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Parker Solar Probe, la NASA alla conquista del Sole

Ribattezzata in onore di Eugene Parker, l’astrofisico che per primo teorizzò l’esistenza del vento solare, si tratta della sonda più veloce della storia (300 km/s) e la prima ad avvicinarsi il più possibile al nostro Sole; grazie a questa missione saremo in grado prevedere le tempeste solari

Parker Solar Probe

Parker Solar Probe, credits: NASA

Potremmo definirla la più ambiziosa missione spaziale, dopo il programma Apollo; la sonda, ribattezzata in onore di Eugene N. Parker (l’astrofisico che per primo teorizzò l’esistenza del vento solare quasi 60 anni fa), sarà la più veloce della storia (300 km/s) e la prima ad avvicinarsi il più possibile al nostro Sole: “Grazie a questa missione potremo prevedere le tempeste solari” – ha commentato l’italiano Marco Velli, Principal investigator al Jet Propulsion Laboratory.

“Vogliamo capire come nasce il vento solare, particelle cariche che creano una bolla nello spazio interstellare, la eliosfera, all’interno della quale ci sono i pianeti e anche la Terra. Nonostante sia noto da tempo, è un fenomeno che lascia ancora molti interrogativi aperti: ogni tanto questo flusso penetra nell’atmosfera e genera aurore e tempeste solari con velocità che vanno dai 300 agli 800 chilometri al secondo ma non sappiamo il perché” – dice Marco Velli

IL PARADOSSO SOLARE

Il vento solare ha origine dalla corona e lo si può osservare durante le eclissi; la sua temperatura è di un paio di milioni di gradi. La superficie del Sole però ha una temperatura di 6.000 gradi e questo da un punto di vista termodinamico è ‘assurdo’. “Uno si immagina che allontanandosi la temperatura scenda. Il fatto che risalga è come vedere un corpo freddo che riscalda corpo caldo” – spiega Velli.

LA MISSIONE

Lo scopo della sonda, che si avvicinerà il più possibile al Sole, è misurare direttamente il campo magnetico della corona che, per i ricercatori, è il responsabile di questo innalzamento della temperatura: “Cercare di capire da terra è come studiare il motore di un aereo supersonico guardando solamente lo scarico: non puoi capire cosa è successo dentro perché non c’è più nessuna connessione causale. Dobbiamo andare dentro, fino al motore” – aggiunge Velli. La sonda dunque attraverserà zone con un temperatura superiore ai 1.300 gradi centigradi che affronterà grazie al suo spesso scudo.

Solar Surface

Corona solare immortalata dalla sonda Solar Dynamics Observatory, credits: svs.gsfc.nasa.govUNA MANO DA VENERE

Parker Solar Probe compierà sette flyby su Venere, mediamente uno ogni anno, per ricevere una spinta gravitazionale. La sonda, avvalendosi di magnetometri, antenne elettromagnetiche e ricettori, compirà dei rilevamenti per misurare particelle cariche, contare quante sono e che tipo di energia hanno in modo da  comprendere in che modo il campo magnetico dia origine al vento solare. “Capire come tutta questa energia venga rilasciata è fondamentale per poter prevedere in futuro le tempeste solari e geomagnetiche che danneggiano satelliti, perturbano fortemente il campo magnetico terrestre e potrebbero essere letali per gli astronauti coinvolti in missioni verso la luna o altri pianeti” – conclude VelliIl lancio è previsto per il 31 luglio 2018.

CURIOSITÀ

Per la prima volta nella storia la NASA dedica una missione ad uno scienziato vivente. L’astrofisico, ora novantenne, predisse l’esistenza del vento solare nel 1958, ipotesi confermata dalle osservazioni pochi anni dopo. La cerimonia, in onore dell’astrofisico, ha avuto luogo a Chicago.

Parker durante la cerimonia
Parker riceve un modellino della sonda durante la cerimonia a Chicago. Credits: galaxymonitor.com

“Mi serviranno le istruzioni” – ha scherzato l’astrofisico che compirà 90 anni il prossimo 10 giugno quando gli è stato consegnato un modellino della sonda.