Home » Scoperta la medusa più antica del mondo: ha 505 milioni di anni!

Scoperta la medusa più antica del mondo: ha 505 milioni di anni!

medusa più antica

I ricercatori del Royal Ontario Museum (ROM) hanno annunciato la scoperta della medusa più antica mai ritrovata. Immersi nel mondo dei fossili, hanno individuato la specie Burgessomedusa phasmiformis. Questa specie incredibile risale a ben 505 milioni di anni fa, nel periodo del Cambriano, ed è stata rinvenuta nelle Montagne Rocciose del Canada. Questa scoperta offre una rara finestra sul passato e rivela aspetti inaspettati dell’evoluzione delle meduse nuotatrici.

Ritrovamento e identikit della specie

Il ritrovamento della Burgessomedusa phasmiformis è pubblicato sulla prestigiosa rivista “Proceedings of the Royal Society B Biological Sciences” dai ricercatori del Royal Ontario Museum. Questo straordinario fossile dimostra in modo inequivocabile che le grandi meduse nuotatrici, con il loro tipico corpo a forma di piattino o campana, si erano già evolute ben oltre 500 milioni di anni fa. La Burgessomedusa, in particolare, era dotata di tentacoli con cui poteva catturare prede di dimensioni considerevoli, anticipando le capacità predatrici delle meduse moderne. Il giacimento di Burgess Shale, situato nei parchi nazionali di Yoho e Kootenay, è classificato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1980. Questo sito fossilifero è un vero tesoro per i paleontologi, poiché ha conservato in modo straordinario animali molto delicati. La scoperta di Burgessomedusa ha rafforzato l’importanza di questo giacimento e ha ampliato la nostra comprensione delle reti alimentari del periodo del Cambriano.

medusa più antica
Ricostruzione della Burgessomedusa phasmiformis
Credit: Christian McCall

Le caratteristiche della medusa più antica del mondo

Nonostante le meduse attuali siano composte per il 95% di acqua, i fossili di Burgessomedusa sono stati eccezionalmente ben conservati nella Burgess Shale. Il ROM possiede quasi duecento esemplari di questa antica specie, dai quali i ricercatori hanno potuto studiare in dettaglio l’anatomia interna e i tentacoli, con alcuni esemplari che superano i 20 centimetri di lunghezza. Questa analisi ha permesso di classificare Burgessomedusa come un medusozoo, svelando le somiglianze e le differenze con le meduse moderne. La scoperta della Burgessomedusa è molto importante per la comunità scientifica. Jean-Bernard Caron, paleontologo e co-autore dello studio, ha dichiarato:

“Trovare animali così incredibilmente delicati conservati negli strati rocciosi in cima a queste montagne è una scoperta meravigliosa”.

Questo fossile contribuisce all’arricchimento della complessità delle reti alimentari del periodo Cambriano. Il suo ritrovamento indica che la predazione non era limitata esclusivamente ai grandi artropodi acquatici.

Il contesto geologico del Cambriano

La scoperta della Burgessomedusa phasmiformis è significativa perché ci aiuta a comprendere meglio il contesto geologico del Cambriano. Questo periodo si estende da circa 541 a 485 milioni di anni fa. È noto per essere uno dei periodi più importanti nella storia della vita sulla Terra, caratterizzato da un’esplosione di biodiversità. Le condizioni ambientali durante il Cambriano hanno fornito l’habitat ideale per l’evoluzione di organismi complessi e predatori. La scoperta della medusa più antica ci offre uno sguardo prezioso sull’organizzazione delle reti alimentari in quel periodo. Le meduse sono creature affascinanti ma allo stesso tempo misteriose. La loro storia evolutiva è piuttosto complessa e ha sfidato i ricercatori per lungo tempo.

medusa più antica
Credits: Jean-Bernard Caron, Royal Ontario Museum

La scoperta di Burgessomedusa ci aiuta a capire meglio il ruolo delle meduse nell’ecosistema marino del Cambriano. Essendo predatori, queste antiche meduse contribuivano alla regolazione delle popolazioni di altre creature marine, influenzando indirettamente la struttura dell’ecosistema dell’epoca. Le reti alimentari del Cambriano erano un intricato equilibrio tra predatori e prede. Per questo motivo, l’introduzione di Burgessomedusa come predatore chiave può avere avuto un impatto significativo su questa dinamica. La scoperta di questa medusa più antica del mondo pone anche nuove sfide per la paleontologia. Essendo i fossili di meduse estremamente rari, gli scienziati devono fare affidamento su studi dettagliati e analisi approfondite per trarre informazioni significative da queste scoperte. I fossili ben conservati, come quelli della Burgess Shale, offrono un’opportunità senza precedenti per studiare le caratteristiche anatomiche delle meduse antiche e capire meglio come è avvenuta la loro evoluzione.