Esiste un piano di evacuazione in caso di eruzione dei Campi Flegrei?
Il piano di evacuazione in caso di eruzione dei Campi Flegrei è una misura urgente per la sicurezza della popolazione a rischio. L’area dei Campi Flegrei, situata a nord-ovest della città di Napoli, è nota infatti per la sua intensa attività vulcanica e sismica. Negli ultimi tempi, l’incremento dell’attività sismica ha sollevato preoccupazioni nella popolazione e tra gli esperti. Ma cosa prevede l’attuale piano di evacuazione?
Il contesto vulcano-sismico dei Campi Flegrei
I Campi Flegrei costituiscono una delle aree vulcaniche più complesse e attive del mondo. Questa regione è caratterizzata da una struttura vulcanica chiamata caldera, un grande cratere formatosi a seguito di eruzioni vulcaniche esplosive. All’interno di questa caldera si trovano almeno ventiquattro crateri ed edifici vulcanici. Il termine “Campi Flegrei” significa infatti “campi ardenti”. L’attività sismica nei Campi Flegrei è il risultato di fenomeni geologici complessi. Il sollevamento del suolo, conosciuto come bradisismo, è causato da gas e fluidi molto caldi provenienti dal magma sottostante. Questo sollevamento del suolo può causare deformazioni nella crosta terrestre, scosse di terremoto e un aumento dell’attività delle fumarole, che sono aperture nella crosta terrestre attraverso le quali fuoriescono gas vulcanici.
La suddivisione dell’area dei Campi Flegrei in zone a rischio, la zona rossa e la zona gialla, è fondamentale per comprendere il pericolo che quest’area rappresenta. La zona rossa è altamente esposta al rischio di colate piroclastiche. Questi flussi di gas, cenere e frammenti vulcanici possono viaggiare a velocità estremamente elevate, bruciando e distruggendo tutto ciò che incontrano lungo il loro percorso. La zona gialla è meno vicina al cratere, ma è ancora a rischio a causa della caduta di ceneri vulcaniche. Queste ceneri possono accumularsi sui tetti delle case, causando il crollo delle strutture.
La probabilità di eruzione dei Campi Flegrei
La previsione precisa del momento in cui si verificherà l’eruzione dei Campi Flegrei, quante aperture vulcaniche si formeranno e dove, e per quanto tempo durerà il suo stato di risveglio, è al di là delle nostre capacità predittive attuali. Tuttavia, il piano di evacuazione della Protezione Civile è stato elaborato considerando lo scenario ritenuto più probabile. Questo scenario è basato su uno studio che ha analizzato l’attività vulcanica dell’area negli ultimi 5.000 anni. Secondo questo scenario, in caso di risveglio del vulcano, c’è una probabilità del 95% che si verifichi un’eruzione di dimensioni minori o uguali a quella di taglia media. Questo tipo di eruzione comporterebbe diversi fenomeni vulcanici, tra cui la formazione di una colonna eruttiva che potrebbe estendersi per decine di chilometri nell’aria, composta da gas e frammenti incandescenti di lava.
Si prevede anche la caduta di materiale vulcanico, che potrebbe variare dalle dimensioni più grandi nelle aree più vicine alla bocca eruttiva, a ceneri e lapilli che potrebbero raggiungere distanze considerevoli, seguendo la direzione del vento. In aggiunta a questi eventi, potrebbero verificarsi flussi piroclastici, che sono vere e proprie valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici, a velocità estremamente elevate e a temperature pericolose. Questi flussi potrebbero percorrere anche diverse migliaia di chilometri, rappresentando una minaccia significativa per le zone circostanti. In base a queste considerazioni scientifiche, il piano di evacuazione è progettato per proteggere la popolazione nelle zone a rischio, preparando le persone ad affrontare una serie complessa di minacce vulcaniche. La comprensione di questi scenari potenziali è essenziale per la pianificazione delle evacuazioni e per garantire che le persone siano preparate a rispondere in modo tempestivo ed efficace in caso di eruzione vulcanica.
