Home » HIV in remissione: è il terzo caso al mondo

HIV in remissione: è il terzo caso al mondo

Una bimba sudafricana ha interrotto il trattamento farmacologico contro l’HIV dopo essere stata messa in terapia anti-retrovirale a nove settimane di vita: il virus è ora in remissione, cioè circolante nel paziente ma non in grado di replicarsi. Si tratta del terzo caso al mondo

Hiv Virus

Hiv Virus, credits: Alexey Kashpersky

È di questi giorni la notizia, che sta rimbalzando da tabloid a tabloid, secondo cui una bambina sudafricana sia guarita dall’HIV: purtroppo non è propriamente così; contagiata dalla mamma al momento del parto, la bimba è stata messa in terapia anti-retrovirale a nove settimane per 10 mesi, nel momento in cui si era avuta la soppressione virale.

Adesso, otto anni e mezzo dopo, il virus è ancora sotto controllo senza l’uso di farmaci. Questo perchè l’Hiv è un virus duro a morire e crea depositi nel nostro sistema immunitario che non possono essere attaccati dai farmaci. Non può essere eradicato e sconfitto ma mandato in remissione: in sostanza la persona resta infetta ma non è contagiosa perché il virus circolante non si replica: un risultato comunque notevole. La notizia è stata annunciata a Parigi, nel corso del congresso IAS (International Aids Society) e si tratta del terzo caso al mondo.

I precedenti

Prima di lei c’è stata un neonato del Mississippi, sottoposto alle cure ad appena 30 ore di vita: il bimbo non ha svolto le terapie per i 27 mesi successivi, prima che il virus ricomparisse; Altro caso analogo è quello di un adolescente francese, oggi ventenne, non più in terapia da quando aveva sei anni.

Il caso della bimba sudafricana

La bambina sudafricana rientra in un trial clinico che investiga sull’effetto di un trattamento precocissimo rivolto ai bambini positivi all’Hiv nelle prime settimane di vita. Particolarità del trattamento è quello di sospendere poi la terapia antiretrovirale per verificare la reazione del virus: la maggior parte dei pazienti infetti risponde alla sospensione dei farmaci con una risposta virologica aumentata, ma nel caso dei neonati trattati molto precocemente si ha una risposta diversa da parte del sistema immunitario: “È un caso molto raro e pone molte più domande che risposte” – ha commentato così Linda-Gail Bekker, presidente IAS.

Il trial per i neonati

Lo studio in questione è stato finanziato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases, diretto da Anthony Fauci, uno dei massimi esperti mondiali di Aids. “La bimba non ha una mutazione che potrebbe darle una resistenza naturale all’infezione da Hiv dunque la remissione sembrerebbe essere legata al trattamento precoce” – afferma Fauci.

Una nuova speranza

Al seguito dei risultati conseguiti, è in corso un nuovo studio che sta verificando se sottoporre a terapia neonati con Hiv entro il secondo giorno di vita possa controllare il virus successivamente all’interruzione della terapia. Seguiranno aggiornamenti.