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Il polline rivela informazioni su un’ estinzione di 250 milioni di anni fa

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Il polline ha rivelato indizi su un’estinzione di massa che è avvenuta 250 milioni di anni fa e che ha causato la scomparsa di gran parte delle specie marine e terrestri. È quanto emerge da uno studio recente pubblicato su Science Advances. Alla ricerca ha partecipato l’Istituto di Geologia e Paleontologia di Nanchino.

L’estinzione del Permiano-Triassico

È stato un evento devastante quello dell’estinzione del Permiano-Triassico, che ha distrutto gran parte della vita sulla Terra. Un nuovo studio ha fatto emergere nuove tracce che riguardano questa estinzione, ovvero il legame con le radiazioni solari e in particolare quelle UV-B. L’estinzione del Permiano-Triassico è avvenuta 250 milioni di anni fa ed è nota anche come Great Dying, ovvero “Grande Moria”. In questo evento, considerato la più grave estinzione di massa mai avvenuta sulla Terra, scomparvero l’81% delle specie marine e il 70% delle specie vertebrate. Inoltre fu l’unica estinzione in cui scomparvero anche gli insetti. Furono necessari 10 milioni di anni per tornare alla situazione terrestre precedente l’estinzione. Un ruolo importante fu dato dal movimento del magma nella regione del Trappo Siberiano, una grande privincia ignea dove sono accumulate grandi rocce magmatiche. Ma attualmente gli studiosi non hanno ancora raggiunto un inquadramento chiaro delle cause dell’estinzione.

Le teorie sull’estinzione del Permiano-Triassico

Una delle teorie più accreditate che riguarda l’estinzione del Permiano-Triassico è la combustione su larga scala del Carbonio. La causa potrebbe essere un evento vulcanico intenso con una massiccia emissione di Carbonio in atmosfera, ma ciò non spiegherebbe la straordinaria durata dell’estinzione, che andò avanti per decine di migliaia di anni. Probabilmente le eruzioni avvennero nel Trappo Siberiano, in prossimità di stratificazioni di carbone oltre che della piattaforma continentale. Per questo furono immesse quantità eccessive di metano e anidride carbonica che innescarono un fenomeno di riscaldamento globale. A questo punto gli oceani si impoverirono di ossigeno e gli organismi anaerobici solforiduttori iniziarono a svilupparsi, causando l’emissione di enormi quantità di idrogeno solforato, un gas tossico. Inoltre il rilascio di CO2 nell’atmosfera fu dannoso per molte forme di vita marina. E al tempo stesso produsse un incremento dell’effetto serra e del tasso di erosione chimica sulla terrafera.

L’analisi sul polline

I ricercatori dell’Istituto di Geologia e Paleontologia di Nanchino hanno analizzato i granelli di polline di 250 milioni di anni fa, scoprendo che contengono delle preziose informazioni sull’estinzione del Permiano-Triassico. All’interno del polline infatti si trovano alcune sostanze che hanno contribuito a proteggere la vita dalle radiazioni dannose provenienti dal sole, quelle UV-B. Il polline analizzato proviene dalle rocce del Tibet meridionale ed è stato studiato mediante tecniche laser innovative che hanno permesso di estrarre i campioni di polline. Questi granelli di polline sono fossilizzati all’interno delle rocce e hanno dimensioni estremamente piccole, come la metà della larghezza di un capello.

L’effetto della radiazione solare sull’estinzione

La radiazione UV-B proveniente dal sole è stata assorbita dalle piante, che ne hanno bisogno per svolgere la fotosintesi clorofilliana. Ma le piante sono in grado anche di proteggersi dalle radiazioni dannose, modificando il profilo chimico per disperdere la radiazione senza che raggiunga i tessuti. In questo caso la radiazione ha rallentato il ciclo vitale delle specie vegetali. In pratica l’intensità della fotosintesi si è ridotta e le piante si sono indebolite, diventando sterili. Questo fenomeno si è verificato a causa delle eruzioni del Trappo Siberiano che hanno immesso nella troposfera e nella stratosfera elevate quantità di CO2. Da qui si è intensificato l’effetto serra e lo strato di ozono si è indebolito, permettendo il passaggio di maggiori quantità di radiazioni dannose per la vita, quelle UV-B.

Come hanno reagito le piante alla radiazione UV-B

Gli autori della ricerca hanno dimostrato che la maggiore intensità delle radiazioni UV-B ha alterato il profilo chimico delle piante. Questo fenomeno, in particolare, ha causato un calo della popolazione degli insetti. Le piante infatti si sono indebolite e quindi sono diventate meno invitanti per gli insetti, a causa della minore quantità di azoto presente nelle cellule vegetali. Ecco il motivo per cui quella del Permiano-Triassico è l’unica estinzione finora conosciuta in cui anche gli insetti non sono sopravvissuti. Di solito infatti gli insetti non sono coinvolti nei grandi eventi distruttivi per la vita, come lo sono appunto le estinzioni di massa.