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Il “testamento scientifico” di Stephen Hawking

Poco prima di lasciarci l’astrofisico britannico ha redatto il suo “testamento scientifico” in cui ci svela le sue riflessioni sulla natura del cosmo, “più semplice di quanto pensiamo”. Il documento, che vede come coautore Thomas Hertog, è stato pubblicato sul “Journal of High Energy physics”

Stephen Hawking

Stephen Hawking, crediti: wallpaperheart.com

Poco prima di lasciarci l’astrofisico britannico ha redatto il suo “testamento scientifico” in cui ci svela le sue riflessioni sulla natura del cosmo, “più semplice di quanto pensiamo”. Il documento, che vede come coautore Thomas Hertog, è stato pubblicato sul “Journal of High Energy physics.

La pubblicazione era stata annunciata lo scorso anno, in occasione di una conferenza organizzata per celebrare i 75 anni di Stephen Hawking e l’Università di Cambridge – dove Hawking aveva una cattedra – ha annunciato la pubblicazione del documento il 2 maggio.

Un’idea sempre sostenuta

Da sempre gli scienziati teorizzano che il cosmo contenga una serie di universi diversi tra loro mentre nel documento “Hawking-Hertog” si crede siano più simili rispetto a quanto sempre ipotizzato.

Da decenni la scienza sostiene che il nostro universo sia nato con il Big Bang, al quale sarebbe seguita l’inflazione, l’espansione inimmaginabilmente rapida che avrebbe generato l’universo in cui viviamo. All’interno del nostro universo – osservabile – l’inflazione sarebbe finita molto tempo fa ma alcune teorie sul fenomeno sostengono che vi sarebbero continue inflazioni in altre regioni del cosmo, in quella che viene definita “inflazione eterna” capace di creare un “multiverso”, l’ipotesi che postula l’esistenza di universi coesistenti fuori del nostro spaziotempo, una raccolta infinita di “universi tascabili” di cui il nostro universo sarebbe solo uno dei tanti.

Una grande domanda…

“Se sono tutti molto diversi” – quanto è tipico l’universo in cui viviamo – “dove gli scienziati fanno le loro osservazioni?”. Secondo il professore di fisica David Kaiser del Massachusetts Institute of Technology (MIT) questo quesito rappresenta la domanda-chiave per comprendere le leggi fondamentali della natura del cosmo e la sfida ora è trovare un modo per stimare i tipi di universi che esisterebbero.

Diversi ricercatori hanno tentato di trovare una risposta a questa domanda e fra questi vi è anche Hawking che ha cercato di fornire una risposta in base al suo lungo studio sull’intersezione tra teoria quantistica e gravità.

…la solita risposta!

Il fisico inglese non è mai stato favorevole ad un’idea di multiverso: “La teoria dell’eterna inflazione predice che globalmente il nostro universo è come un frattale infinito, con un mosaico di differenti universi tascabili separati da un oceano che si gonfia” – disse una volta. In quest’ultimo documento Hawking non cambia idea spiegando che potrebbe esserci una gamma molto più esigua dei tipi di universo rispetto a quanto ipotizzato fino ad ora.

Nulla di nuovo ma la volontà di “voler mettere i puntini sulle i” prima di andarsene: “Il testamento scientifico del grande fisico inglese è un documento sicuramente interessante, ma non rivoluzionario” – ha commentato il professor Avi Loeb dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.