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Combattere l’invecchiamento con trasfusioni di sangue, monito della FDA

Trasfusioni di sangue dei giovani per combattere l’invecchiamento. Un elisir di giovinezza promesso da aziende e startup ma la FDA lancia un monito

trasfusioni di sangue

Trasfusione di sangue, crediti: kauppa.finn-id.fi

Vedete questo sacchetto contenente del liquido di colore giallo, nell’immagine in evidenza? Non si tratta di urina ma di plasma sanguigno e viene venduto al prezzo dell’oro.

Da diverso tempo infatti, si è creato un vero e proprio business a riguardo, tutto basato su di una ricerca condotta (tempo fa) sui topi: sul ricevente (topo più vecchio) vennero riscontrati diversi vantaggi dall’aver ricevuto sangue da un topolino più giovane. Ma procediamo con ordine.

Il business dell’elisir di giovinezza (non scientificamente dimostrato)

La FDA (U.S Food & Drug Administration) ha lanciato un monito, segnalando la presenza in diversi stati di stabilimenti e aziende che vendono il plasma dei giovani sangue spacciandolo come presunto trattamento per combattere l’invecchiamento e addirittura una serie di patologie annesse quali la perdita di memoria, la demenza, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e le malattie cardiache (stress compreso).

Ma com’è nata la convinzione che il plasma dei giovani possa ringiovanire gli anziani? Tutto è cominciato dopo che sono stati condotti alcuni esperimenti parabiotici sui topi in cui gli scienziati hanno trasfuso nel topo più anziano il sangue del topo più giovane. I topi più vecchi avrebbero riportato alcuni miglioramenti in termini cognitivi e motori ed anche un pelo più lucente. La ricerca in questione, intitolata Ageing research: Blood to blood, venne pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature” nel lontano 2015.

trasfusioni di sangue topi
trasfusioni di sangue nei topi, crediti: nature.com

Chi ha mai detto che ciò che si verifica sui topi si verifichi anche nell’uomo?

Le domande in materia sono ancora tante, così come i dubbi: certo è che tali esperimenti hanno dimostrato che il sangue giovane può rendere più giovani soltanto i topi vecchi. E’ bene sottolineare inoltre che, fino ad ora, non ci sono prove scientifiche reali che dimostrino come tali trasfusioni di plasma funzionino da trattamenti per una qualsiasi delle condizioni sopra menzionate negli esseri umani: FDA avverte che non ci sono prove sufficienti dietro le promesse di aziende e startup.

Procedura medica dai rischi elevati

La trasfusione di plasma sanguigno è una procedura medica con rischi alti, a prescindere dal fatto che il plasma provenga dai millennials (generazione z). Se non si presta attenzione alla quantità di plasma trasfuso il fluido extra nel corpo potrebbe letteralmente sommergere il sistema circolatorio.

Il plasma può portare inoltre ad una reazione allergica o contenere agenti patogeni infettivi anche gravi come l’epatite B o C o l’HIV. C’è la possibilità, anche se rara, di danno polmonare acuto legato alla trasfusione la TRALI, Transfusion Related Acute Lung Injury, una reazione che può causare gravi danni ai polmoni. Il plasma sanguigno è composto per il 92% da acqua, può contenere proteine, anticorpi e albumina. Il medico può prescrivere una trasfusione di plasma se si ha una carenza di uno di questi elementi (esempio: anomalia di coagulazione del sangue).

Il sangue: un bene prezioso che scarseggia

Il sangue “non cresce sugli alberi” (e meno male, anche perché sarebbe decisamente inquietante); la Croce Rossa Americana ha promosso diverse campagne per invogliare le persone a donare sangue: nel 2018 infatti sono state effettuate 21.000 donazioni, molto meno di quello che serve agli ospedali. E il business che invoglia giovani a vendere il proprio plasma per cifre sostanziose ad anziani sani e benestanti va a discapito dei più bisognosi.

Tra i colossi del business del sangue si è fatta “notare” Ambrosia, una startup gestita da un medico di 32 anni, Jesse Karmazin, che vende una sacca di plasma prelevato dai millennials alla modica cifra di 8.000 dollari. Dopo il monito della FDA la società ha pubblicato la seguente nota sul proprio sito: “In conformità con l’annuncio della FDA, emesso il 19 febbraio 2019, abbiamo cessato i trattamenti per i pazienti”. Ambrosia sta conducendo una sperimentazione clinica di infusioni di plasma sanguigno, ma resta da vedere se i risultati di questo studio saranno pubblicati su riviste scientifiche.

Per approfondire:

[1] “Ageing research: Blood to blood” di Megan Scudellari, pubblicato su Nature il 21 Gennaio 2015.

[2] “Statement from FDA Commissioner Scott Gottlieb, M.D., and Director of FDA’s Center for Biologics Evaluation and Research Peter Marks, M.D., Ph.D., cautioning consumers against receiving young donor plasma infusions that are promoted as unproven treatment for varying conditions” della FDA“, pubblicato il 19 Febbraio 2019 sul sito fda.gov.