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Pomodoro “biofortificato”: un nuovo aiuto contro la carenza di vitamina D

La vitamina D è estremamente importante per il nostro organismo: è essenziale per l’omeostasi del calcio e del fosfato, ed è importante per la crescita e il mantenimento dello scheletro. Infatti, ridotti livelli di vitamina D contribuiscono all’insorgenza di osteoporosi. Inoltre, nuovi studi mettono in luce il suo possibile ruolo nella regolazione del sistema immunitario e nervoso.

Tuttavia, risulta che circa il 40% della popolazione europea, il 26% di quella americana e il 20% di quella orientale è nella fascia di rischio di carenza di vitamina D. Per cercare quindi di risolvere questo problema, un team di ricercatori ha realizzato in laboratorio un particolare tipo di pomodoro, detto ‘biofortificato. Si tratta di un pomodoro geneticamente modificato che è in grado di accumulare nelle foglie e nei frutti la provitamina D3, ovvero il precursore assumibile della vitamina D. Questa nuova linea di pomodori aiuterà di combattere la carenza di vitamina D nell’organismo.

Pomodoro "biofortificato": un nuovo aiuto contro la carenza di vitamina D

Che cos’è la vitamina D?

Con il termine vitamina D si fa riferimento ad un gruppo di molecole (pro-ormoni), presenti soprattutto sotto forma di:

  • Ergocalciferolo (vitamina D2), assunto con il cibo
  • Colecalciferolo (vitamina D3), sintetizzato dall’organismo, attraverso l’assorbimento dei raggi del sole operato dalla pelle

La forma attiva della vitamina, ovvero il colesterolo, è in grado di legarsi ad uno specifico recettore presente sulla superficie delle cellule. Questo legame permette alla vitamina di svolgere la propria funzione, collegata soprattutto al corretto funzionamento del metabolismo delle ossa.

Il recettore, tuttavia, non si trova localizzato solo a livello delle cellule dell’apparato scheletrico, ma anche in altri tipi di cellule, come quelle del sistema immunitario, dello stomaco, del rene, della prostata e del cervello. Non c’è quindi da stupirsi se gli effetti della vitamina D interessino così tanti aspetti della salute umana.

E’ importante specificare che la quantità di vitamina D presente negli alimenti è molto scarsa. Questo significa che circa il 90% del fabbisogno giornaliero (circa 400 unità) si ottiene grazie all’esposizione al sole: tuttavia, la sintesi di vitamina D da parte dell’organismonon è sempre uguale. Infatti essa è influenzata da differenti fattori, come per esempio l’ora in cui ci si espone, la latitudine, l’età, il colore della pelle, l’uso di creme solari e molto altro ancora.

Pomodoro "biofortificato": un nuovo aiuto contro la carenza di vitamina D

Carenza di vitamina D

In caso di carenza di vitamina D si possono avere complicanze durante il processo di calcificazione delle ossa, con effetti che vanno dal rachitismo per i bambini alle deformazioni ossee di varia natura e alla osteomalacia. Inoltre, la mancanza di Vitamina D rende i denti più deboli e vulnerabili alle carie.

Lo studio

Per cercare di risolvere il problema della malnutrizione e della carenza di Vitamina D, un gruppo di ricercatori ha proposto una potenziale nuova fonte vegana di vitamina D: ovvero pomodori modificati con la tecnologia CRISPR-Cas9 per contenere un precursore della vitamina D.

Il risultato della ricerca è stato pubblicato su Nature Plants da un gruppo internazionale coordinato dall’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce (Cnr-Ispa), in collaborazione con il John Innes Centre di Norwich (Gran Bretagna). Per l’Italia partecipa anche il Centro di ricerca genomica e bioinformatica del Crea.

Questa nuova linea di pomodoro è stata ottenuta grazie alla tecnologia di editing del genoma nota come CRISPR-Cas9, che ha permesso di inserire in maniera estremamente specifica una piccola modifica nel gene del pomodoro che codifica per l’enzima 7-deidrocolesterolo reduttasi, coinvolto nella conversione della provitamina D3 a colesterolo.

Pomodoro "biofortificato": un nuovo aiuto contro la carenza di vitamina D

Andando a bloccare questo processo, è possibile ottenere un importante accumulo di pro-vitamina D3 nei frutti e nelle foglie, senza che venga modificata la crescita e la produttività della pianta. Quindi, grazie al consumo giornaliero di un paio di pomodori freschi “biofortificati”, sarà possibile soddisfare in buona parte la dose giornaliera raccomandata di vitamina D.

Inoltre, i ricercatori hanno anche scoperto che l’esposizione dei pomodori biofortificati alla luce UV permette loro di convertire la pro-vitamina D3 in vitamina D: questa scoperta potrebbe aiutare a capire come fornire direttamente la vitamina attiva. Oltre ai frutti, infatti, si potrebbe usare l’estratto delle foglie trattate con raggi UV per creare integratori vegani di vitamina D.