CRISPR : Distrofia di Duchenne sotto il mirino dei ricercatori
I ricercatori hanno dimostrato di poter correggere la mutazione responsabile della distrofia di Duchenne in alcuni cani mediante la tecnica di editing genetico CRISPR. I risultati hanno dimostrato il recupero per il 90 per cento dei livelli di distrofina.
CRISPR nella Distrofia di Duchenne
La distrofia muscolare di Duchenne, che colpisce un bambino maschio su cinquemila, è uno dei principali banchi di prova per le terapie geniche dell’era CRISPR ( Per sapere di più sul sistema CRISPR leggi il nostro approfondimento)
L’obiettivo è utilizzare la tecnica di editing genomico per correggere la mutazione che compromette la produzione della distrofina, una proteina fondamentale per la struttura e la funzione dei muscoli, cuore compreso.
Gli studi sono stati svolti inizialmente su topi che presentavano la malattia e in cellule umane malate. Visti i promettenti risultati è stato necessario studiare la terapia in un ulteriore organismo. Per motivi etici sono stati utilizzati sono quattro esemplari di cane affetti da distrofia. Il sistema CRISPR è stato iniettato nei muscoli o nel sangue dei cuccioli di Beagle, presso il Royal Veterinary College di Londra, sfruttando un sistema di trasfezione mediante virus innocui per veicolare i componenti all’interno delle cellule.
La scelta di utilizzare come organismo modello degli esemplari di cane è legato alla necessità di dimostrare che la metodologia può avere effetto anche in mammiferi di grossa taglia.
I risultati
Il “goal” dello studio era riportare la distrofina al 15 per cento del livello normale. Questo traguardo potrebbe incrementare significativamente le aspettative di vita dei malati che si fermano intorno ai 30 anni.
Nei casi migliori è stato raggiunto fino al 90 per cento del livello normale di distrofina in alcuni muscoli scheletrici e in quello cardiaco, e fino al 58 per cento nel diaframma, senza mostrare risposte immunitarie problematiche nei test preliminari.
Grazie al sistema CRISPR è stato possibile operare esattamente nel sito genomico in cui è presente la mutazione. Il gene chiave sul cromosoma X è stato tagliato in un punto critico (esone 51), ripristinando il corretto quadro di lettura e dunque la produzione della distrofina in forma funzionale.
Prospettive per il futuro
Il prossimo passo sarà condurre studi con più campioni, per essere certi che il beneficio sia stabile e monitorare gli effetti collaterali. Il traguardo che si spera di raggiungere è un trattamento salvavita, che scongiuri il rischio di crisi cardiaca e collasso respiratorio.
Il biologo molecolare a capo della ricerca Eric N. Olson:
La differenza rispetto agli altri metodi di terapia genica è che, correggendo così l’errore, non è necessario intervenire ripetutamente nel corso della vita per sostenere l’espressione di questa ingombrante proteina. Il gene corretto si attiva al momento giusto, nel posto giusto e al livello giusto
L’impiego nella clinica è il traguardo ambito anche se ancora molto lontano. La tecnica non è ancora esente da effetti collaterali e, soprattutto, il campione indagato non è ancora sufficiente per poterne validare la sicurezza ed efficacia.
Fonte: Science.org