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Einstein ed i suoi voti in pagella sono lo specchio della coerenza, ovviamente l’interpretazione non va basata considerando il nostro sistema decimale, ma i voti andavano da 1 a 6.  Spesse volte vaga tra la gente la seguente frase fatta: “ Hai preso un brutto voto? Tranquillo! Pensa che Einstein fu addirittura bocciato perché andava male in matematica”. Direi che si tratta solamente di una leggenda metropolitana.

Figlio di Hermann Einstein e Pauline Koch, il piccolo Einstein aveva destato parecchi problemi fin dal primo giorno di nascita, il suo cranio presentava una forma piuttosto strana, tanto da preoccupare i genitori, che si trattasse di una malformazione che interessasse anche il suo cervello comportandogli dei ritardi mentali. La credenza di ciò fu supportata ancor di più dal fatto che fino ai 3 anni non proferiva alcuna parola e quando iniziò, prima di dire una frase, la ripeteva a bassa voce prima a se stesso, bisbigliando un linguaggio poco comprensibile a chi lo ascoltava, e poi alzava il tono per rispondere.

Nonostante queste sue apparenti disabilità, iniziò a leggere all’ età di 9 anni, mostrando segni di una strana intelligenza nonostante fosse dislessico, e la grande predisposizione alla matematica ed alla fisica si presentarono molto rapidamente agli occhi degli insegnanti. La sua grande debolezza, purtroppo era la memoria, addirittura non ricordava tutte le tabelline, tanto da scriverle sulla lavagna del suo studio, riteneva che occupare il cervello con conoscenze imparate a memoria, privava lo spazio a ciò che per certo può ritenersi più importante. Appena compiuti 10 anni iniziò a frequentare il Luitpold Gymnasium, non  trovandosi molto a suo agio, ma nonostante ciò otteneva buoni voti, soprattutto in latino e matematica. Molti professori erano spesse volte furiosi con lui, raccontava sempre barzellette distraendo tutti i suoi compagni, disertava spesse volte la scuola, rifugiandosi in un bar della zona.

Soprattutto il suo professore di greco diceva che non avrebbe combinato nulla della sua vita, e che sarebbe stato meglio che avesse abbandonato gli studi, perché la sua sola presenza in classe, annullava il rispetto da parte degli alunni verso tutti gli insegnanti.        All’ apparenza Einstein era un ragazzo molto sicuro di sé e assumeva atteggiamenti scherzosi con i propri amici, sul fatto che tutti quelli che rivestivano un ruolo di particolare autorità si divertivano ad umiliarlo. Decise ben presto di studiare per conto proprio ed in questo momento entra in ballo un’altra diceria sul suo conto : Einstein come poteva essere mai uno studente (seppur di scarsa condotta) eccellente, dato che fu bocciato all’ esame di sbarramento del politecnico di Zurigo nel 1895 ?”  Beh, bisogna precisare che in quell’ anno Albert aveva compiuto appena sedici anni quindi non aveva manco l età minima per accedere ed addirittura neanche il diploma, il suo fallimento non fu dovuto per le sue materie scientifiche ma per quelle letterarie; venne mandato dai suoi genitori al Gymnasium di Aarau, ottenendo il diploma. Direi che possiamo giustificarlo se la letteratura non era di certo il suo forte, per fortuna grazie alla sua scienza ci ha regalato la prospettiva più chiara delle leggi della natura, compreso il nostro futuro.