Il piano di evacuazione
In caso di aumento dell’attività vulcanica o sismica, l’area è sottoposta a un attento monitoraggio. Quando il livello di allerta raggiunge determinati parametri, viene dichiarata una fase di “allarme”. In caso di eruzione dei Campi Flegrei, nel piano di evacuazione sono previste:
- Zona Rossa: è la più vicina alla bocca del vulcano e quindi a maggior rischio. È esposta a colate piroclastiche, flussi di gas, cenere e frammenti vulcanici. Quando viene dichiarato l'”allarme”, la popolazione nella zona rossa è evacuata immediatamente.
- Zona Gialla: è più distante dal cratere ma è comunque a rischio a causa della caduta di ceneri vulcaniche. In caso di allarme, scattano precauzioni per proteggere la popolazione dalla caduta di ceneri. Ad esempio, si adottano maschere protettive e si coprono fonti d’acqua potabile per prevenirne l’inquinamento.
Il piano di evacuazione si basa su un sistema di allerta che tiene conto dei dati forniti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Il livello di allerta può variare da verde (normale) a rosso (allarme) a seconda delle attività sismiche e vulcaniche rilevate. Questo sistema di allerta è essenziale per determinare quando implementare le fasi del piano di evacuazione.
Le vie di fuga
Il piano specifica i percorsi di evacuazione e i mezzi di trasporto da utilizzare. Le persone che optano per il trasporto assistito organizzato dalla Protezione Civile sono tenute a recarsi alle zone di attesa indicate nei piani di protezione civile del loro comune. Da qui saranno poi trasferite alle zone di raccolta stabilite dal Piano Nazionale di Protezione Civile. Verranno trasportate tramite nave, treno o pullman nelle Regioni e Province Autonome gemellate, come indicato nella mappa dettagliata disponibile sul sito della Protezione Civile. Coloro che preferiscono utilizzare mezzi di trasporto privati sono obbligati a seguire i percorsi e la segnaletica specifica stabiliti nel piano di evacuazione. Il flusso del traffico sarà regolato attraverso l’attivazione di cancelli, al fine di prevenire congestioni stradali e incidenti.
Le proposte di miglioramento del piano di evacuazione
L’attività sismica recente ha evidenziato alcune criticità nel piano di evacuazione. La presenza di cantieri e strade chiuse nelle vie di fuga previste potrebbe ostacolare l’evacuazione in caso di emergenza. Gli esperti hanno anche sollevato dubbi sulla capacità di prevedere un’eruzione con 72 ore di anticipo. In particolare, hanno sottolineato l’importanza di essere pronti a intervenire anche in situazioni di improvviso risveglio vulcanico. Gli esperti dell’INGV e altri centri di ricerca raccomandano un riesame completo del piano di evacuazione. Queste raccomandazioni includono:
- Aggiornamento costante: il piano dovrebbe essere aggiornato regolarmente in base all’attività sismica e vulcanica in corso.
- Simulazioni periodiche: le esercitazioni regolari di evacuazione dovrebbero coinvolgere la popolazione per testare l’efficacia del piano. Queste simulazioni dovrebbero essere realistiche e coinvolgere il maggior numero possibile di persone.
- Vie di fuga alternative: dovrebbero essere identificate e segnalate vie di fuga alternative nel caso in cui le strade principali siano bloccate. Questo garantirà che la popolazione abbia diverse opzioni per evacuare in sicurezza.
- Sistema di allerta avanzato: lo sviluppo di un sistema di allerta avanzato basato su dati sismici e vulcanici in tempo reale permetterà alle autorità di avvertire la popolazione in modo tempestivo, consentendo alle persone di prepararsi adeguatamente.
Credits copertina: Copernicus Sentinel 2017/Orbital Horizon/Gallo Images/Getty Images