fbpx

Raffaele Salvemini

Founder di Close-up Engineering e CEO di Vibre, azienda che si occupa di interfacce neurali. Nel 2020 è stato inserito nella lista di Forbes Italia tra i 100 giovani under 30 più influenti.

Arriva Wize Mirror, lo specchio per la diagnosi di malattie

Le strategie di prevenzione delle malattie cardiovascolari e metaboliche, che tentano di modificare alcuni fattori fisiopatologici legati alla genesi della malattia, sono gli unici modi per limitare la crescita epidemica delle malattie cardio-metaboliche. I programmi educativi e gli interventi sullo stile di vita, volti a migliorare la consapevolezza dell’individuo, rappresentano strumenti efficaci per ridurre il rischio e l’incidenza di tali malattie.

Sulla base di ciò, la Commissione Europea ha deciso di finanziare il progetto SEMEOTICONS (acronimo di SEMEiotic Oriented Technology for Indivudual’s CariOmetabolic risk self-assessmeNt and Self-monitoring), un consorzio di ricercatori e partner industriali provenienti da 7 diversi Paesi dell’UE. A coordinare il progetto è Sara Colantonio, ricercatrice dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’infomazione del CNR di Pisa. Il progetto svilupperà metodi e strumenti innovativi da integrare in un sistema di autocontrollo in grado di fornire assistenza contro stili di vita inappropriati o pericolosi.

Secondo la semeiotica medica, il volto umano è un prezioso rivelatore di informazioni cruciali sullo stato degli individui. L’idea di SEOMEOTICONS è quella di sfruttare il viso come indicatore di benessere dell’individuo tracciando tratti di stato fisico ed espressivo.

Nasce così Wize Mirror: un innovativo sistema multi-sensore integrato all’interno di una piattaforma hardware che ha l’aspetto di uno specchio. In questo modo, il dispositivo potrà entrare facilmente nelle case degli utenti o in altri luoghi di vita quotidiana (centri fitness e nutrizionali, farmacie, scuole…).

PH:©dracosystems.net

Come funziona?

Lo specchio Wize Mirror è un vero e proprio strumento diagnostico. Al suo interno incorpora uno scanner 3D, fotocamere multispettrali, sensori di profondità.

“E’ uno specchio a tutti gli effetti –spiega la dottoressa Colantonio- con telecamere e sensori di profondità simili a quelli utilizzati nelle consolle dei videogiochi. L’obiettivo è che ogni persona possa averne uno in casa”.

Lo specchio esamina il volto, analizza il tessuto cutaneo, le espressioni facciali e il colorito. Il software di riconoscimento facciale elabora i dati biometrici, morfometrici e colorimetrici e individua marcatori di stress o ansia e i sensori di gas analizzano il respiro dell’utente e la sua composizione, alla ricerca di composti che indichino l’abuso di alcool o fumo.
Gli scanner 3D analizzano la forma del viso per studiare il peso della persona, mentre le telecamere multispettrali stimano i livelli di frequenza cardiaca e di emoglobina.

I dati dei sensori e delle telecamere vengono valutati per cercare segnali di rischio cardio-metabolico, come il colesterolo (dalla pelle) e la presenza di alcune sostanze legate alla glicazione.

Dopo che il software ha analizzato tutti gli elementi, lo specchio calcola un punteggio che indica lo stato di salute e fornisce consigli su come migliorare il proprio stato di benessere.

Gli studi clinici partiranno il prossimo anno in Francia (Lione) e in Italia (Pisa e Milano) con l’obiettivo di confrontare i tradizionali dispositivi diagnostici con Wize Mirror.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Biosystems Engineering.

“I primi prototipi –spiega Colantonio- non avranno costi accessibili a tutti, per cui sarà riservato a farmacie, palestre e centri benessere. Ma, quando la produzione aumenterà, il sogno è di farlo entrare nelle case di tutti gli italiani”.

Tempescope, ambient physical display

Tempescope, come riprodurre il meteo nella propria stanza

Tempescope è una scatola di vetro in grado di riprodurre le condizioni ambientali esterne. È in grado di riprodurre, al suo interno, pioggia, nubi e lampi. Il tutto ricevendo i dati meteo da Internet.

