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Ecco il nuovo legno in grado di assorbire la CO2

Le fonti energetiche rinnovabili, a differenza delle fonti di energia non rinnovabili, sono forme di energia che rispettano le risorse provenienti dalla natura; inoltre non inquinano e non si esauriscono perché hanno la capacità di rigenerarsi a fine ciclo. In particolare, l’energia derivante da biomasse è la prima energia di tipo rinnovabile utilizzata dall’uomo. Questa, infatti, è prodotta da qualsiasi componente di origine biologica, soprattutto dalle piante. La legna da ardere è l’esempio principale di questa categoria e, anche se si esaurisce, viene considerata rinnovabile; questo perché gli alberi possono sempre essere ripiantati, anche se necessitano di molto tempo affinché siano riutilizzabili. In questo senso arriva il nuovo legno ingegnerizzato in grado di assorbire la CO2.

La deforestazione

L’uso smodato di questa fonte, infatti, comporta una delle piaghe della nostra società: la deforestazione. Questa è una diretta conseguenza delle attività umane come l’urbanizzazione, che costituisce la terza causa principale della deforestazione globale, e il conseguente sfruttamento eccessivo delle risorse legnose. Ma, per fortuna, oggi è possibile coniugare maggiore sostenibilità ed efficienza energetica con i modelli di bioedilizia e con quello che gli scienziati chiamano “legno ingegnerizzato”.

Il nuovo studio della Rice University sul legno ingegnerizzato

I ricercatori della Rice University, in Texas, hanno sviluppato un particolare tipo di legno che potrebbe portare ad una svolta ecologica nel campo dell’edilizia. Ridurre le emissioni di CO2 prodotte durante la costruzione di un edificio è uno dei nuovi problemi che attanaglia il settore, ma questo nuovo tipo di materiale promette di stoccare l’anidride carbonica, utilizzandola per aumentare forza e resistenza.

Lo scienziato dei materiali Muhammad Rahman, che ha guidato lo studio, è riuscito ad incorporare molecole di un materiale poroso cristallino contenente CO2 all’interno del legno ingegnerizzato in modo efficace. Ma, per poter intrappolare queste molecole, il legno deve prima creare lo spazio necessario ad “ospitarle”. Come? Aumentando la sua porosità.

Cos’è il legno ingegnerizzato

Foto di Gustavo Raskosky/Rice University

Per arrivare a questo punto gli scienziati devono, però, prima eliminare le fibre di cellulosa del legno attraverso un processo chiamato delignificazione: rimozione della lignina, la sostanza che gli fornisce il suo colore caratteristico.

Dopo questa procedura viene immerso in una soluzione contenente microparticelle di MOF (Metal-Organic Framework), note per la loro capacità di assorbire le molecole di gas come la CO2. Il risultato di queste due procedure è un legno potenziato che garantisce la riduzione dei gas inquinanti. Secondo i dati preliminari si prevede un assorbimento della COs pari a 3,48 mmolg-1 a 1 bar/298 K e 4,6 mmolg-1 bar/273 K.

Il legno è un materiale strutturale sostenibile e rinnovabile che già utilizziamo ampiamente. Il nostro legno ingegnerizzato ha mostrato una resistenza maggiore rispetto al normale legno non trattato. La produzione di materiali strutturali come metalli o cemento rappresenta una fonte significativa di emissioni industriali di carbonio. Il nostro processo è più semplice e più ecologico sia in termini di sostanze utilizzate che di sottoprodotti di lavorazione.

Muhammad Rahman – Assistente professore di ricerca in scienza dei mareriali e nano ingegneria presso la George R. Brown School of Engineering di Rice

Una svolta ambientale

I materiali strutturali come acciaio o cemento hanno costi maggiori sia dal lato economico che da quello delle emissioni. La costruzione degli edifici, infatti, rappresenta circa il 40% delle emissioni di CO2 sul pianeta.

Lo sviluppo di alternative sostenibili ai materiali esistenti potrebbe aiutarci nella lotta al cambiamento climatico, riducendo le emissioni di anidride carbonica. Grazie a questo studio, Muhammad Rahman e i suoi collaboratori hanno contribuito ad affrontare entrambi i problemi contemporaneamente, permettendo al mondo di vincere non una battaglia, ma due, nella guerra contro questo grande nemico che con la sua incombente presenza minaccia il nostro pianeta, la nostra vita e il nostro futuro.