La nostra ricerca suggerisce che il vento solare ha creato acqua sulla superficie di minuscoli granelli di polvere e questa acqua isotopica più leggera probabilmente ha fornito il resto dell’acqua terrestre”.

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Acqua e Sole: una certezza data dalle analisi

Dalle analisi effettuate sulla superficie di piccoli granelli di polvere si è potuto studiare la provenienza di questa acqua. Questa deduzione è stata confermata in seguito a dei dati che i ricercatori hanno ottenuto grazie ad un sistema di tomografia  che ha permesso di esaminare i primi 50 nanometri della superficie dei campioni dell’asteroide a base di silicio di Itokawa. Dai risultati emerge che la quantità di acqua poteva ammontare, in proporzione, a circa 20 litri per metro cubo di roccia.

Inoltre, questa analisi potrebbe anche rappresentare un punto di partenza per le future missioni spaziali. Infatti, come ha ammesso anche Phillip Bland, “la nostra ricerca mostra che lo stesso processo di invecchiamento atmosferico spaziale che ha creato l’acqua su Itokawa, probabilmente si è verificato su altri pianeti senza aria, il che significa che gli astronauti potrebbero essere in grado di elaborare nuove scorte di acqua direttamente dalla polvere sulla superficie di un pianeta, come la Luna.”

A cura di Luisa Bizzotto