Intervista a Giuseppe Conzo, l’ingegnere che “colora” le comete
Si chiama Giuseppe Conzo, ingegnere di professione, e fa parte di PACA_Rosetta67P, un gruppo di appassionati provenienti da tutto il mondo che rielabora le immagini della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, inviate dalla sonda ESA Rosetta. Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni, le sue immagini hanno colpito per la naturalezza e i chiaroscuri precisi e realistici: il 29 aprile 2015 una delle rielaborazioni di Giuseppe viene pubblicata sul sito della NASA ed eletta Astronomy Picture of the Day (Fotografia Astronomica del Giorno).
La superficie della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko rielaborata da Giuseppe Conzo. Credits ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA – Processing by Giuseppe Conzo
Giuseppe raccontaci brevemente dei tuoi studi e della tua carriera.
Sono laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni e sono amante dell’Astronomia e dello Spazio per hobby. Nel 2007 ho collaborato con un astrofilo amico calabrese allo studio e ricerca dei pianeti extrasolari utilizzando il metodo dei transiti e analizzando le curve di luce ottenute da rilevazioni dirette sul campo. Dal 2012 sono promotore di divulgazione scientifico-didattica con realizzazione di osservazioni pubbliche al telescopio grazie alla collaborazione di associazioni culturali sul territorio italiano. Nel 2013 ho collaborato con l’Associazione Magna Grecia Aerospace alla messa in opera e realizzazione del primo lancio di una sonda nello spazio mediante pallone sonda e realizzata per ottenere il primato italiano di altitudine. Nel 2015 ho lavorato su alcune immagini rilasciate dalla sonda Rosetta per lo studio della Cometa 67P/C-G e il 29 aprile viene pubblicata sul sito della NASA come immagine del giorno (APOD) una foto della cometa elaborata in falsi colori. Nello stesso contesto ho ricevuto visibilità sul sito JPL della NASA come contributo ufficiale alla Missione Rosetta stessa.
Fotografie molto apprezzate per i colori naturali e realistici.
Si, nel 2015 viene pubblicata un’immagine della Cometa 67P elaborata in falsi colori sulla rivista Focus numero 274 pagina 78 di Agosto, con una breve descrizione sul metodo utilizzato per realizzare l’immagine in questione. Nel 2016 ho rilasciato un’intervista per INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) il 15 febbraio. Nell’articolo si parla dell’elaborazione in falsi colori della Cometa 67P e dell’importanza di un approccio di questo tipo. Nel 2016 il 4 marzo ricevo invito presso l’A.S.I. (Agenzia Spaziale Italiana) per una collaborazione allo studio delle immagini rilasciate dalla sonda Rosetta della Cometa 67P. Nell’occasione conosco di persona l’ing. Mario Salatti (Co Program Manager di Philae) e l’ing. Enrico Flamini (Chief Scientist dell’ASI).
Qual è il ruolo del gruppo PACA 67P Group e come è entrato a farne parte?
Ad Aprile del 2015, sono stato invitato da Padma Yanamandra-Fisher (Senior Research Scientist Space Science Institute) a prendere parte al gruppo PACA 67P per collaborare con altri astronomi allo studio della Cometa 67P. La collaborazione è basata sull’elaborazione in falsi colori delle immagini ufficiali rilasciate dalla sonda Rosetta. L’invito è giunto attraverso il social Facebook, perché Padma aveva osservato le mie personali elaborazioni della cometa sul mio profilo e, da li è nato questo invito di collaborazione.
In che modo vengono elaborate le immagini di Rosetta?
Le mie elaborazioni sono essenzialmente suddivise in due aspetti: Il primo riguarda l’elaborazione in falsi colori delle immagini OSIRIS che sono in bianco e nero, costruendo degli pseudo canali RGB basati su lunghezze d’onda pubblicate in questo anno dall’ESA sul suo blog a proposito di uno studio riguardo la cometa a colori fatta dal loro team. Il secondo riguarda l’elaborazione di colori RGB veri e propri. Le immagini OSIRIS nei diversi canali sono disponibili pubblicamente sull’Archivio ESA e sono in formato PNG. Sono tanti i canali disponibili, ma io mi sono soffermato soltanto sui canali NIR, ORANGE e BLUE che sono rispettivamente il vicino infrarosso, l’arancione e il blu. Ho deciso di utilizzare questi tre canali per la realizzazione dei contributi R, G e B perché ritengo che il canale infrarosso possa rivelarci dettagli della superficie della cometa altrimenti invisibili. Ed è proprio questo lo scopo e il contributo delle mie elaborazioni.
Questo risultato potrà in qualche modo essere utili per sviluppare tecnologie spaziali maggiormente prestanti?
Non saprei se tale risultato potrebbe portare allo sviluppo di tecnologie spaziali maggiormente prestanti, ma questo risultato sicuramente può aprire nuovi scenari verso mondi lontani e freddi del Sistema Solare. Tale contributo può rappresentare un’importante chiave di lettura se è affiancato agli studi che il team di Rosetta ha fatto e sta facendo, infatti il risultato congiunto può portare ad una visione diversa e più accurata sulle comete e sulla loro origine.
Qualche consiglio agli appassionati che vorrebbero cimentarsi in questo genere di attività?
Il consiglio che mi sento di dare è quello di estrarre da risultati e materiale conosciuti e noti, un qualcosa di nuovo. Ad esempio io sono partito da immagini pubblicate e note a tutti per ottenere un risultato un po’ diverso che mostrasse dettagli della superficie della Cometa 67P non visibili altrimenti. La vera marcia in più riguardo queste mie elaborazioni è quella di dare all’occhio umano una visione abbastanza realistica di un oggetto come una cometa, perché nessun uomo andrà li a dirci realmente com’è fatto un oggetto del genere, quindi vederla in queste immagini è davvero un gran risultato.
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