Stupa di ghiaccio: pratica soluzione per combattere la scarsità d’acqua
Stiamo maltrattando il nostro pianeta, il dato è più che acclarato. Desertificazione, deforestazione, aumento della temperatura media globale e scioglimento dei ghiacciai sono le conseguenze più evidenti dell’eccesisvo sfruttamento delle risorse terrestri a nostra disposizione. Al riguardo basta rispolverare una data, quella del 28 Luglio 2022. Si tratta della data dell’Earth Overshoot Day dello scorso anno, il giorno in cui abbiamo esaurito il quantitativo di risorse che la Terra potesse offrirci per l’anno 2022.
E correre ai ripari solo ora (con soluzioni drastiche quali la proposta di stop dei motori endotermici a partire dal 2035) potrebbe non bastare. Anche se, a dirla tutta, in giro per il mondo ci sono manifestazioni della voglia di invertire questa preoccupante tendenza. Si pensi ad esempio ai “Fridays for Future”, vero e proprio movimento internazionale di protesta per la giustizia climatica nato nel 2018 in Svezia con le proteste di Greta Thunberg.
Ci sono anche applicazioni più pratiche aventi l’obiettivo di salvaguardare la Terra e di combattere il cambiamento climatico in atto. Una di queste è la curiosa invenzione degli stupa di ghiaccio, vere e proprie riserve idriche accumulate allo stato solido in luoghi caratterizzati da scarsità e carenze croniche d’acqua. Originariamente nata come soluzione alla siccità del deserto del Ladakh (territorio indiano ala base dell’Himalaya), negli ultimi tempi si sta facendo largo anche in altre zone del mondo grazie alla sua versatilità in varie condizioni geografiche.
Non perdiamoci in ulteriori chiacchere, iniziamo questo (gelido) viaggio alla scoperta di queste particolari strutture.
Che cos’è uno stupa di ghiaccio?
Vale la pena di affrontare in modo dettagliato cosa sia uno stupa di ghiaccio, non essendo propriamente un concetto noto ai non addetti ai lavori. Uno stupa di ghiaccio è una soluzione innovativa e sostenibile nata per risolvere il problema della scarsità d’acqua nelle regioni himalayane del mondo. Si tratta, di fatto, di un ghiacciaio artificiale creato congelando l’acqua durante i mesi invernali ed immagazzinandola fino ai mesi estivi quando è necessaria per l’irrigazione.
Il concetto di stupa di ghiaccio si sviluppa per la prima volta con l’ingegnere Sonam Wangchuk nel 2013. L’idea alla base di uno stupa di ghiaccio è quella di immagazzinare le nevicate invernali sotto forma di ghiaccio per superare il problema della carenza d’acqua in estate (mesi in cui la neve si scioglie e i fiumi si prosciugano).
Lo stupa di ghiaccio viene creato costruendo una struttura a forma conica con l’ausilio di tubi che spruzzano acqua nell’aria durante la notte quando la temperatura è sotto lo zero. Il nome “stupa” non a caso si ispira ai caratteristici templi buddisti himalayani dalla tipica forma conica.
Le gocce d’acqua si congelano a mezz’aria e formano particelle di ghiaccio che si depositano sul terreno. Il processo si ripete ogni notte fino a creare una struttura di ghiaccio a forma di cono. Questa struttura può raggiungere un’altezza fino a 30 metri (come un palazzo di 10 piani!) e può contenere fino a 3 milioni di litri d’acqua.
Lo stupa di ghiaccio è progettato per sciogliersi lentamente, rilasciando l’acqua che contiene per un periodo di tempo più lungo e assicurando che l’acqua sia disponibile per l’irrigazione durante la stagione di crescita. Questo è inoltre progettato per ridurre al minimo l’evaporazione e impedire che l’acqua si sprechi.
Una soluzione utile per combattere il cambiamento climatico
Quella degli stupa di ghiaccio non è l’unica soluzione che l’uomo ha adottato per cercare di preservare i ghiacciai della Terra. Esiste infatti una tecnica progenitrice di questa, chiamata glacier growing (o glacier grafting, ossia “sviluppo di ghiacciaio”). Differentemente dai processi con cui naturalmente si sviluppano i ghiacciai (per accumulo o per compressione), anche le attività umane possono influire sulla crescita di questi. La tecnica del glacier growing, tipicamente applicabile in quota, consiste nello sviluppo di strati di ghiaccio estesi arealmente piuttosto che in altezza.
Le tecniche impiegate, tramandate fra generazioni, sfruttano anche pietre, legno, carbone o sale. Dopo aver identificato il posto più idoneo (di solito i versanti montuosi), si provvede a depositare in una buca il “seme” del ghiacciaio. Dal piccolo ghiacciaio artificiale dopo qualche anno possono svilupparsi delle riserve di ghiaccio più estese che si ampliano e alimentano naturalmente, rappresentando delle riserve idriche importanti per la popolazione che li ha realizzati.
Questo progetto, così come quello degli stupa di ghiaccio, dalle regioni himalayane è stato via via implementato in varie parti del mondo. Non solo nel deserto del Ladakh in India o Nepal e Bhutan, dunque, ma anche ad esempio in in Perù, Svizzera e Nord Italia. Il progetto ha avuto successo nell’aumentare la disponibilità di acqua per l’irrigazione e anche nel ridurre la dipendenza dall’acqua di disgelo glaciale.
Il progetto stupa di ghiaccio ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo design innovativo e la soluzione sostenibile al problema della scarsità d’acqua. Già nel 2016, l’inventore ha ricevuto il Rolex Awards for Enterprise per questa sua realizzazione. Il progetto ha anche ispirato diverse altre soluzioni sostenibili, tra cui la creazione di mini-stupa di ghiaccio, che possono essere costruiti nelle aree urbane per affrontare i problemi di scarsità d’acqua.