Una Barbie virologa in onore alla co-creatrice del vaccino Astrazeneca!
La vaccinologa britannica co-creatrice del vaccino contro il Covid-19 Oxford/AstraZeneca, Sarah Gilbert, ispira anche il mondo delle Barbie. L’azienda Mattel, infatti, ha lanciato in suo onore una bambola con le fattezze da scienziata e con un aspetto simile a quello della ricercatrice. Inoltre sono state lanciate altre cinque bambole che potessero rappresentare cinque donne professioniste nel mondo dell’ingegneria, della medicina, della tecnologia e della matematica. I loro aspetti fisici vanno oltre qualsiasi tipo di pregiudizio che possa essere legato al colore della pelle, alla formo degli occhi, ai tatuaggi sulle braccia, ai capelli. Si tratta di una forte azione di sensibilizzazione da parte dell’azienda produttrice delle Barbie. Si legge infatti sull’account ufficiale Instagram che: “Barbie si impegna a supportare modelli che stanno avendo un impatto positivo in questo momento difficile. Oggi siamo orgogliosi di onorare sei lavoratrici in prima linea da tutto il mondo“.
Oltre alla Gilbert ci sono Amy O’Sullivan (infermiera americana che ha curato il primo paziente Covid a New York), Audrey Cruz (dottoressa americana in prima linea a Las Vegas contro le discriminazioni), Chika Stacy Oriuwa (psichiatra canadese), Jaquelin Goes de Jesus (ricercatrice brasiliana) e Kirby White (medico australiano che ha inventato un camice adatto a chi combatte contro il Covid).
Sarah Gilbert, co-fondatrice di Vaccitech e co-creatrice del vaccino anti COVID-19
Sarah Catherine Gilbert è una biologa e imprenditrice inglese, professoressa di vaccinologia all’università di Oxford, nonché co-fondatrice di Vaccitech. La Vaccitech, fondata nel 2016, è un’azienda attiva nello sviluppo di vaccini e immunoterapie per malattie infettive e cancro, come l’epatite B, l’HPV e il cancro alla prostata, mediante
Allo scoppio della pandemia a Wuhan, in Cina, si è fin da subito adoperata con il suo team di ricercatori presso la Vaccitech, per lo sviluppo di quello che diventerà noto come “vaccino anti COVID-19 AstraZeneca“. Assieme a lei hanno lavorato medici e scienziati, tra cui Adrian Hill, Andrew Pollard, Teresa Lambe, Sandy Douglas e Catherine Green.
Vaccino Vaxzevria
Il nome in codice è AZD1222, mentre il nome commerciale è Vaxzevria. Si tratta di un vaccino a vettore virale basato sull’adenovirus ChAdOx1, sviluppato presso il Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con la società AstraZeneca e l’italiana IRBM Science Park. Il vaccino è entrato della Fase III di sperimentazione nel dicembre 2020. Il 29 gennaio 2021, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha autorizzato l’immissione in commercio.
La nuova Barbie virologa
L’obiettivo della Mattel con queste nuove bambole è quello di scrollarsi di dosso le critiche legate alla figura di una Barbie per lo più stereotipata, lontana dalla realtà. Per molto tempo la Barbie è stata quasi il simbolo di un sogno utopico irrealizzabile, non accessibile a tutte le bambine. Al contrario, queste sei bambole invitano le giovani di tutto il mondo ad inseguire il proprio sogno fin da piccole. Invitano a seguire un modello di donna le cui qualità non sono legate esclusivamente all’aspetto fisico.
La ricercatrice Sarah Gilbert, a tal proposito ha dichiarato: “Voglio ispirare le prossime generazioni di bambine alle carriere Stem, spero che quelle che incontreranno questa Barbie scopriranno quanto le professioni scientifiche possono contribuire al mondo attorno a noi”.
Barbie e la lotta alle differenze di genere
Negli ultimi anni l’azienda si è impegnata a proporre bambole che andassero oltre i classici stereotipi: dalle bambole con taglie più adatte alla realtà, a quelle che indossano il velo islamico, da quelle che svolgono professioni come vigili del fuoco, medici e astronaute, a quelle dalle tonalità di ‘pelle’ più scure o con capelli afro.
Inoltre, seguendo la stessa direzione, fin dal 2018 Barbie continua a promuovere il progetto Dream Gap Project con l’obiettivo di aiutare le bambine a credere in loro stesse. Con queste bambole vogliono mostrare a tutte le giovani che donne prima di loro ce l’hanno fatta e che loro potranno essere le prossime. Risulta evidente come molte aziende ormai stiano lavorando e sfruttando il loro impatto sociale per combattere la lotta contro il gender gap.