Perché le rose profumano e perché ci piacciono così tanto?
Perché le rose profumano? Prima di rispondere a questa domanda facciamo un passo indietro. Le rose, appartenenti alla famiglia delle Rosacee, sono tra i fiori più belli e apprezzati. Sono dei fiori antichissimi, considerato che le prime prove fossili risalgono a circa 35 milioni di anni fa. Esistono circa 150 specie e sono maggiormente diffuse nelle zone temperate dell’emisfero settentrionale.
L’amore per le rose risale a tempi antichi
Molto comuni già al tempo degli antichi romani, da sempre sono state portatrici di bellezza e amore, ma anche simbolo di guerra e politica. Durante il XV secolo, infatti, la rosa venne utilizzata come simbolo dalle fazioni rivali durante la “Guerra delle due rose”, combattuta per il controllo dell’Inghilterra, tra gli York, simboleggiati dalla rosa bianca, e i Lancaster, rappresentati dalla rosa rossa.
Visivamente vantano numerosi colori: dal bianco a diverse tonalità di giallo e rosa, senza dimenticare le classiche e senza tempo rose rosse. Un’altra caratteristica inconfondibile, ovviamente, è la loro fragranza. Il profumo delle rose è costituito da centinaia di composti volatili, e in alcune specie, più della metà di questi composti sono di natura organica, detti “monoterpeni”.
Cosa sono i terpeni
I terpeni sono un gruppo di composti organici ampiamente diffusi in natura, componenti di resine e oli essenziali estratti da numerose piante. Generalmente sono volatili ed esibiscono un odore decisamente gradevole. Trovano impiego nel settore cosmetico, farmaceutico, delle vernici e altri campi dell’industria chimica.
Da un punto di vista chimico, la loro struttura molecolare è definita da multipli di un’unità a 5 atomi di carbonio, detta isoprene (2-metil-1,3-butadiene). Le unità isopreniche, solitamente, sono posizionate in maniera tale da creare una disposizione testa-coda, e in base al numero di unità è possibile distinguere: monoterpeni (2 unità isopreniche), sesquiterpeni (3 unità isopreniche), diterpeni (4 unità isopreniche), triterpeni (6 unità isopreniche) e politerpeni (unità isopreniche maggiori di 6). Inoltre, quando i terpeni possiedono nella loro struttura molecolare gruppi funzionali contenti ossigeno, vengono indicati con il nome di terpenoidi.
I principali costituenti del profumo delle rose
Nel 2011, sul Journal of Chemical Education è stato pubblicato un articolo scritto da Albrecht Mannschreck e Erwin von Angerer, dell’Università di Ratisbona (Germania), nel quale sono state indicate le principali molecole responsabili dell’incantevole profumo delle rose. Geraniolo, citronellolo e β-damascenone sono le tre molecole indicate dagli autori dello studio.
Perché le rose profumano? Grazie al geraniolo, al citronello e al β-damascenone
Il geraniolo, molto presente nell’olio di rosa, è un alcool monoterpenico. Alcuni importanti aspetti riguardanti il geraniolo, venuti alla luce negli ultimi anni, sono legati alle sue possibili applicazioni in campo farmacologico.
In letteratura scientifica sono presenti numerosi articoli che mettono in risalto le proprietà antinfiammatorie, antitumorali, antiossidanti, cardioprotettive, neuroprotettivi e antimicrobiche del geraniolo. Insomma, oltre a contribuire al meraviglioso odore delle rose, il geraniolo risulta essere anche un promettente candidato farmacologico.
Il citronellolo, anch’esso un alcool monoterpenico, è presente in natura sottoforma di due isomeri, indicati come (+) e (-). Tra i due, l’isomero (-) è quello meno comune, ed è quello presente nell’olio di rosa. Il β-damascenone, a differenza di geraniolo e citronellolo, non è un monoterpene, ma appartiene alla famiglia dei chetoni. Contribuisce in maniera considerevole all’aroma di rosa, anche se presente in piccole quantità.
Perché le rose profumano e perché ci piacciono così tanto? Cervello e profumo
L’olfatto è il senso destinato alla percezione degli odori, e gioca un ruolo di primaria importanza negli effetti fisiologici. I meccanismi che si celano dietro l’olfatto, oltre che ad essere molto complessi, sono estremamente affascinanti. Molto in generale, il processo olfattivo inizia con le molecole profumate che si attaccano alle ciglia dei recettori olfattivi presenti nella cavità nasale. Successivamente, l’attivazione di appositi recettori promuove la generazione di segnali elettrici che vengono trasmessi al cervello.
Questi segnali sono in grado di modulare le funzioni celebrali, agendo su pensieri, emozioni e memoria. Inoltre, diversi studi hanno evidenziato che l’inalazione di sostanze profumate possono andare ad agire in maniera significativa su diversi parametri fisiologici quali: pressione sanguigna, tensione muscolare, dilatazione della pupilla e frequenza cardiaca.
A cura di Matteo Iafrate