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La gaffe di Giulio Gallera e il (vero) significato di Rt a 0,51

Continuano le polemiche per l’eccessiva semplificazione di Giulio Gallera, o meglio gaffe, sul discorso relativo all’Rt pari a 0,51. L’assessore lombardo ha ulteriormente ribadito la sua teoria

Giulio Gallera

Giulio Gallera, in una foto dalla sua pagina Facebook

Non si placano le polemiche per “l’eccessiva semplificazione” di Giulio Gallera, l’assessore lombardo alla Salute nello spiegare l’indice di trasmissibilità. A questo punto teniamo naturalmente a ribadire che basta incontrare in modo ravvicinato una persona con il Covid 19 per contagiarsi.

Un’imbarazzante gaffe per spiegare l’andamento dei dati in Lombardia ha detto. Ecco di seguito le parole esatte: “L’indice Rt a 0,51 vuole dire che per infettare me bisogna trovare due persone nello stesso momento infette. Questo vuol dire che non è cosi semplice trovare due persone infette nello stesso momento per infettare me”.

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Giulio Gallera, tra gaffe ed eccessiva semplificazione

Ribadiamo, ancora una volta, vista la gravità di queste parole che, ovviamente, è sufficiente incontrare in modo ravvicinato una persona con il Covid 19 per contagiarsi. L’Rt misura la velocità di diffusione del virus e oggi, in Lombardia, è pari allo 0,5. Questo significa, in definitiva, che un malato è in grado di trasmetterlo a meno di una persona, ma solo ed esclusivamente a livello statistico. Se l’Rt invece è uguale a uno vuol dire che per un malato c’è un contagiato ma la trasmissione in ogni caso resta da una persona all’altra.

Ma l’assessore non accetta critiche

“MAMMA MIA CHE TRISTEZZA siamo circondati da personaggi in cerca di un riflettore che polemizzano sul niente – Rt e Ro sono concetti scientifici che ho spiegato in modo comprensibile ai lombardi !!! Dopo che tutti i lombardi hanno capito la malafede e la strumentalita’ delle vostre azioni politiche, delle vostre raccolte di firme, delle vostre mobilitazioni e dei vostri articoli vi siete ridotti a questo CI SAREBBE DA RIDERE SE NON FOSSE TUTTO PARTE DI UNA SQUALLIDA MESSINSCENA – scrive Gallera sulla propria pagina Facebook.

https://www.facebook.com/giuliogallera/posts/10158623896822577

Nessuna rettifica dunque ma al contrario, una conferma dell’assurda teoria: “Ho cercato di semplificare i concetto dell’Rt e dell’R0, cioè degli indici di contagiosità. Se R0 fosse uguale a 0,5, un gruppo di 100 individui ne contagerebbe 50, questi a loro volta 25 e così di seguito”. Questo, da un punto di vista statistico, è un calcolo corretto perché R0 indica il numero medio di infezioni secondarie causate da ciascun individuo infetto.

E dunque se il valore è superiore a 1, l’epidemia continua a diffondersi, se invece è inferiore l’epidemia rallenta. Non è assolutamente vero invece quanto affermato da Gallera nella sua diretta streaming sul canale della Regione Lombardia, vale a dire che con un R0 pari a 0,50 servano due persone infette, nello stesso momento, per contagiarne un’altra. Se questo fosse vero entrare in contatto con un solo malato di Covid-19 non costituirebbe un pericolo. Cosa che, purtroppo, così non è.

Interviene Burioni: “Il contagio non è cambiato”

Sulla questione è intervenuto anche il virologo Roberto Burioni che spiega all’assessore al Welfare di Regione Lombardia come funziona (davvero) l’indice di contagio (Rt) del Coronavirus.

Nel corso della trasmissione Che Tempo che Fa infatti, Burioni è tornato sulle parole di Gallera chiarendo che “Non è così, quel numero che abbiamo imparato a conoscere è un numero statistico. L’evento del contagio è sempre legato a una persona che ne incontra uno. Probabilmente poche persone possono essere responsabili di molti contagi, alcune di meno a secondo della carica virale”.

Uno non vale uno; alcuni sono molto più infettivi di altri e non sappiamo ancora perché. https://t.co/QTuOsz6yhg— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) May 24, 2020