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Xenotrapianti, nuove speranze con l’embrione ibrido uomo-pecora

Creato in laboratorio un embrione ibrido uomo-pecora in cui una cellula su 10mila è umana: un anno fa il precedente nell’ibrido uomo-maiale: aumentano le speranze per i pazienti che dovranno sottoporsi a trapianto d’organo

Embrione Pecora

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Creato in laboratorio un embrione ibrido uomo-pecora in cui una cellula su 10mila è umanaun anno fa il precedente nell’ibrido uomo-maiale: aumentano le speranze per i pazienti che dovranno sottoporsi a trapianto d’organo. La ricerca è stata annunciata dagli scienziati dell’Università della California durante il meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas. Gli embrioni sono stati distrutti dopo 28 giorni; l’ibrido rappresenta un passo verso la possibilità di far crescere organi umani negli animali.

Human-sheep embryo
Human-sheep embryo, crediti: theguardian.com

La necessità di semplificare gli xenotrapianti

Rigetto e infezione con virus animali: sono questi i problemi principali per gli xenotrapianti, il trapianto di organi animali negli uomini. La ricerca mira al combinare embrioni di animali, nelle loro prime fasi di sviluppo, con cellule di pazienti umani in attesa di trapianto, con lo scopo di sviluppare negli animali “organi umani” per arginare così il problema del rigetto.
Fondamentale poi è il ruolo dell’editing del Dna: le nuove tecniche infatti, come la Crispr/Cas9, potrebbero semplificare la modifica di specifici geni disattivando la loro capacità di codificare per le infezioni da retrovirus potenzialmente pericolosi per l’uomo. Tuttavia, perché un trapianto possa funzionare, la percentuale di cellule umane in una chimera deve essere almeno dell’1%. Al momento siamo molto lontani da questo traguardo.

Embrione di pecora
Embrione di pecora, crediti: heraldnet.com

Metodologia

Cellule staminali adulte e riprogrammate introdotte nell’embrio di pecora, lasciato a crescere per 28 giorni, il limite massimo per cui l’esperimento aveva ottenuto l’autorizzazione, di cui 21 nell’utero dell’animale, lasso di tempo in cui le cellule umane si sono riprodotte.
«Anche se c’è molto da lavorare gli organi prodotti in queste chimere interspecie potrebbero un giorno costituire un modo per soddisfare la domanda di organi, trapiantando ad esempio un pancreas ibridizzato in un paziente. L’uso delle pecore ha molti vantaggi rispetto al maiale, a partire dal fatto che bastano quattro embrioni e non cinquanta per far iniziare una gravidanza. Anche questo animale inoltre ha organi di dimensioni simili a quelli umani» – ha dichiarato Pablo Ross, uno degli autori della ricerca al quotidiano britannico The Guardian.

Pablo Ross
Il ricercatore Pablo Ross, crediti: www.ucdavis.edu

L’etica si oppone ancora alla scienza

Nella scienza i problemi etici non sono mai mancati e in questo tipo di ricerca sono più presenti che mai; problemi ammessi e condivisi dagli stessi scienziati che hanno condotto l’esperimento.

«Se scoprissimo che le cellule umana vanno nel cervello dell’animale non potremmo portare avanti il tentativo. Siamo consapevoli delle implicazioni etiche di questo tipo di esperimenti, ma del resto pensiamo possano offrire speranze, in prospettiva, per chi deve essere sottoposto a trapianto d’organo» – ha dichiarato in merito Pablo Ross.

Per approfondire:
1] US National Library of MedicineNational Institutes of Health – “Efficient derivation of stable primed pluripotent embryonic stem cells from bovine blastocysts”