Australia: un rifugio per salvare l’ornitorinco dall’estinzione
Molto probabilmente la mia generazione si ricorderà dei pomeriggi passati su Disney Channel a guardare le avventure di Phineas e Ferb e i sotterfugi di Perry l’ornitorinco, l’agente segreto sempre in lotta con il Dottor Heinz Doofenshmirtz. Perry non è altro che un mammifero molto particolare dai piedi palmati e il becco d’anatra, l’unico a deporre le uova. Tipico dell’Australia orientale, l’ornitorinco è oggi considerato una specie sull’orlo dell’estinzione a causa della scomparsa del suo habitat, in gran parte ad opera degli incendi che hanno colpito la regione nel biennio 2019-2020. Il Taronga Zoo di Sidney ha organizzato il primo rifugio al mondo per gli ornitorinchi in modo da garantire la sopravvivenza della specie. L’obiettivo è quello di inaugurare il centro entro il 2022 con i primi 65 esemplari.
Cosa sappiamo sull’ornitorinco?
La leggenda degli aborigeni australiani
Secondo una leggenda aborigena, l’ornitorinco sarebbe il risultato di un singolare incrocio tra una giovane anatra e un topo d’acqua che se ne approfittò. L’anatra partorì due cuccioli dal becco di un’anatra, coda da castoro e il mantello peloso. Quando nel 1799 lo zoologo britannico George Kearsley Shaw ne ricevette un esemplare imbalsamato, non pensò ad altro che uno scherzo bizzarro, frutto della fantasia di qualcuno nell’assemblare pezzi di animali diversi. Dopo numerosi studi, Shaw concluse che quell’incredibile mammifero esisteva realmente, battezzandolo Platypus anatinus (letteralmente “piedi piatti come un’anatra”). Tuttavia, il nome non fu accettato dalla comunità scientifica in quanto già proprio di un genere di Coleotteri. Ci pensò il naturalista tedesco Johann Friedrich Blumenbach a ribattezzarlo come Ornithorhynchus anatinus (“muso da uccello come un’anatra”).
Le caratteristiche dell’ornitorinco
La famiglia dell’ornitorinco è unica nella sua specie. Il mammifero semi-acquatico appartiene all’ordine dei monotremi, generalmente conosciuti per le loro caratteristiche primitive nonostante siano animali altamente specializzati. La coda piatta assomiglia a quella di un castoro, ricoperta di pelliccia marrone come il resto del corpo. Il muso rigido ricorda quello di un’anatra per forma e consistenza. La sensibilità del suo “becco” è talmente sviluppata da consentirgli di procacciare il cibo senza l’ausilio della vista. Ci sono più di 40 mila elettrorecettori e meccanorecettori in grado di captare impulsi dall’esterno, rilevando la presenza di campi elettrici generati da altri organismi. Questo meccanismo insolito garantisce grande precisione nella caccia delle prede.
Il maschio si differenzia dalla femmina di ornitorinco per una caratteristica rara nei mammiferi: è velenoso. L’esemplare dall’apparenza docile possiede uno sperone cavo in ognuna delle zampe posteriori, con il quale può iniettare un veleno per difendersi. Pur non essendo letale per l’uomo, lo è per cani e piccoli animali.
La riproduzione del mammifero
Gli ornitorinchi sono abili nuotatori e passano la maggior parte del loro tempo in acque melmose e stagni. Fuori dall’acqua si ritirano in piccole tane non lontano dagli argini. La riproduzione avviene invece in una grande buca lunga fino a 20 metri scavata dalla femmina. Abbiamo ormai compreso come ogni certezza tipica dei mammiferi venga scardinata dagli ornitorinchi. Non solo depongono le uova, ma non avendo i capezzoli, la madre secerne il latte da pori sulla pelle.
Una specie a rischio minaccia
L’habitat prediletto dall’ornitorinco è senza dubbio l’Australia, dove è più diffuso. Tuttavia, rintracciare la sua presenza è praticamente impossibile: da animale notturno è sempre alla ricerca di tane e sistemi fluviali fangosi, lontano da occhi indiscreti. Il fatto più allarmante riportato da ricercatori e ambientalisti riguarda la scomparsa del suo habitat, ridotto del 22% solo negli ultimi 30 anni, circa 200 mila chilometri quadrati in meno. L’ornitorinco è presente nella lista rossa stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come specie a “rischio minaccia”. Gli enti ambientalisti e animalisti chiedono al governo una presa di posizione più netta nei confronti dell’animale, in serio pericolo di estinzione. I cambiamenti climatici, la grande siccità e gli incendi che hanno sconvolto questa terra nell’ultimo biennio hanno avuto effetti devastanti sull’habitat degli ornitorinchi, assidui frequentatori dei corsi d’acqua australiani.
A questo proposito viene in aiuto un team di ricercatori dello Zoo di Taronga, una delle grandi attrazioni nella città di Sindey, istituendo un centro per ornitorinchi nel quale possano liberamente riprodursi. L’amministratore delegato della Taronga Conservation Society Cameron Kerr, parla del tenero mammifero dal becco d’anatra come “una creatura misteriosa su cui abbiamo ancora parecchio da imparare” poi prosegue “queste strutture saranno fondamentali per approfondire le nostre conoscenze e non lasciare che l’ornitorinco scompaia”.