Incendio Foresta Amazzonica: analisi dei dati rilevati dalla NASA
Gli incendi nella Foresta Amazzonica hanno un complice certo: la bonifica dei terreni. Lo spiega Douglas Morton, a capo del Biospheric Sciences Laboratory al NASA’s Goddard Space Flight Center
Con gli incendi della Foresta Amazzonica c’entra la bonifica dei terreni piuttosto che la siccità (fattore non indifferente in passato). Lo ha spiegato in una nota Douglas Morton, a capo del Biospheric Sciences Laboratory al NASA’s Goddard Space Flight Center.
E lo strumento principale di cui la NASA si avvale per i rilevamenti di incendi è il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) istallato sui satelliti del programma EOS Terra e Aqua:
“I satelliti sono spesso i primi a rilevare gli incendi nelle regioni remote dell’Amazzonia”
Douglas Morton
La NASA ha preso inoltre una posizione nei confronti di chi, tra media e non, ha cercato di minimizzare l’evento, facendo chiarezza sulla questione dati (alcune testate hanno parlato di dati incongruenti tra NASA e INPE alludendo come la situazione non fosse peggiore degli altri anni):
“INPE utilizza anche i dati di MODIS per monitorare l’attività degli incendi nell’Amazzonia brasiliana. Di conseguenza, la NASA e INPE hanno le stesse stime circa incremento degli incendi nell’ultimo decennio. E i dati di MODIS sono chiari: gli incendi sono notevolmente aumentati nel 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in tutti gli stati che comprendono l’Amazzonia”.
Nei grafici riportati qui in basso possiamo fare una comparazione con gli incendi rilevati da gennaio ad agosto 2019 (in rosso) e gli incendi rilevati nel corso degli anni solari dal 2012 al 2018 (in giallo e grigio): risulta piuttosto chiaro come il numero degli incendi boschivi sia perfettamente identico a quello degli anni precedenti e che, nel giorno in cui pubblichiamo questo articolo, è stato rilevato un picco più alto nella settimana del rilevamento (dal 15 al 22 agosto) rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso.
Incendio Foresta Amazzonica
La mappa qui in basso invece mostra gli incendi attivi in Brasile osservati dai satelliti del programma EOS Terra e Aqua (che si avvalgono di MODIS) tra il 15 e il 22 agosto 2019: si tratta della sovrapposizione di due immagini, la prima relativa agli incendi mentre la seconda è una panoramica notturna acquisita da VIIRS: gli incendi sono evidenziati in arancione, le città sono indicate con il colore bianco, le aree boschive invece in nero mentre le savane e i boschi tropicali (conosciuti in Brasile come Cerrado) con tonalità grigiastre. Si noti come gli incendi, negli stati brasiliani di Pará e Amazonas, sono concentrati prevalentemente in bande lungo le autostrade BR-163 e BR-230.
Giova ricordare come immagini e dati vengano interpretati in maniera accurata da scienziati ed esperti e che costituiscono tasselli fondamentali nel ricostruire gli eventi che caratterizzano la vita del nostro pianeta.
Un’attenta lettura delle informazioni fornite da enti, centri di ricerca, ricercatori, scienziati ed esperti, oltre a far luce i fenomeni di questa portata, ci permette di comprendere le dinamiche reali e di diffidare dalle informazioni incomplete e fuorvianti che possono circolare sul web.
Immagini del NASA Earth Observatory (Joshua Steven’s), ottenute usando i dati MODIS della NASA EOSDIS / LANCE e GIBS / Worldview , i dati FIRM ( Fire Information for Resource Management System) della NASA EOSDIS e i dati del Global Fire Emissions Database(GFED).
Per restare aggiornati: “Uptick in Amazon Fire Activity in 2019” – NASA Earth Observatory. NB: il file è datato 19 Agosto 2019 ma viene aggiornato di continuo.