Carne coltivata: una nuova tecnologia permetterebbe di abbatterne i costi
La carne coltivata, una tecnologia emergente che produce carne attraverso la coltura cellulare invece della tradizionale agricoltura animale, si propone di ridurre l’impatto ambientale della produzione di carne, migliorando al contempo il benessere degli animali e la salute umana. Tuttavia, i costi elevati di produzione della carne coltivata, principalmente dovuti ai mezzi di coltura cellulare, rappresentano un ostacolo significativo.
Abbattere i costi della carne coltivata: la sfida del fattore di crescita Fibroblastico 2 (FGF2)
L’FGF2, un fattore di crescita che promuove la riproduzione cellulare, è uno dei componenti principali e più costosi dei mezzi di coltura senza siero. La sua rimozione o riduzione potrebbe quindi rappresentare un passo avanti significativo nell’abbattimento dei costi.
Ingegnerizzazione cellulare per ridurre i costi della carne coltivata: il nuovo studio
Recenti studi hanno mostrato che l’ingegnerizzazione di cellule staminali muscolari bovine per esprimere autonomamente FGF2 e/o un mutante di RasG12V può eliminare la necessità di FGF2 esogeno, consentendo alle cellule di proliferare efficacemente in un mezzo privo di questo costoso componente. Questo approccio apre nuove strade per la produzione di carne coltivata a costi ridotti.
Questa metodologia innovativa è stata sviluppata presso il Centro di Agricoltura Cellulare dell’Università di Tufts, situata negli USA. Un articolo dettagliato sulla tecnica è stato pubblicato sulla rivista specializzata Cell Reports Sustainability.
La ricerca, guidata da Andrew Stout, ha permesso la coltivazione di cellule muscolari bovine senza la necessità di aggiunte continue di fattori di crescita alla cultura cellulare. Questi fattori, essenziali nel processo, sono molecole che interagiscono con recettori sulla superficie delle cellule staminali, innescando il loro sviluppo e differenziazione in varie tipologie cellulari.
Fino ad ora, la produzione di questi fattori di crescita è stata una fase complessa e costosa nel processo di coltivazione della carne in laboratorio. La novità di questo esperimento risiede nella modificazione genetica delle cellule staminali, permettendo loro di produrre autonomamente il Fattore di Crescita dei Fibroblasti. Questo elemento agisce come un catalizzatore molecolare, essenziale per lo sviluppo delle cellule muscolari scheletriche.
Implicazioni e prospettive future
L’approccio di ingegnerizzazione cellulare non solo offre una soluzione potenziale per abbattere le barriere dei costi, ma apre anche nuove prospettive per ulteriori ricerche e innovazioni. L’ottimizzazione delle linee cellulari e dei sistemi di espressione, così come la composizione dei mezzi di coltura, potrebbero portare a ulteriori riduzioni dei costi e miglioramenti dell’efficienza del processo. Tuttavia, rimangono sfide significative, inclusa la necessità di ulteriori sviluppi e validazioni dell’approccio, nonché questioni relative alla sicurezza alimentare e alla percezione dei consumatori riguardo ai cibi geneticamente modificati.
L’ingegnerizzazione cellulare in campo agroalimentare rappresenta un passo avanti rivoluzionario, con il potenziale di trasformare l’industria della carne coltivata. Nonostante le sfide che rimangono, il percorso verso un futuro alimentare più sostenibile e etico appare sempre più realizzabile.