©tempescope.com

L’ideatore di questa tecnologia è Ken Kawamoto, ingegnere del software, con la passione per gadget e servizi web e un grande amore per i prodotti al limite tra il mondo digitale e quello reale.

Il progetto Tempescope ha avuto origine da un prototipo creato da Ken nel 2012, pensato durante un week end. L’idea era quella di poter avere sempre il sole (e i temporali tropicali) delle Isole Okinawa nella propria stanza. Il primo prototipo fu costruito utilizzando una confezione di shampoo da 1$.

Avendo ricevuto molti apprezzamenti, nel 2013 Ken ha pensato di creare una versione Open Source del prodotto (OpenTempescope), pensata appunto per dare la possibilità a chiunque di costruirsi il proprio Tempescope in casa, utilizzando semplici strumenti.

La versione open source del progetto ha ricevuto molti riconoscimenti, al punto di pensare ad una versione commerciale e

©tempescope.com

lanciare una campagna di crowdfunding, in previsione per quest’anno.

Oltre ad un tutorial per creare il proprio Tempescope fatto in casa, Ken e il suo collega Hirokazu Kobayashi hanno caricato online lo schema e i diagrammi in CAD. Sempre su github, sono a disposizione i codici sorgente del software. Il software è rilasciato sotto licenza LGPL e gli schemi sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.

Di seguito, una raccolta di video che illustrano il funzionamento di Tempescope.

 

Photo Gallery Credits: tempescope.com

A Tokyo il robot umanoide ChihiraAico guida i clienti al centro commerciale

©Reuters

Abbiamo già parlato spesso di robot umanoidi: dal piccolo iCub capace di apprendere dal mondo esterno, a Han il robot dal volto umano, passando per nanorobot umanoidi a DNA. Un’altra innovazione in questo campo è visibile dal 20 aprile: i clienti che visiteranno un centro commerciale di Tokyo saranno accolti da una particolare receptionist. Si tratta di un robot umanoide dai tratti di una donna giapponese di circa 32 anni.

Si chiama ChihiraAico, ed è un realistico robot androide costruito da Toshiba ed è in grado di parlare, cantare, gesticolare e piangere.

Quando i visitatori entrano nel grande magazzino Mitsukoshi di Nihombashi, il robot è pronto a salutarli in giapponese e guidarli ai diversi piani dell’edificio per individuare i prodotti che vogliono acquistare.

Finora, ChihiraAico è stata programmata per comunicare in giapponese, coreano, cinese, inglese e con la lingua dei segni giapponese ed è stata progettata per promuovere “una comunicazione efficace tra gli essere umani e non umani”.

Come spiegato da Toshiba, il robot contiene 43 motori che gli permettono di muoversi e dispone anche di tecnologia sviluppata dall’esperto giapponese di robotica Hiroshi Ishiguro, professore presso il Dipartimento di Sistemi di Innovazione della Osaka University che sviluppa robot da oltre 20 anni.

Ishiguro è un pioniere nel suo campo e, a giugno del 2014, ha presentato Otonaroid e Kodomoroid -due androidi: un adulto e una bambina- presso il Museo Nazionale della Scienza Emergente e dell’Innovazione (Miraikan) a Tokyo.

Toshiba ha duramente lavorato alla tecnologia che consente di sincronizzare i movimenti del corpo di ChihiraAico (labbra e mascella e gesti) con la sua voce. Con la ricerca e la tecnologia di Ishiguro sarà possibile fare ulteriori grandissimi passi in avanti nel campo della robotica umanoide.

Abbiamo scelto un aspetto e dei movimenti molto realistici, che possono essere utilizzati per il settore dei servizi -spiega Hitoshi Tokuda, responsabile del marketing per la divisione sviluppo business di Toshiba-. Abbiamo in programma, inoltre, di estendere la nostra tecnologia affinchè il robot possa rispondere automaticamente alle richieste dei clienti. Una futura applicazione sarà quella di assistenza per le persone anziane affette da demenza.

 


Vuoi leggere i nostri articoli senza pubblicità?

Sostieni il nostro progetto e avrai la possibilità di: